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MAURIZIO FRATEA, Peer counseling della disabilità. La trasformazione di un’esperienza traumatica in una professione di aiuto, Maggioli editore, 2014. Presentazione alla biblioteca civica Don Rinaldo Beretta di Giussano Brianza, 17 ottobre 2014

Creato il 13 ottobre 2014 da Paolo Ferrario @PFerrario

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Da operaio idraulico a scrittore. Quella di Maurizio Fratea è una vicenda indubbiamente singolare. A 14 anni, mentre già lavora alle prese con tubi e gas, il trauma di un incidente che lo costringe a fare i conti con la disabilità. Ma soprattutto a riflettere, nei lunghi mesi d’ospedale per recuperare il recuperabile, sul senso di una vita che vede chiudersi parecchi orizzonti.

L’impossibilità temporanea del dare, dello spendersi per gli altri e soprattutto per la sua famiglia, lo mette nella condizione dell’impotenza, della passività. Ma è qui che scopre quanto l’amore degli altri può su di lui. Impara a sentirsi amato. E vuole capire cosa c’è di così importante in lui, da meritare tanta cura e attenzione. L’essere stato voluto all’esistenza, semplicemente questo. Dai suoi genitori. Prima ancora, la sua fede lo dichiara, da Dio.

Pensa. A lungo, ne ha il tempo, le ragioni. Scopre quelle che, ama oggi dire, sono possibilità, non ancora risorse. Per diventare tali, c’è bisogno di applicazione, fiducia, fatica, lavoro, confronto. Studia. Prima le scuole superiori. Poi l’università. Si laurea in Scienze Pedagogiche e continua a studiare per diventare Psicologo come seconda laurea.

Si crea una propria famiglia. E intuisce di avere una vocazione precisa, umana e professionale: restituire agli altri quello che ha ricevuto, scoperto con la sua intelligenza, approfondito attraverso uno studio appassionato e caparbio. L’ambito delle relazioni umane, quelle problematiche e faticose; il recupero della speranza, non per il tramite di illusioni e pratiche consolatorie, ma attraverso un percorso interiore di presa di coscienza del proprio valore: sono questi gli spazi in cui Maurizio Fratea ha acquisito competenza e capacità di intervento.

La figura del counselor, non ancora consolidata in Italia in ambito psico-pedagogico, viene interpretata da Fratea come un vera e propria pratica di attivazione delle risorse. Per tutti c’è la possibilità di un senso e di un ruolo. La disabilità, in particolare, è un’occasione per vedere lati nuovi della realtà, maturare nuove sensibilità, arricchire il mondo. Occorre però un mediatore, qualcuno che sappia catalizzare le potenzialità sospese, farle precipitare nel mare avventuroso della vita.

Fratea svolge e vuole svolgere questo lavoro. Dal percorso personale e dalle esperienze professionali di counseling è nato Peer Counseling della Disabilità, il volume di Maurizio Fratea che un editore attento e puntuale come Maggioli ha voluto pubblicare.

E’ un libro vissuto e pensato, ricco di spunti teorici, nati dalla vita, metabolizzati attraverso studi assidui e pratiche sul campo. È un’opera che apre prospettive e speranze. Per i disabili ma non solo. E’ un saggio necessario, che obbliga ad assumersi la responsabilità di ignorarlo.


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