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Mbababane (Swaziland) /Un regno feudale, un re e delle giovani vittime sacrificali/Un incidente stradale le ha uccise prima che partecipassero alla "danza delle canne"

Creato il 30 agosto 2015 da Marianna06

Swaziland

Erano dirette alla 'danza delle canne', l'antichissima cerimonia che ogni anno a settembre, nello Swaziland, si svolge nel palazzo reale e in cui il re, attualmente Mswati III sceglie una 'vergine' con cui arricchire il suo harem.

E invece un tragico incidente stradale le ha fermate: sono morte in 38 giovani donne. Il camion che le portava al palazzo reale ha urtato contro il retro di un van, per poi essere travolto da un camion che era alle sue spalle.
Un'altra ventina di giovani donne sono rimaste ferite.

La 'danza delle canne' e' un'antichissima tradizione che si svolge annualmente nel minuscolo regno in Africa meridionale: migliaia di ragazze in eta' da marito (ovvero che abbiano compiuto 13 anni) consegnano -a passo di danza, indossando con l'abito tradizionale e seno nudo- canne alla regina madre, per arricchire il frangivento a protezione del palazzo reale.

E il monarca ne approfitta per scegliere un'altra mogie (il padre di Mswati III arrivo' a 70).

La festa e' molto sentita dalle donne swazi ed e' accompagnata ogni anno da danze e feste, e spesso accompagnata da polemiche.

La notizia delle vittime e' stata data da una ong locale.

Secondo lo Swaziland Solidarity Network, "non e' la prima volta che giovani domani rimangono ferite andando a eventi della Casa Reale.

Abbiamo gia denunciato nel passato-dicono- come un incidente stradale sia stato camuffato dalla famiglia reale, che sostenne falsamente che sconosciuti avevano lanciato sassi contro un camion carico di giovani.

Speriamo che le famiglie delle ragazze morte addossino alla Famiglia Reale la responsabilita' della morte delle loro figlie: il minimo che puo' fare la Famiglia Reale in questo momento e' cancellare quest'anno la 'danza delle canne' e ammettere la sua responsabilita' nel terribile incidente aiutando queste famiglie a seppellire le loro figlie.

             a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)


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