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Massimo Bottura a Eataly Roma: arte, genio e follia

Da Stefaniapianigiani @enogastrogarden
Stefano Bonilli, Bottura e Oscar Farinetti
Viaggio sul Pò dall’Adriatico e Modena
Massimo Bottura,  Camouflage

Massimo Bottura, Roma, Eataly, torta sbrisolona
le golosastre
risotto Cacio e Pepe

Massimo Bottura cena Roma Eataly
insalata di mare, con pesce crudo, salsa bouillabaisse
insalata di mare, con pesce crudo, salsa bouillabaisse
Roma, Eataly


Alla fine ce l’ho fatta! Ho cenato da Bottura!  Per l’ultima puntata del “Grande Romanzo della Cucina Italiana in 11 puntate”, ideato da Stefano Bonilli, sono tornata a Eataly Roma, con la mia inseparabile compagna di avventure Sabrina Somigli (Volete sapere che tempo farà a Roma? Chiedetelo a noi e vi accontenteremo ;-) )

Ci siamo fatte questo regalo di Natale ad agosto, si lo so che state pensando che non siamo normali, ma non capita mica tutti i giorni di mangiare i piatti preparati dal Massimo Nazional-Mondiale. O meglio io un paio di volte ci avevo già provato, ma ho sempre preso “picche”, una volta tre anni fa al Degustibooks a Firenze, dove c’erano la “razdora” Lidia Cristoni “, la moglie Lara e Taka, e l’altra volta al carcere di Volterra, dove c’era sempre Taka! Meno male questa volta l’ha lasciato a Modena all‘Osteria Francescana“! Qualcuno deve mandare pur avanti la baracca… ;-)

Fa piacere sentirlo parlare il “genio”, mentre discorre di sessantani della cucina italiana insieme a Bonilli e Oscar Farinetti: si alternano piatti, ricordi, profumi di altri cuochi, per arrivare al Massimo Bottura di oggi che con un pizzico di “follia” da una trattoria nei dintorni di Modena è arrivato a essere un 3 Stelle Michelin.

Dopo i ricordi, siamo passati ai sapori, una cena a quattro mani realizzata insieme a Massimo Sola di Eataly Roma: buono l’inizio con gamberi crudi e salsa bouillabaisse per iniziare il percorso. Poi siamo passati all’”arte” nel “Viaggio sul Pò dall’Adriatico a Modena” con sale di Cervia, porri, scalogno e tartufo, una regione in un cucchiaio. Risotto cacio e pepe, con al posto del Pecorino Romano, un  Parmigiano Reggiano di 30 mesi e uno spruzzo di 6 pepi distillati per dare origine a una incredibile acqua di pepi.

Il ritorno di Sola con la sua lingua cotta alla perfezione, prima di arrivare al camouflage :un percorso ardimentoso tra dolce e salato da fare assolutamente con la punta delle dita, dove tra una nocciola piemontese, un cioccolatino al sale e un morso di torta sbrisolona, dovevi addentrarti in un “bosco”di civet arricchito da foie gras sormontato da caffè, cioccolato, radici, alghe disidratate, spezie  resi in polvere sottile.

Unico appunto a chi era alla serata e ha rimandato indietro qualche piatto: a cene del genere bisogna osare, se non piace l’arte, bisogna rimanere a casa e lasciare il posto a qualcun altro…


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