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Martedì 28 agosto 1962

Creato il 28 agosto 2010 da Cbneas1968
Martedì 28 agosto 1962
NAZIONALE
la TV dei ragazzi
18,30 IL SOLDATINO
Rassegna di soldatini delle varie epoche a cura di Alessandro Gasparinetti
Presenta Aldo Novelli
Realizzazione di Lelio Golletti
19,00 - 19,30 FRIDA
Il piccolo ospite
Telefilm - Regia di Frederick Stephany
Distr.: 20th Century Fox
Int.: Gene Evans, Anita Louise, Johnny Washbrook e Frida
ribalta accesa
20,20 TELEGIORNALE SPORT
20,30 TIC - TAC (Tortellini Bertagni - Colgate - Eno - Minerva Radio)
SEGNALE ORARIO
TELEGIORNALE
Edizione della sera
ARCOBALENO (Algida - Milkana - Dixan - GIRMI Subalpina - Chlorodont - Gillette)
PREVISIONI DEL TEMPO
20,55 CAROSELLO
(1) Olio Dante - (2) Cera Solex - (3) Vecchia Romagna Buton - 4) Supercortemaggiore
I cortometraggi sono stati realizzati da: 1) Recta Film - 2) Roberto Gavioli - 3) Cinetelevisione - 4) Roberto Gavioli
21,05 CAMPANILE SERA
Presenta Mike Bongiorno
con Enzo Tortora e Walter Marcheselli
Regia di Maria Maddalena Yon, Gianni Serra e Lino Procacci
22,15 EUROVISIONE
Collegamento tra le reti televisive europee
ITALIA: Milano - Velodromo Vigorelli
CAMPIONATI DEL MONDO DI CICLISMO SU PISTA
Telecronisti Adone Carapezzi e Adriano Dezan
Ripresa televisiva di Giovanni Coccorese
24,00 TELEGIORNALE
Edizione della notte
SECONDO CANALE
21,10 CITTA' CONTROLUCE
La strada di casa
Racconto poliziesco - Regia di William A. Graham
Distr. : Screen Gems
Int. Paul Burke, Horace McMahon, Harry Bellaver, Lois Nettleton, Celia Adler
22,00 INTERMEZZO (Caldaie Ideal Standard - Idro-Pejo - Magazzini Upim - Tide)
TELEGIORNALE
Edizione del 2°
22,25 GALLERIA DEL JAZZ
Modern Jazz Quartet
Presenta Franca Aldrovandi
Testi di Rodolfo D'Intino
Regia di Walter Mastrangelo
23,00 CONVERSAZIONI CON I POETI
a cura di Geno Pampaloni
Luigi Bartolini
Partecipano alla trasmissione Cristina Grado e Paolo Volponi
Letture di Giancarlo Sbragia
Realizzazione di Enrico Moscatelli
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Stasera parliamo un po' di jazz. Colmiamo così una lacuna tra le tematiche trattate dal nostro Focolare, peraltro abbastanza variegato, prendendo spunto da una trasmissione solo apparentemente minore nell'economia del palinsesto di quel 28 agosto di 48 anni fa, ma anzi capace di accontentare gli appassionati (non pochi, d'altronde) di quel cool jazz aperto a sperimentazioni, commistioni, anche qualche contaminazione con la grande musica classica, in particolare quella settecentesca (di Johann Sebastian Bach in primis). Un progetto di ricerca iniziato nei primi anni Cinquanta da quattro valenti musicisti afroamericani: il batterista Kenny Clarke (poi sostituito da Connie Kay), il contrabbassista Percy Heath, il vibrafonista Milt Bags Jackson e soprattutto il sensibile pianista John Lewis, pluridiplomato in Conservatorio. Tutti insieme sono il Modern Jazz Quartet, formazione che non manca di alternare una feconda attività discografica a tour internazionali che spesso toccano l'Italia, nazione da loro molto amata non foss'altro perchè culla di civiltà e culture e pertanto irrinunciabile fonte a cui abbeverarsi spesso.
Non è la prima volta che il MJQ varca i cancelli di via Teulada: nel maggio del 1959 Lewis, Jackson, Heath e Kay furono ospiti de Il Musichiere in una trasmissione speciale del quiz con Mario Riva irradiata in Eurovisione anche in Francia, Svizzera e Belgio. Ora, invece, eccoli in un programma più per intenditori, protagonisti assoluti della scena con l'esecuzione integrale di una suite uscita su disco un paio d'anni prima e intitolata The Comedy, omaggio al nostro Paese e alle maschere tradizionali della Commedia dell'Arte (Colombina, Pulcinella, Arlecchino e Pierrot). Vi sono anche due bozzetti dedicati ad altrettante piazze romane: uno, collocato nella fase iniziale, è su Piazza di Spagna, mentre l'altro, conclusivo, riguarda Piazza Navona. Ecco il tema di Piazza di Spagna o, per meglio dire nella lingua d'Albione, The Spanish Steps:

Nello stesso periodo il Modern Jazz Quartet è impegnato a far conoscere nuovi brani, sempre ispirati ad atmosfere europee: è il caso di questa Winter tale ("Fiaba d'inverno"), che prende spunto da immagini balcanico - danubiane:

Dopo aver colto i particolari legati a quel passaggio televisivo del 1962, è bene dare spazio ai brani più famosi, che ancora oggi segnano la storia del MJQ. Ormai tutti i componenti della gloriosa formazione se ne sono andati, ma rimangono in vita le loro creazioni, specialmente due, che non mancano di essere costantemente eseguite ovunque sia da jazzisti professionisti che da debuttanti. Incominciamo con Vendome, risalente al 1952 e incisa più volte nel corso degli anni (ne esiste anche una splendida versione realizzata insieme agli Swingle Singers, lo straordinario complesso vocale francese guidato dal musicista statunitense Ward Swingle). E' un chiaro omaggio a Parigi e a uno dei suoi luoghi simbolici, costruito con quelle armonie squisitamente bachiane che lo rendono ancor più affascinante:

John Lewis ha lavorato molto anche in proprio: uno dei lavori più belli, anche se oggi di difficile reperibilità sul mercato discografico, è un disco del 1958, European Windows, pubblicato dalla RCA Victor con la partecipazione di una grande orchestra sinfonica tedesca, quella di Stoccarda, diretta ovviamente dallo stesso Lewis, che trasforma Cortege in un pezzo classico ad alto livello, quasi da brividi (questa esecuzione figura nella benemerita Storia del Jazz realizzata in quattro LP, sempre nel '58, da Salvatore Biamonte ed Enzo Micocci per la RCA Italiana). Interessante è pure un lavoro dei primi anni '60, The Golden Striker, contenente anche quella Fanfare I le cui battute iniziali sarebbero state usate dalla TV quale sigla musicale (addirittura) di Oggi al Parlamento tra il 1968 e il 1973 (abbiamo scoperto solo un paio d'anni fa, grazie al nostro Sergio Mannu, titolo e autore di quel motivetto per ottoni che introduceva brevemente il notiziario da Montecitorio e Palazzo Madama).
Ha scritto l'esperto statunitense Nat Hentoff: Come pianista Lewis è senza dubbio un artista di altissima qualità: il suo stile è piano, controllato, eppure capace di evocare profonde emozioni. Il vibrafonista, Milt Jackson, gli è complementare, col suo stile più sciolto e dotato di swing; è a lui che si deve l'arguzia, l'irrefrenabile spontaneità e un certo spirito giocoso che compensano la tendenza al rigore e alla sobrietà del MJQ. Del contrabbassista Percy Heath c'è da rilevare il tempo sempre impeccabile, il tono saldo, l'intelligenza e la maturità degli "a solo". Il batterista Connie Kay è il perfetto esecutore degli arrangiamenti di John Lewis, i quali esigono la massima sensibilità per la loro delicata dinamica (da Enciclopedia dello spettacolo, Aggiornamento 1955 - 1965, Unione Editoriale, Roma, 1966, col. 724 - 725).

Terminiamo il nostro post con l'ascolto del pezzo forse più famoso in assoluto del Modern Jazz Quartet, quel Django, registrato a Natale del 1954 ed esempio più tipico di commistione tra musica tardo - barocca e blues, che John Lewis volle dedicare alla memoria di Django Reinhardt, il virtuoso zingaro che era riuscito a fare della chitarra classica un timbro molto adatto a certi modi di interpretare il jazz. Prima di tuffarci nei sette minuti di questo vero capolavoro, vi ringraziamo per l'attenzione come sempre e vi rimandiamo al nostro prossimo intervento all'interno del Focolare.
Buona notte e buona domenica a tutti ! ! !
CBNeas

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