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Mastroianni conquista, Ugo delizia

Da Latognazza
Mastroianni conquista gli ospiti della Tognazza. Il menu di Ugo li delizia. Dall’antipasto al dolce un percorso tra parole e gusto, immagini e sapori. Marco Paparella fa rivivere il talento, il pensiero e l’uomo che forse pochi conoscevano, un ritratto inedito, riflessivo, a tratti ironico e malinconico. Un uomo che l’attore Paparella, ideatore di questo format insieme ad Alessandro Capria, ha ridisegnato per questa prima serata alla Tognazza da un  libro autobiografico dello stesso attore. In cucina Luigi Sciullo ha ridisegnato invece le ricette di Ugo: un carpaccio di porcini con la crema tartufata Tognazza, risotto al radicchio, faraona con salsa di melograno e crema di patate e alla fine un dessert un po’ discusso e originale… la torta di pane con il gelato all’Antani Merlot, realizzato dalla Gelateria Gelato Mania di Velletri. Per concludere la serata le votazioni in vero stile Tognazzi… una scheda di valutazione sui piatti dal voto più alto che è ottimo a quello più basso che equivale a “cagata” e “grandissima cagata”. Proprio come Ugo Tognazzi faceva con i suoi ospiti durante le cene dei “dodici apostoli” e dove amici e colleghi non lo risparmiavano affatto. Una serata di grande successo, sold out fin dalla scorsa settimana, che ha visto anche gli auguri via Skype dell’intera sala fatti a Gianmarco Tognazzi, che festeggiava e brindava con noi il suo compleanno direttamente dal set di Praga. Una serata che celebra il ricordo attraverso la cucina di due grandi attori del nostro cinema, una serata che si è conclusa con queste parole, che Marco Paparella ha scelto per questo post… “Ho spesso ripetuto “mi ricordo”, “mi torna in mente”… Eh, la memoria è importante _ per tutti, a qualsiasi età. La memoria di qualsiasi cosa: di una canzone, di un avvenimento; di un cibo, perché magari questo cibo ci lega a un momento particolare, a un incontro, a una festa. E così gli odori, un paesaggio.    Io amo la fantascienza. Perfino in un film di fantascienza, in Blade Runner, il replicante soffre, soffre in una maniera struggente perché non ha un passato, non ha una memoria. Anche questo dà la misura di quanto sia importante.    Mi ricordo – non so se l’ ho letto o l’ ho sentito in un film, non mi ricordo dove – un canto navajo, indiano, che dice:             Tutto quello che hai visto, ricordalo    Perché tutto quello che dimentichi    Ritorna a volare nel vento.   Marcello Mastroianni

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