Silvio Berlusconi e Vincent Bollore' starebbero trattando per portare Mediaset sotto il controllo del colosso media francese, Vivendi. Lo scrive Repubblica aggiungendo che i colloqui delle settimane scorse tra esponenti della famiglia Berlusconi e i vertici della societa' transalpina avrebbero gia' portato a un accordo di massima.
L'accordo, precisa il giornale, consisterebbe in uno scambio azionario tra Mediaset e Vivendi, che operativamente dovrebbe concretizzarsi nella gestione dei canali Mediaset Premium da parte di Canal Plus, con una co-produzione di contenuti di qualita'. Si tratterebbe quindi di un piano ad ampio raggio che e' stato messo a punto da Bollore', il suo entourage e da Silvio Berlusconi, il quale alla soglia degli 80 anni si e' ormai convinto che il futuro di Mediaset non puo' essere gestito in famiglia. Il Governo Renzi, precisa il quotidiano, avrebbe una posizione neutrale in quanto non ha intenzione di interferire se si tratta di accordi tra societa' private e quotate in Borsa. All'apertura di Piazza Affari, le azioni Mediaset mettono a segno un rialzo del 2,28%.
" Con Vivendi si potrebbero trovare forme di collaborazione, ma non sono molto informato perche' di tutto si occupano mio figlio Pier Silvio e Fedele Confalonieri". Lo ha detto Silvio Berlusconi a Rtl 102.5 spiegando che "Vivendi e' molto interessata all'Italia. Sono molto amico di Bollore' che manifesta interesse su alcune cose, non Mediaset ma sulla nostra capacita' di fare prodotti per tutte le televisioni, i format, i programmi e il portafoglio di film e di altri spettacoli molto vasto"
Non bastava la leadership incontrastata nel business televisivo-pubblicitario in Italia e in Spagna. Ora la famiglia Berlusconi vuole dominare il mercato editoriale e mediatico tout court. Assumendo il ruolo di prim'attore nei settori gia' noti e presidiati e in quelli contigui. Perche' con un sistema-Paese che in pochi anni ha perso il 40% del suo valore non si poteva restare immobili ma reagire e andare a occupare quegli spazi ancora lasciati liberi dai competitor, nazionali ed esteri. Cosi' l'anno scorso, da Arcore, e' partito l'ordine di servizio: andate e comprate. Detto fatto. In meno di sei mesi, scrive Milano Finanza, le aziende editoriali che fanno capo alla galassia Fininvest della famiglia Berlusconi hanno messo a segno una serie di colpi mirabolanti. Avranno anche, secondo alcune interpretazioni di mercato, pagato caro lo shopping, ma erano mosse essenziali per continuare a crescere ed evitare che altri, soprattutto i player internazionali, si insediassero in mercati sempre piu' asfittici. Non bastava la leadership incontrastata nel business televisivo-pubblicitario in Italia e in Spagna. Ora la famiglia Berlusconi vuole dominare il mercato editoriale e mediatico tout court. Assumendo il ruolo di prim'attore nei settori gia' noti e presidiati e in quelli contigui.
Perche' con un sistema-Paese che in pochi anni ha perso il 40% del suo valore non si poteva restare immobili ma reagire e andare a occupare quegli spazi ancora lasciati liberi dai competitor, nazionali ed esteri. E cosi' Mediaset , mese dopo mese, nonostante il costante ritardo in fatto di ascolti dalla Rai, ha consolidato il suo ruolo di primo network televisivo commerciale privato arrivando a gennaio a incamerare quasi il 60% degli investimenti pubblicitari destinati dalle aziende alla tv. Una soglia mai raggiunta prima, che fa il paio con il dominio assoluto, anche in termini di share, della partecipata Mediaset Espana.