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Massari si dichiara ...

Creato il 22 gennaio 2015 da Bernardrieux @pierrebarilli1
MASSARI SI DICHIARA ...Il consiglio comunale dedicato alla Di Vittorio di ieri sera, 21 gennaio 2015, è iniziato in maniera strana.
Senza nessun capo di imputazione a suo carico, il Sindaco Massari ha introdotto la seduta comunale lanciandosi in un’inattesa apologia della sua verginità politica riguardo al fallimento della cooperativa Di Vittorio; non era ancora stata avanzata nessuna richiesta di condanna politica da parte della minoranza, quando il sindaco, anticipando tutti, ha ribadito che in consiglio comunale non si scrivono le sentenze per frode; ciò detto, ha concluso il suo intervento autoproclamandosi politicamente innocente.Prima dell’assoluzione (politica), il Sindaco Massari, aveva informato i tribuni dei reiterati attacchi personali e alla sua famiglia, a parenti, oltre varie illazioni legate al prestito sociale della cooperativa dalle quali ha preso nettamente le distanze. Mancava solo che informasse i presenti che dal giorno fallimento della Di Vittorio non ha più fatto nemmeno una cinquina.In alcuni passaggi del suo intervento, con riferimento agli inizi del tracollo della cooperativa rossa, fissati da Massari attorno al 2008, più di uno ha avuto la sensazione che il colpevole del fallimento della Di Vittorio avesse un nome ben preciso: Berlusconi!Insomma, un’inattesa sindrome di Calimero del Massari sindaco sviluppatasi – a suo dire – causa lettura sul WWW di interventi accompagnati da fastidiosi commenti anonimi rinvenibili sui blog, sui social, ecc. (in una parola sola: “libertà-di-opinione”, nei limiti della diffamazione, sia chiaro), che richiedono molto tempo libero a disposizione per frequentarli, se si pensa ad una persona che lavora mediamente 8 ore al giorno, che fa il sindaco di una città di 26.000 abitanti, il presidente di Unione Terre Verdiane, “l’assessore” in Provincia, oltre che il capo famiglia.A questo riguardo, il sindaco può ritenersi soddisfatto del livello di “sgradevolezza” che si legge in tema di “politica locale” sui social di oggi; è una fortuna per lui che non sia più attivo il blog “piazzafidenza”, fogna e ricettacolo del peggior anonimato locale degli ultimi anni, abbandonato dai mariuoli che lo gestivano, per paura di essere braccati, in una notte di Natale di qualche anno fa.Ma il vittimismo politico di Massari, ritornando al consiglio, è un alibi che non convince alla prova dei precedenti.Dai dati depositati in Camera di Commercio di Parma risulta che Massari è stato nel consiglio di amministrazione della cooperativa Di Vittorio dal mese di maggio dell’anno 2000 al mese di luglio dell’anno 2006 (sono 6 (sei) anni abbondanti).Apriamo un piccolo inciso per segnalare che in quel periodo Massari è stato, contemporaneamente, anche assessore comunale della giunta Cerri, fino all’anno 2009, trovandosi in una situazione di evidente conflitto di interessi, per effetto delle convenzioni sottoscritte tra comune di Fidenza e la cooperativa Di Vittorio ed in ragione dei rapporti giuridici, economicamente rilevanti, pendenti tra la parti.Oltre a quello, Massari, dall’anno 2003 e fino all’anno 2008, ha fatto parte del comitato di redazione de “Il bollettino dei soci” del Gruppo Di Vittorio (“Gruppo” dal quale ieri sera Massari ha preso le distanze), bimestrale della cooperativa di abitazione e di proprietà indivisa “G. Di Vittorio”, stampato in quasi 3.000 copie.Nel 2003 il sindaco Massari ha condiviso il comitato di redazione del “bollettino dei soci” con Giovanni Mora.Peraltro, per effetto di questi precedenti, Massari, in qualità di sindaco in carica del comune di Fidenza, non è in grado di garantire la sua estraneità e la sua indipendenza rispetto al fallimento della Di Vittorio.Ma veniamo all’autoassoluzione politica del sindaco Massari.Massari nel suo intervento ha minimizzato, ha preso le distanze dai compagni (ma non ha fatto nomi), ha cercato di estendere le responsabilità del fallimento oltre il fiume Taro, ha tracciato un solco temporale pro domo sua tra paradiso del bene e impero del male della Di Vittorio, si è dichiarato impermeabile ed estrano al fallimento.In nottata, l’autoassoluzione politica di Massari è stata impugnata davanti all’obelisco.In appello, sempre politicamente parlando, è emerso che Massari si è dimenticato di dire, ad esempio, che il comitato di redazione del “Bollettino soci” del quale faceva parte nel 2008 esaltava il momento di costituzione del gruppo paritetico Di Vittorio (ridotto del Magnani, 20 dicembre 2007), anticamera dell’operazione di fusione avvenuta l’anno successivo tra Di Vittorio, Airone e Casa del Lavoratore (che aveva già in pancia il terreno parmigiano, acquistato per euro 1.700.000; operazione, poi, definita dai curatori in modo talmente negativo da non trovare giustificazioni).È emerso, inoltre, se non ci sono refusi nei documenti, che Massari ha fatto in tempo a partecipare alla costituzione della società “Domina srl” (anno 2006) in qualità di amministratore della Di Vittorio, ossia, a creare quella che, poi, è diventata la madre di tutte le depravazioni della originaria finalità mutualistica della cooperativa e connessa all’operazione di fusione sopra detta; gli organi del fallimento Di Vittorio hanno definito l’operazione Domina srl caratterizzata da un clamoroso differenziale negativo.
L’obelisco si è riservato una decisione politica, ma da indiscrezioni pare che politicamente valga tutto, come nel free fight, quindi non si esclude una conferma del primo grado.
Il confine tra i buoni e i cattivi lo segneranno gli avvisi di garanzia.
(Marcello Alzalamira)http://feeds.feedburner.com/BlogFidentino-CronacheMarziane

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