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Me gusta…alla maniera di Hemingway.

Creato il 11 dicembre 2013 da Lilianaadamo

Liliana Adamo da Luxuryonline.

Nei ristoranti dell’Avana frequentatati dallo scrittore premio Nobel: un viaggio del gusto, di vita e letteratura.

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Per gli appassionati di letteratura e per chi ama ripercorrere gli spazi della memoria attraverso i piaceri di un viaggio, Cuba e L’Avana abbondano di luoghi cari a Hemingway, alberghi, ristoranti e locali storici, dove alloggiare, bere e mangiare.

L’Ambos Mundos è un hotel d’eccezione. La sua popolarità è legata allo scrittore americano che lo elesse sua dimora per un lungo periodo. »Un buon posto per scrivere», secondo Hemingway, mentre, nella camera numero 511, si dedicava al primo capitolo del romanzo Per chi suona la campana.

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A due passi dal quartiere coloniale, dichiarato Patrimonio Mondiale dell’Umanità dall’Unesco e nel cuore dell’Old Havana, l’hotel è rinomato per i suoi cocktail e le cene romantiche sulla bella terrazza all’ultimo piano, con la veduta di Plaza de Armas e dei sobborghi.

Il Grande Hotel Sevilla, in stile moresco, ricco d’arcate, colonne e mosaici, è uno splendido palazzo risalente al 1880, progettato da Antonio e Rogelio Rodriguez che si sono ispirati al Patio dei Leoni dell’Alhambra a Granada. È l’albergo più conosciuto e visitato già dai primi anni della Repubblica, tra i luoghi più amati e frequentati da Hemingway.

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Fu qui che lo scrittore celebrò l’inizio di un long drink diventato ben presto simbolo di uno status e di un modo di vivere, il mojito (zucchero, acqua minerale, succo di lime, rum bianco e menta fresca). Cenare in uno dei suoi ristoranti vuol dire anche ripercorrere le vicende intessute nell’isola di Castro: sulle pareti scorrono i fotogrammi del gangster americano Santos Traficante, luogotenente di Al Capone che prese in affitto l’intero sesto piano per offrire un soggiorno di piacere alla sua gang e di Enrico Caruso che a Cuba cantò l’Aida.

Nei pressi di Plaza de La Catedral, La Bodeguita del Medio rappresenta una tappa fondamentale per questo viaggio a ritroso nel tempo, attraverso i flashback dei ricordi, ma il locale, uno dei più famosi della capitale, è sempre gremito di stranieri, cubani, curiosi e musicisti.

Meta delle star internazionali, Errol Flynn lo definì il miglior locale to get drunk (per sbronzarsi) e non da meno fu apprezzato dalla “divina” Marlene Dietrich, da Gary Cooper e molti altri. I suoi mojito, famosi in tutto il mondo, sono accompagnati da deliziosi piatti della tipica gastronomia cubana, in un ambiente colorito, caratteristico e gradevole.



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