Magazine Diario personale

Matilde, sogna.

Da Annamariacataratta @AMcataratta
Matilde, sogna.
La vita onirica della componente femminile della mia famiglia allargata è piuttosto fervida. Di buon mattino, non di rado, mia madre mi telefona e con voce grave mi comunica che ha sognato che le cadeva un dente. Partono a mo’ di domino una decina di telefonate, che si interrompono solo quando ci siamo sincerati che tutti gli altri componenti della famiglia stiano bene.
Mia sorella invece allieta i miei pomeriggi: in genere sogna anime di bambini mutilati che cantano nenie spettrali e litri di sangue che sprizzano a fiotti (il che è un buon segno e quindi la giornata può procedere tranquilla). 
In casi di eventi particolarmente carichi di ansie e aspettative (esami, matrimoni, nascite, lauree) ci consultiamo a vicenda per giorni, fino a quando la più ispirata del momento non tuona:“Ho sognato tanta cacca!”Sospiri di sollievo si sollevano all’unisono, a quel punto niente può andare male.
Oppure.
-Ho conosciuto B., è simpatica, abbiamo molto interessi in comune e sto pensando di invitarla a cena- Sì ma stanotte ti pettinava i capelli e ti donava gioielli, seduta attorno ad una tavola imbandita. Direi che la piazziamo di corsa nella lista nera della infrequentabili-invidiose-iettatrici.
Quando qualcuna di noi sogna uova che si rompono, nonna e mamma cacciano dai cesti chilometri di lana e iniziano a sferruzzare freneticamente. Temono sempre che 9 mesi non siano sufficienti a produrre lo scibile in fatto di corredino. Ovvero, per noi le uova sono più sicure del test di gravidanza (storia vera).
Quando invece dobbiamo prendere una decisione in merito ad un progetto aspettiamo l’immancabile intervento di mio nonno. Se in sogno ci appare allegro e rubicondo, procediamo; se invece è magro, triste e preoccupato, desistiamo.
Ovviamente non sempre è così semplice: capita di tanto in tanto che l’evento preceda l’interpretazione esatta del sogno. E quindi si scatena il panico.
-Ma tu capisci che io ieri ho sognato un nano che manteneva una borsa da cui uscivano piume e pesci, mentre F. passeggiava con un casco di banane sotto al braccio e in cielo c’erano degli aironi a strisce bianche e blu che improvvisamente prendevano fuoco. E da lì un’indomita pioggia di rane. –-E tu queste cose te le fai uscire solo adesso? Avresti dovuto capirlo che Matilde era ipermetrope e dovevamo portarla dall’oculista, cribbio.
I maschietti di casa invece si astengono dalle frenesie oniriche, perlopiù sono scettici, ma di tanto in tanto appizzano l’orecchio pure loro e si lasciano coinvolgere nella nostra follia notturna. Forse qualcuno stenterà a crederlo, ma mio padre sapeva che papa Ratzinger si sarebbe dimesso con ben una settimana di anticipo. Peccato che nessuno di noi abbia la prontezza di giocarsi qualche buon numero al lotto, ma ci stiamo lavorando.
Cattivi presagi e rassicuranti pacche sulla spalla. Motivo di ansie e indomite proiezioni di desideri. Macigni veritieri e grandi stronzate. Ma quando balliamo nude attorno al noce di Benevento, sono l’unica cosa certa e noi non possiamo fare a meno di affidarci a loro.
Matilde stamattina per la prima volta ha sgranato gli occhi, mi ha guardato interrogativa, si è seduta lenta sul letto e mi ha detto: -Sai mamma stanotte ho sognato che andavo da Iacopo a prendere il mio zainetto nella sua casa e poi un coccodrillo voleva mangiare un elefante ma non ci riusciva e poi...
Lei parlava e a me sembrava che avesse portato a termine un rito di iniziazione iniziato tre anni e mezzo fa. Più di ieri fa parte di questa tribù caciarona, che è quasi una minoranza etnica. Lei che è così altro da me, ma mi appartiene. Mi è sembrata un nano che guarda lontano, sulle spalle di me, finalmente gigante.

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