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Mattia, il pianista sull’oceano. Piacere e dolore…

Creato il 24 luglio 2012 da Investiresemplice

Ciao, dopo più di un mese e mezzo, torno a scrivere. Questo sarà l’ultimo articolo prima delle vacanze.

Proseguo nella decisione di scrivere più di rado, e quando l’evoluzione di questa lunghissima crisi offre spunti nuovi. Quindi molto di rado…

:(

Mattia è un mio giovane cliente che mi ha suggerito l’argomento di questo post. Per questo lo ringrazio.

Su di un articolo di giornale Mattia ha letto, che la maggior parte dei correntisti italiani non ha mai cambiato banca da 10 anni o più, nonostante avrebbe avuto la possibilità di avere dalla nuova banca, migliori condizioni.

Il tema mi è sembrato quindi, quello del cambiamento. O meglio, della “paura” che il cambiamento, implica nell’essere compiuto.

Mentre ho iniziato a scrivere, mi è subito parso un argomento di estrema attualità. L’attinenza, con la situazione economico-finanziaria mondiale attuale, mi è sembrata molto forte. Le difficoltà del nostro governo, quelle dell’europa e del mondo economico in generale mi sembrano tutte alla radice, nate da quanto sto per dirti.

Intendiamoci non ho la pretesa di darti la “verità”, ma il mio personale punto di vista si. Credo che l’essenza di tutta questa situazione, che sembra non sbloccarsi mai, che sembra non trovare una soluzione, stia proprio qui…

Ciò non può che essere il riflesso di un’atavica difficoltà umana: la difficoltà a cambiare.

Questa difficoltà nel risolvere la crisi, è stata peraltro parte della sua origine…ma in quel caso il discorso è un pò più lunghetto…

L’apparente impossibilità di spezzare il cortocircuito vizioso di comportamenti nocivi, talvolta perversi che alcune istituzioni sembrano aver adottato, è per me quantomeno “miope” e “sordo”.

Sono giorni in cui leggiamo sia a livello locale che internazionale il perdurare di comportamenti umani che sembrano

Mattia, il pianista sull’oceano. Piacere e dolore…
offendere la pubblica intelligenza, e definiscono bene fino a dove possa spingersi l’uomo, quando è mosso dalla paura e avidità. I due “poli” tra i quali ci spostiamo nelle nostre scelte quotidiane, in materia di denaro.

Quindi via a titoloni in prima pagina su quella banca inglese che, sembrerebbe (e quando usano questa coniugazione condizionale mi scompiscio dalle risate…) aver manipolato il Libor. Uno degli indicatori ufficiali per determinare le rate dei mutui sulle case. Mica noccioline.

Se si va oltre oceano, si tocca con mano, la grande difficoltà di Obama a tracciare le linee di un’indispensabile legge che regolamenti una volte per tutte i mercati finanziari. Ad onor del vero, qualcosa in questi ultimi tempi, negli USA sembra esser stato fatto almeno nelle intenzioni, con un insieme di disposizioni sui strumenti cosiddetti “derivati”. Tipologia di “investimenti” questa, spessa tornata alla ribalta, quando si è trattato di capire le cause dei disastri finanziari della nostra epoca. Queste difficoltà, nascono non tanto dalla complessità tecnica nel realizzare un nuovo quadro nomrativo, bensì sono rappesentate dal rischio di “scontentare” le grandi lobby bancarie, chimiche, farmaceutiche, industriali, che fanno da “tappo” ad un sano processo di rinnovamento. Indispensabile.

E’ sempre una questione di piacere e dolore. Di paura e avidità. Questo dualismo, sempre in atto dentro di noi, si scatena letteralmente quando si parla di soldi.

Se guardiamo in casa nostra, sembrerebbe che il cervello di noi Italiani sia entrato in letargo.

Mi pare infatti, quanto meno assopita la nostra capacità di valutazione e discernimento. Questo lo dico perché mentre guardiamo inermi, la probabile bancarotta della Sicilia, la nostra disoccupazione arrivata ben oltre i livelli di guardia, il nostro spread che ha ormai stabilmente messo le tende a quotazioni da cardiopatie, l’idea più geniale che è venuta ai nostri capitani di sventura, è quella di ridurre le festività comandate.

E noi italiani?… va bene tutto

:roll:

Mi dico ma sono io o qui manca forse completamente la volontà di “cambiare”? Come è possibile non rendersi conto, che ci viene richiesta dalla situazione, la flessibilità di fare tutti insieme un “cambiamento”? non è più una possibilità: e’ una scelta obbligata.

Ne va della qualità della nostra vita.

Il perimetro di gioco, è rappresentato da piacere e dolore…quando si parla di cambiamenti…sempre.

Mattia, il pianista sull’oceano. Piacere e dolore…
Il “piacere” del tenore di vita che alcune persone (…di cui sono fatte le aziende e le istituzioni…) hanno acquisito, lo status di grande privilegio delle potenti famiglie a capo degli imperi finanziari mondiali talmente potenti da condizionare le scelte di governo di un intero continente, la “paura” di perdere potere e “libertà” di questi protagonisti della scena politco-economica nazionale e internazionale, sono l’ostacolo numero 1 alla soluzione della crisi strutturale più grave, dal 1929 in poi.

La crisi di questo periodo, appunto

:evil:

E’ sempre piacere e dolore, che fanno da “guida” alle nostre scelte.

E’ la paura ad abbandonare i propri privilegi a vantaggio della colletività, da cui questi privilegi sono stati prodotti e, ahimé, saranno però presto compromessi, a “frenare” gli ingranaggi di una soluzione che, per quanto complessa, sarebbe ancora possibile.

Peraltro considero poco “strategico”  l’ostinazione di chi continua ad opporsi al cambiamento di fronte alla evidente NON-sostenibilità di questa architettura. Non si rendono conto che, così facendo, presto o tardi non avranno più i loro privilegi, che che se ne dica.

Tornando al conto corrente di Mattia, ecco che la paura di avere a che fare con uno “sconosciuto” impiegato che troveremo nella nuova banca, ci “trattiene” in quella in cui siamo clienti da ormai tempo memorabile e in cui, tutto sommato, non vorremmo rimanere, ma tanto…

…tanto sono tutti uguali (le banche e i bancari) e via con queste considerazioni, per altro, in molti casi, condivisibili.

La leggenda del pianista sull’oceano è un film del 1998 diretto da G. Tornatore, tratto dal monologo Novecento di Baricco.  Per brevità ti rimando alla recensione di My Movies, uno dei siti, su cui vado a leggere le recensioni prima e dopo averli visti. L’opera di Baricco è stupenda e il film è bellissimo.

http://www.mymovies.it/dizionario/recensione.asp?id=13154

Il tema del cambiamento è centrale in questo film. E il significato che ho dato io al film è che spesso, se non si segue la paura, ma i propri valori e il proprio sentire, spesso ci sono veri e propri tesori ad attenderci, che altrimenti non vedremo mai.

Ti lascio con un pezzo di Morricone, a cui sono molto legato, che durante il film sottolinea i momenti più toccanti.

Nemmeno a farlo apposta si intitola The Crisis…

Ah mi stavo dimenticando di augurarti delle vacanze super rigeneranti.

Ciao


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