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Mark Jenkins MILANO: sculture street art per Il Viaggio dei sensi attraverso Vienna – di Federicapaola Capecchi

Creato il 21 ottobre 2012 da Milanoartexpo @MilanoArteExpo

mark jenkins, il viaggio dei sensi attraverso Vienna a Milano

MARK JENKINS VIENNA – MILANO – VIENNA, Il Viaggio dei sensi attraverso Vienna. Federicapaola Capecchi per MAE Milano Arte Expo ha intervistato Mark Jenkins in occasione dell’installazione delle sue sculture in Corso Vittorio Emanuele – oltre a una mostra di fotografie dedicate alla capitale austriaca – per l’evento Il Viaggio dei sensi attraverso Vienna, organizzato dal Vienna Tourist Board. Fino al 8 novembre 2012, una galleria fotografica strutturata e divisa in base ai cinque sensi, accompagna i cittadini milanesi alla riscoperta di Vienna, nota anche come la città dei musicisti per avere ospitato molti tra i maggiori compositori del XVIII e XIX secolo. L’intento è quello di far scoprire il nuovo spirito della città austriaca che, senza rinnegare o dimenticare il classicismo che la forma e pervade, è oggi quanto mai giovane e vitale, animata da numerose iniziative ed eventi derivanti da fermenti culturali, urbani, artistici che abbracciano ogni settore dell’arte: musica, teatro, pittura, scultura.

Mark Jenkins, maestro della street art, ha realizzato sette differenti sculture – veri e propri prototipi umani iperrealisti che catturano inesorabilmente l’attenzione dei passanti – per raccontare lo spirito creativo che anima la nuova Vienna. Una reinterpretazione del Bacio di Klimt; un artista di strada intento a dipingere la sua Vienna; un bambino che cerca di dar da mangiare ad un cavallo della famosa “Scuola di equitazione spagnola”; una ragazza con la faccia in una torta (naturalmente una Sachertorte); un pescatore che lancia il suo amo in una zuppa viennese; un dottore che ausculta i propri violini e una grande palla di fiori dalle sembianze umane. È la peculiarità di questa iniziativa la collaborazione con un artista eclettico e apprezzato quale Mark Jenkins, noto per le sue installazioni e scenografie urbane.

Mark Jenkins, Vienna Tourist Board, Girl In The Cake

Mark Jenkins, Girl In The Cake

 

L’artista, fedele al tema della campagna, ha realizzato le sette installazioni collegate ad altrettante immagini…

È un’idea interessante quella di realizzare delle installazioni in una città per attirare l’attenzione su di un’altra; è ironico, come lo sono i miei lavori.” – ha affermato Mark Jenkins  – “Nel 2008 c’è stato il mio primo incontro con Vienna e in quel momento è nato un amore immediato per la città e per la sua ricchezza culturale. Da allora ho esposto lì altre volte ma solo oggi riesco a volgere un personale tributo a Vienna con delle sculture che amano la città tanto quanto me.

Mark Jenkins, Milano Arte Expo

Mark Jenkins

Tra i viandanti incuriositi e divertiti che, di nascosto, toccavano la ragazza caduta nella Sachertorte per sincerarsi che non fosse vera/in carne e ossa, ci siamo seduti ad un tavolino con Mark Jenkins e Isabella Rauter (team manager dell’Ente per il Turismo di Vienna) e abbiamo parlato della sua visione del contesto urbano, spesso fonte d’ispirazione diretta dei suoi lavori, e dell’arte.

Subito gli abbiamo chiesto di addentrarsi nello spazio della città. Chiedendogli se oggi, in esso, crede vi sia possibilità per l’uomo di avere una collocazione, o luogo per pensare, per esprimere la propria identità?

Mark Jenkins, Vienna Tourist Board, Milano Arte Expo
Io credo che lo spazio nel contesto urbano sia diverso rispetto a quando si è in una condizione naturale … Un po’ come un animale tenuto in una fattoria rispetto ad un animale che sta nella natura. Quindi, il modo in cui pensiamo a quello che facciamo nel contesto urbano è come pilotato, programmato. Siamo come “programmati”, non c’è molto che si possa fare per evitarlo nonostante ci si provi. C’è la pubblicità, per esempio. Vi è una serie infinita di elementi che cambiano il modo in cui si pensa. Quindi l’identità umana ha molto a che fare con il creare quello che si è. Quando non si è nel contesto urbano ma si è inseriti nella natura si sviluppa un’identità diversa ancora e un rapporto diverso con quello che ci circonda, affrontando la natura incontaminata.

L’impressione che danno le sue installazioni è di una sorta di appropriazione della città e dei sensi, anche del contesto sociale, e gli chiediamo quindi quale sia il “gioco” che lui innesca con la città.

 

C’è una componente di assurdo nei lavori e credo che questo vada a sfidare le idee delle persone rispetto a quello che si può o non si può fare nello spazio pubblico. L’idea è di capire cos’è un comportamento normale, cosa è permesso, quindi … se qualcuno si comporta in modo anormale, prende decisioni che saranno permesse o non permesse.

Se ho una ragazza seduta su un tetto (Washington Dc roofgirl) … non è illegale, ma qualcuno manderà i pompieri a salvarla. Nel mio lavoro cè anche una sorta di test sulla città, un test sulle cose e il modo in cui vanno le cose, e per me questo è un modo per scoprire come la società funzioni in un contesto urbano. Per me, quando lavoro, c’è un incentivo emotivo rispetto al farlo. Specialmente quando uso il mio stesso corpo, cosa che normalmente succede, come in questi lavori fatti con il mio corpo. L’idea è quella di proiettare sé stessi nel panorama visivo. In un certo senso sto lasciando i personaggi spogli e sto creando le situazioni che voglio che loro sperimentino. In effetti io stesso ho come delle reazioni “extrasensoriali”…

Mark Jenkis, Washington DC, roofgirl, Milano Arte Expo

Mark Jenkis, Washington DC, roofgirl

 

I materiali. Mark Jenkins usa spesso resine, nastro, plastica. In qualche modo “materiale di rifiuto”. Gli chiediamo se questa nostra osservazione abbia un senso o la scelta dei materiali sia casuale.

L’ uso del nastro adesivo riguardava più la scoperta di questo materiale per creare calchi di oggetti. Io non ho studiato arte a livello formale ma ero interessato all’arte, così ho iniziato a giocare con del nastro e ho scoperto che si possono ottenere dei calchi del corpo umano con il nastro.

Mark Jenkins, installazione a Washington DC

Mark Jenkins, installazione a Washington DC

Da qui è nata la mia passione verso il fare arte usando questo mezzo. Allo stesso tempo, a me piace molto dedicare del tempo all’igiene, quindi il mio rapporto con la spazzatura… Insomma la spazzatura non mi piace. Se sto facendo trekking su un sentiero e vedo delle bottiglie sul ciglio della strada le tiro su, quindi c’è questa sorta di ironia nel fatto che io lavori sulla strada mettendo della spazzatura per strada. Quindi continuo ad esplorare il tema della spazzatura…

La parola ironia è un leitmotiv nei suoi discorsi, e il suo lavoro lo manifesta.

Credo che l’ironia di fondo rispetto a quello che faccio con il corpo umano stia nel fatto che il corpo è lì ma non è lì. Perché quando facciamo il suo calco il corpo c’è ma poi “scompare”, ogni scultura che vedi nella strada è stata abitata da un corpo umano, io ero dentro quello spazio. Quindi se parliamo di cosa significhi essere umano, una parte del concetto riguarda l’occupare uno spazio fisico. Quindi quello che rimane è questo spazio, rimaniamo con questo guscio, come la pelle di un serpente. Per me l’ironia sta nel fatto che abbiamo qualcosa che non è vivo, la gente pensa che lo sia, ma prima c’era una persona viva all’interno, quindi si innescano diversi livelli di ironia che io trovo molto interessanti.”

Mark Jenkins installazioni a Milano, Fisherman Soup

Mark Jenkins, Fisherman Soup

 

 

Ironia, spazio urbano e architettonico, il potere dei messaggi visivi, immaginativi e dell’ironia stessa. Tutto questo si amalgama in un lavoro che non è interessato all’”effetto sorpresa”, ma a muovere punti di vista e comportamenti. Gli chiediamo, dunque, il senso di questa scelta nel suo lavoro.

In senso architettonico e in senso sociale il mio lavoro diventa realmente come parte della realtà, per questo, credo, facciamo sculture che hanno un aspetto umano. Il problema non è più se sia o non sia arte, diventa qualcosa che effettivamente manipoliamo rispetto alla realtà, e a questo punto si ha davvero il potere di cambiare tutto. Cambi il flusso del passaggio sulla strada, cambi le abitudini e reazioni nel camminare … insomma, è un grande potere. E devi essere anche responsabile: è facile fare qualcosa che poi finisce con il fare arrivare i pompieri, o un’ambulanza, ma tu devi pensare a tutte queste cose ed esserne responsabile. È una responsabilità e un potere molto forte. Sai secondo me il potere ha a che fare con lo spazio che ci circonda, e questo lavoro è un tipo di potere. Il potere di cambiare il punto di vista delle persone è un altro tipo di potere, il potere di portare le persone a mettere in discussione quello che vedono.

Mark Jenkis, London, Milano Arte Expo

Mark Jenkis, installazione a LONDRA

Magari le persone che conoscono la mia arte, la prossima volta che vedono un senzatetto all’angolo di una strada, si fermeranno a pensare che è una persona vera. Secondo me potere è entrare nella testa delle persone, farle pensare a qualcosa di diverso, e credo il mio lavoro consista in questo.

Se penso, per esempio, a quegli animali in fibra di vetro che sono stati esposti anche qui da voi  a Milano, le mucche dipinte in giro per la città…Ecco, credo che la mia idea sia di distruggere questo tipo di arte, questa idea di l’arte con dietro un discorso del tipo: “Ok, se abbiamo delle opere d’arte all’esterno devono mettere allegria a tutti, e se a qualcuno non piacciono allora non possono stare all’esterno”. L’idea che l’arte debba essere molto sicura e molto “basica”, fatta di idee che rendono le persone felici … bah… Non credo che questo tipo di arte significhi niente.”

Chiudiamo chiedendogli del suo rapporto con Vienna, dove aveva anche già realizzato delle mostre, e delle istallazioni create ad hoc per questo evento milanese.  

“Vienna credo che abbia una cultura molto ricca ma che abbia anche un lato più rilassato. Quando sono stato a Vienna ho trovato un’atmosfera molto “casual”, puoi andare a visitare i musei o ad ascoltare concerti ma in modo molto rilassato, non devi preoccuparti di dover mettere un abito elegante.

Milano arte, Mark Jenkins, Vienna Tourist Board, Carrot Horse

Mark Jenkins, Carrot Horse

Il mio lavoro ha molto a che fare con il catturare questa emozione, lo spirito della città, e con i miei lavori mi sto muovendo un po’ come un surrealista, sto giocando con queste foto per trattarle un po’ come se fossi un fantino. L’uomo che pesca… È surreale, è assurdo, ma credo che le installazioni lavorino per fare sì che le persone guardino davvero. Pensano che ci siano elementi concettuali e ironici, come l’uomo che dipinge per strada: questa è un’ironia. È una cosa diversa dal solito questo intervento in MIlano per Vienna , perché l’idea che ho, come street artist, sarebbe di esplorare la città di Milano direttamente. Ora sto, in un certo senso, utilizzando la città di Milano per esplorare un’altra città nella città. É ironico, e questo per me è molto interessante.”

A cura di Federicapaola Capecchi

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Mark Jenkins, Vienna Tourist Board, The Kiss

Mark Jenkins, The Kiss

 

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Isabella Rauter, Ente per il Turismo di Vienna, Mark Jenkis, Milano Arte Expo

Isabella Rauter, Ente per il Turismo di Vienna

L’intervista con Mark Jenkins è stata resa possibile da Stefano Turi e Barbara La Malfa di Seigradi, che hanno organizzato anche l’incontro con Isabella Rauter, Ente per il Turismo di Vienna, la quale ci ha raccontato di una Vienna davvero in trasformazione continua: in cui la commistione tra le arti genera sorprese e originalità, in cui il fermento ed il perfetto connubio tra classicismo e post modernità muovono connubi imprevedibili e innovativi. Una Vienna da ricoprire, di cui molti dei nostri visitatori sono ancora all’oscuro.

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Vienna Tourist Board

Il Viaggio dei sensi attraverso Vienna, Vienna Tourist Board
Nato nel 1955, il Vienna Tourist Board è l’agenzia ufficiale per il settore turistico della città di Vienna e fornisce numerose offerte di servizi, consigli e informazioni per le imprese turistiche viennesi. Il ruolo di Managing Director è ricoperto da Norbert Kettner dal 1° settembre 2007.

La  Commissione del Turismo è composta dal presidente, due vicepresidenti e 15 membri supplementari, in gran parte assegnati dalla città di Vienna. Il Vienna Tourist Board è finanziato principalmente attraverso tre fonti: le tasse locali provenienti dagli hotel di Vienna, il bilancio della città e le proprie entrate. www.vienna.info

Contatto stampa:
Isabella Rauter
Tel. +43 1 211 14-301, [email protected]
WienTourismus, Obere Augartenstrasse 40, 1020 Vienna, Austria
www.vienna.info, www.b2b.vienna.infowww.twitter.com/ViennaInfoB2B

Agenzia:
Seigradi – Barbara La Malfa
Tel. +39 02 84560801 – sito www.seigradi.com -  mail [email protected]

Mark Jenkins, Vienna Tourist Board, Milano Arte Expo 7

Mark Jenkins, installazione a Milano per “Il Viaggio dei sensi attraverso Vienna”, organizzato dal Vienna Tourist Board

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MAE Milano Arte Expo [email protected] ringrazia Federicapaola Capecchi (coreografa: sta organizzando, tra l’altro, a Milano il Festival Coreografia d’Arte 2012 di danza contemporanea e teatrodanza: >LEGGI) e il Vienna Tourist Board per l’organizzazione dell’intervista a Mark Jenkins.

milano arte expo

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