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Mechanical Butterfly: Variopinte Sperimentazioni Rock

Creato il 24 febbraio 2016 da Dietrolequinte @DlqMagazine
Mechanical Butterfly: Variopinte Sperimentazioni Rock

Un ricordo preso dagli scaffali della memoria: io bambina in mezzo al prato rapita dal volo di una farfalla diafana. La farfalla, da sempre creatura affascinante per la sua trasformazione, per i suoi colori, per le sue forme e soprattutto per la sua breve vita. Proprio una farfalla è stata scelta dai talentuosi Mechanical Butterfly come simbolo del loro progetto musicale.

Nato in quel di Acireale nel 2006 dalla collaborazione tra i due chitarristi Alessio Oranges e Dario Laletta, il gruppo dà vita, con il contributo di Giovanni Valastro, ad un primo EP dal titolo omonimo di matrice rock sperimentale con rimandi a suoni campionati per la programmazione delle parti di batteria e basso, e dunque di natura prettamente strumentale.

La formazione, sin dai suoi esordi, conosce una travagliata e continua alternanza fra i suoi componenti: entrano in scena Andrea Zappalà alla batteria, Giuseppe Padalino al basso e Laura Basile alla tastiera. Nell'aprile 2007 si aggiunge la voce "camaleontica" di Francesca Pulvirenti, ad arricchire e sintetizzare le intenzioni musicali dei vari membri.

Nel 2008 vede la luce il secondo lavoro della band, Mechanical Butterfly, contenente quattro tracce, che gli regala notevole visibilità; alcuni brani vengono messi in rotazione da radio sia locali che nazionali, ottenendo buoni riscontri e permettendo alla formazione acese di partecipare a manifestazioni dedicate ad artisti emergenti come la notissima Rock Targato Italia.

Fra defezioni e new entry arriviamo alla formazione attuale che vede Francesca Pulvirenti alla voce, Alessio Oranges alla chitarra, Laura Basile alle tastiere e synth, Emanuele Maita al basso e Gioele Gentile alla batteria. Con questa line-up i Mechanical realizzano nel luglio del 2014 il loro primo full length album, The Irresistible Gravity, pubblicato dall'etichetta discografica indipendente Ma.Ra.Cash Records.

Con The Irresistible Gravity i Mechanical propongono un prog rock contaminato da metal, psichedelia, dark e ambient, tutti elementi che si incontrano e compenetrano dando vita ad un sapiente miscuglio trascinante ed originale. Il lavoro si presenta interessante anche dal punto di vista visivo con una copertina che riesce a catturare subito l'attenzione: una vera e propria opera d'arte contemporanea, realizzata da Giuliana Pulvirenti e dal grafico Stefano Somogyi. Giganteggia un'immagine che tende a riassumere i contenuti dell'album, rimandando anche ai titoli delle canzoni; abbiamo una struttura bifronte: sopra la farfalla contrasta con l'alchimista dalla lunga barba posto in basso, il tutto è tenuto assieme da quella gravità di cui parla il titolo del disco. Un perfetto esempio di riuscita interazione fra immagini e suoni proposti.

L'album è autoprodotto e propone otto tracce che si caratterizzano per una cura particolare della parte strumentale, ottenuta miscelando il risultato del lavoro dei musicisti con suoni "sporchi" prodotti elettronicamente. Ciò senza che le accattivanti melodie ne risultino intaccate. I ritmi sono ben elaborati e risaltano il perfetto equilibrio tra voce, strumenti e suoni artificiali. The Irresistible Gravity è un disco ricco di sperimentazioni, compatto ma fecondo di sfumature, essenziale ma pregnante, senza orpelli e tecnicismi forzati, in cui l'ascoltatore attento non mancherà di cogliere l'influenza dei modelli a cui i Mechanical si ispirano: tra gli italiani la PFM e il Banco del Mutuo Soccorso; poi, Dream Theater, Rush, Pink Floyd, Jethro Tull, Fates Warning, Goblin, Yes, King Crimson e Tool.

L'ascolto dell'album non lascia indifferenti. Il viaggio inizia con Suoni dalle stelle, incipit che apre alla sperimentazione, con il ben riuscito accostamento di suoni strumentali ed elettronici. Prosegue con Labyrinth of Doors, dove molto spazio ha il synth che, sapientemente armeggiato da Laura Basile, domina su tinte fortemente rock e metal. Anche Marks of Times propone suoni marcatamente rock e metal. A catalizzare l'attenzione, in questo brano, è la voce di Francesca che interpreta con estremo pàthos la melodia rendendola viva e coinvolgente. Gravity è un pezzo arditamente elettronico che costituisce uno degli episodi più riusciti di tutto l'album. The Alchimist, traccia migliore del disco, sembra richiamare le melodie nordiche, stranamente accostate a suoni psichedelici e con connotazioni oniriche. L'ascolto di Emerald Tears permette di cogliere la versatilità e la bravura di Francesca Pulvirenti: non sarebbe azzardato accostarla alle colleghe Cristina Scabbia dei Lacuna Coil ed Amy Lee degli Evanescence nella resa degli effetti vocali. La sua voce grintosa giganteggia dando vita ad una gamma di suoni duri ma ben gestiti. Sparks Within a Downpour è invece costruita prevalentemente su un assolo di chitarra che riesce a coinvolgere emotivamente chi ascolta. Il disco si conclude con una bonus track, La Fenice, che conclude armonicamente il cammino intrapreso.

Al termine di una loro bella esibizione ai Magazzini Sonori di Catania, abbiamo avuto l'occasione di intervistare i Mechanical Butterfly. Di seguito il risultato di quella che è stata una chiacchierata molto piacevole.

La vostra è una band che comprende al suo interno anche delle donne, cosa abbastanza inusuale per un gruppo prog. Volevo chiedere a Laura e Francesca come si trovano all'interno dei Mechanical Butterfly e che ruolo attivo hanno oltre a suonare e cantare?

"È chiaro che il nostro principale ruolo si compia musicalmente parlando: voce e tastiere sono fondamentali come ogni strumento/musicista del gruppo. Per il resto noi siamo fermamente convinte che un tocco femminile dia sempre quel quid in più, un po' di pepe e follia, nonché l'accuratezza per determinati dettagli che sono fondamentali. Diciamo che noi siamo la parte spumeggiante e sfrontata del gruppo!".

Qual è il rapporto fra voi due?

"Bèh diciamo che tra noi c'è una forte interazione non solo a livello professionale, ma soprattutto a livello umano. Siamo come due sorelle e nei momenti in cui, ad esempio nei live, si verificano problemi tecnici o disguidi, o dimenticanze, cerchiamo di non farli notare, dando vita, con innata complicità, a momenti di ilarità per smorzare la tensione".

Mi rivolgo ora a tutti. Che immagine vi potrebbe rappresentare a parte la "farfalla meccanica"?

"Mhmm... bella domanda! Più che una singola immagine forse è un collage di visioni eterogenee ciò che potrebbe meglio presentarci all'esterno, esattamente come tante e diverse per intensità e natura sono le ragioni che muovono la musica e spingono anche noi ad esprimerci in essa. Sicuramente, però, al centro campeggerebbe una maestosa fenice".

Quali sono le maggiori difficoltà nel realizzare un progetto come il vostro?

"Oltre alle spese che si affrontano per la produzione, troviamo difficoltà nel trovare gli spazi dove esibirci sopratutto al sud. Il web per noi è stato e continua ad essere un mezzo di diffusione e comunicazione importante, siamo riusciti a portare la nostra musica dall'altra parte del globo e a compiacere quel pubblico che numeroso ci ascolta dall'estero".

Sappiamo che ormai, col fenomeno internet, la musica è veramente alla portata di tutti e molti sono i ragazzi che cercano di dar vita ai loro progetti musicali. Cosa vi sentite di consigliare visto il surplus di gruppi e artisti che circolano?

" Forse semplicemente di badare alla sostanza e un po' meno all'apparenza... perché di quest'ultima ce n'è senz'altro in abbondanza, ma della prima, paradossalmente, se ne sente maggiormente l'esigenza adesso rispetto ai tempi passati! Spesso c'è troppa vacuità in bella mostra, in giro; mentre una comunicazione a livelli più profondi (e la riconosci perché è qualcosa che ti colpisce al di là dei gusti personali, musicali o artistici, perché è impellente e non può essere trattenuta, e sempre verrà fuori attraverso le forme più disparate) viene purtroppo relegata ai margini per pochi curiosi e avventurieri. Insomma, il consiglio che ci sentiamo di dare e che noi stessi seguiamo è quello di esprimervi liberamente. Le vostre composizioni devono innanzitutto soddisfare ed emozionare voi stessi. Dovete crederci! Se riuscite in questo, siete già a metà dell'opera".

Cosa vi rende originali e diversi dagli altri gruppi?

"Su, dai, non sapremmo davvero cosa rispondervi! Se questo può essere il pensiero vostro o del nostro pubblico, noi non possiamo far altro che ringraziare per il complimento e la stima. Ma non è il nostro primo obiettivo, quando componiamo qualcosa di nuovo, il "distinguerci a tutti i costi": semmai lo è realizzare qualcosa di artisticamente valido, comunicativamente denso ed emozionalmente onesto".

Progetti futuri?

"Sicuramente continueremo a promuovere il più possibile il nostro The Irresistible Gravity come abbiamo fatto fino ad adesso, muovendoci personalmente tra recensioni, passaggi radiofonici e ovviamente concerti dal vivo. Speriamo che qualcosa di più possa smuoversi a livello di visibilità anche grazie all'etichetta con cui siamo attualmente in distribuzione mondiale, la Ma.Ra.Cash Records. Per il resto possiamo soltanto dire che abbiamo in cantiere un paio di novità... ma ogni cosa a suo tempo!".


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