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Mediamacro, il cancro della democrazia

Creato il 10 maggio 2015 da Albertocapece

fine3Le elezioni inglesi dell’altro giorno, così come l’intricato dramma di Syriza in Grecia o la vicenda dell’Italicum da noi, sono una dimostrazione della fine della democrazia che si va producendo in occidente secondo diverse modalità e culture, ma  sempre attraverso la trasformazione in oligarchia degli strumenti attraverso i quali la democrazia rappresentativa dovrebbe funzionare. L’atomizzazione e la mediatizzazione della società ha permesso di rendere del tutto autonomi dal voto e dal giudizio dell’opinione pubblica gli assetti di potere: per quanto essi possano essere investiti da rabbia, delusione insofferenza, critica, per quanto possano agire nell’interesse di pochi a spese di molti, essi sono sostanzialmente al riparo da ribaltamenti. Grazie a sistemi elettorali che permettono maggioranze bulgare a fronte di una rappresentanza reale minima, ma soprattutto in virtù di un sistema mediatico espresso dalla stessa oligarchia e disposto a farsi megafono di slogan, di menzogne, tesi di comodo tutte ideologicamente orientate, partiti e apparati sono ormai un potere separato, un potere al di fuori della res -publica e subalterno a quello economico finanziario.

Lo vediamo con evidenza in Gran Bretagna dove un governo che sta portando la disuguaglianza e l’interesse di pochi a livelli estremi (vedi qui) ha comunque vinto le elezioni grazie alla non opposizione di sistema dei laburisti e alla frammentazione delle opposizioni. Come ha fatto notare Krugman poco più di un mese fa ( vedi qui)  la base della campagna elettorale dei conservatori si è basata su una menzogna radicale: che siano i tagli a welfare e tutele ad aver determinato quella piccola ripresa in gran parte statistica e per il resto assorbita totalmente dai ricchi, di cui Cameron mena vanto. In realtà il piccolo più davanti al Pil (dovuto anche ai nuovi criteri di calcolo) è frutto di tutt’altri fattori alcuni dei quali sono il contrario dell’austerità. Ciononostante si è affermata la tesi secondo la quale negli anni precedenti la crisi finanziaria, il governo britannico aveva fatto debiti irresponsabili che stavano portando il Regno Unito verso una sorta di crisi greca: dunque le politiche di tagli selvaggi erano essenziali. Inutile dire che nulla di tutto ha la ben che minima parentela con qualche verità fattuale visto che nel 2007, il debito pubblico in percentuale del PIL, era vicino al suo livello più basso in un secolo (e ben al di sotto del livello degli Stati Uniti), mentre il deficit di bilancio era molto piccolo. Eppure la menzogna è diventata una sacrosanta verità mediatica che nessuno osava, voleva o sapeva contestare. E ciò che Simon Wren-Lewis dell’Università di Oxford ha battezzato “mediamacro” ossia la trasformazione di un’opinione infondata in verità accertata tramite la sua diffusione .

In modi diversi la stessa cosa è avvenuta e sta avvenendo in Grecia: la scelta da parte di Syriza dell’eurismo ad ogni costo, la rinuncia fin dal documento di Salonicco alla messa a punto di un piano B che comunque avrebbe avuto un impatto rilevante sulle trattative,  ha fatto sì che anche i pochi media critici sul governo di destra e la sua adesione pratica e ideale ai diktat della troika, non abbiano tentato in nessun modo di decostruire la narrazione catastrofica in merito all’uscita dalla moneta unica che ha finito per imporsi come verbo unificato. Così  ora si assiste ad uno spettacolo terribile e paradossale assieme: man mano che crollano le illusioni in un’ Europa più giusta su cui Syriza aveva puntato, man mano che l’Europa si scopre come l’alibi per imporre le riforme strutturali neo-liberali volute dalla grande finanza, cresce la percentuale dei greci che teme di uscire dall’euro. La situazione è completamente diversa da quella inglese, ma i meccanismi di fondo sono gli stessi e denunciano l’estraneità dell’elite rispetto alle sue fonti di legittimazione e la capacità di diffondere le proprie tesi, così che grottescamente esse possono poi proporre le proprie mosse, i propri errori o forse le proprie inconfessate verità di fondo, come un’adesione alla volontà popolare. Insomma un caso diverso di mediamacro, ma sempre  dentro questo paradigma.

Dell’Italia non c’è nemmeno da parlare, tanto tutto questo è evidente, sia pure sotto forma di farsa mascalzona, di atellana, di povertà assoluta del discorso pubblico . Da noi del resto il partito padronale di Berlusconi ha anticipato i tempi e preparato alla mutazione e almeno in questo caso le vittime saranno colpevoli quanto i carnefici..


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