Mattia Aversa carica al gruppo e ricorda i playoff di 5 anni fa

Torino 81 - Foto di Massimo Pinca

Non sempre vince il più forte. È il bello (o il brutto, dipende dai punti di vista) dello sport. La semifinale playoff di A2 tra Regalidea Torino81 e Telimar Palermo doveva essere una partita a senso unico (e per gran parte del match lo è anche stata), ma alla fine ed esultare sono stati i siciliani. Che cosa è successo? In vantaggio per larghi tratti di gara, la squadra allenata da coach Risso si è trovata anche sull’8-5 a metà del terzo parziale. Poi, si è spenta la luce ed i padroni di casa hanno smesso di giocare. Palermo ha preso coraggio ed ha completato una rimonta storica portandosi a casa Gara-1. Il match è terminato 10-11 in favore dei siciliani che mercoledì potrebbero già ipotecare la finale in caso di successo casalingo.

Eppure la Torino81 non ha sfigurato. Anzi, per quasi tutta la gara ha comandato e dominato il gioco. Poi è scattato qualcosa. Mattia Aversa, vicepresidente ed esperto dirigente commenta amaramente: “Abbiamo avuto paura di vincere”. La delusione è palese mentre continua con la spiegazione: “Sull’8-5 abbiamo fatto anche tanti tiri, ma il loro portiere ha preso tutto. Noi, invece, abbiamo peccato di presunzione in alcune occasioni ed abbiamo incassato dei gol che non dovevamo prendere. Parlare di nostre distrazioni è dire poco”. È mancato quel metro in più, è mancata la capacità di dare definitivamente il colpo del KO ad un avversario in difficoltà che poi si è rialzato ed ha ricominciato a combattere: “L’ho ai ragazzi. La partita l’abbiamo persa noi, non l’hanno vinta loro”.

Adesso bisognerà vincere mercoledì in casa del Palermo: “Mi sembra di rivivere i playoff per salire in A2 di cinque anni fa. Avevamo perso in casa, ma poi siamo andati a vincere ad Arenzano. Il Palermo è una buona squadra, li conosciamo. Hanno il centroboa Lo Cascio che è un bravissimo giocatore ed altri elementi di grande qualità. Però, con tutto il rispetto, la Regalidea Torino81 deve vincere nove volte su dieci”. Nulla è ancora perduto.

di Edoardo Blandino

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