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Melania Rea: Salvatore Parolisi tenta ancora di farla franca

Creato il 13 dicembre 2014 da Nicola933

L'impronta insanguinata trovata sulla pedana del chiosco alle Casermette di Civitella del Tronto, in provincia di Teramo, nei pressi del quale venne ritrovato il corpo senza vita di Melania Rea, potrebbe essere la firma del suo assassino. Quella traccia non è stata lasciata da Salvatore Parolisi, accusato di essere il suo omicida, né corrisponde alle calzature indossate dalla vittima. È l'impronta di una persona mai identificata. Il sangue sulla stessa pedana è di Melania Rea e quella traccia è stata lasciata contestualmente allazio- ne omicidiaria. Non labbiamo rilevata noi della difesa, bensì i carabinieri del Ris. Secondo i nostri periti potrebbe trattarsi di una scarpa numero 40. Parolisi, invece, calza il numero 43.

L'impronta è parziale, quindi non si potrà risalire al modello di scarpa, ma al numero sicuramente sì. Pertanto abbiamo chiesto alla Corte di Cassazione di annullare parzialmente F ultima sentenza di condanna e rimandare tutto alla Corte dAppello per fare una nuova perizia e stabilire se si tratta, ad esempio, di una impronta lasciata da una scarpa da uomo o da donna e stabilirne, soprattutto, il numero". Così lawocato Nicodemo Gentile, difensore di Salvatore Parolisi, 35 anni, spiega a Giallo il contenuto della richiesta che ha inoltrato ai giudici della Corte di Cassazione, i quali il prossimo 10 febbraio dovranno decidere se confermare o meno la sentenza di condanna aller- gastolo per il militare. Come ormai saprete, infatti, i magistrati della Corte dAppello hanno condannato il marito di Melania Rea, 29 anni, uccisa con 35 coltellate il 18 aprile del 2011, al massimo della pena. Continua lawocato Nicode- mo Gentile: "La stessa richiesta, in passato, ci era stata respinta perché secondo i giudici della Corte dAppello non si conosceva quali scarpe indossava Salvatore Parolisi il giorno del delitto.

Melania Rea: Salvatore Parolisi tenta ancora di farla franca

Noi sosteniamo che, indipendentemente dal modello che calzava, ce da capire innanzitutto il numero di quell'impronta, che di sicuro non corrisponde al 43, cioè al numero che porta Parolisi". La notizia della richiesta di revisione del processo non ha colto di sorpresa Michele Rea, 34 anni, fratello di Melania, che dichiara a Giallo: "La vicenda deir impronta è del tutto irrilevante e sulla questione i giudici hanno già risposto nelle sedi opportune. Purtroppo sul luogo del delitto sono transitate molte persone e qualcuno potrebbe aver calpestato il sangue, inquinando irrimediabilmente la scena. Salvatore Parolisi, se fosse sicuro della sua innocenza, avrebbe potuto consegnare le scarpe che indossava il giorno degassassimo di Melania, invece non Tha mai fatto. Non mi viene neppure più voglia di appellarmi alla sua coscienza e ancora una volta di chiedergli di dire la verità su questa drammatica vicenda. Non lo farà mai, e noi familiari siamo stanchi di bugie e tentativi di depistaggio che il marito di Melania ha attuato in questi anni, accrescendo notevolmente il nostro dolore. Spero che quanto prima arrivi anche la sentenza di conferma di condanna allergastolo in Cassazione".

"LA SCENA DEL DELITTO E STATA CONTAMINATA" Rispetto alla richiesta di revisione parziale del processo avanzata dagli awocati di Parolisi, interviene anche il legale della famiglia Rea, il penalista Mauro Gionni. Dice l'avvocato: "La storia delPimpronta è vecchia ed è stata rilanciata adesso per scopi mediatici. Visto che si ritorna a parlare di questa impronta, mi preme sottolineare una cosa importante: in Appello, essendoci il rito abbreviato, è stata chiesta una perizia solo sull'ora della morte e non sulPimpronta. Ora un consulente di parte dice che l'impronta corrisponde a una scarpa numero 40, ma nella sentenza di Appello i giudici affermarono che quella traccia non era significativa, dal momento che gli stessi Ris la descrissero come una impronta troppo "limitata" sulla quale era impossibile ricavare qualcosa. E poi con cosa la confronteremmo oggi? Tra labro non è affatto scontato che l'impronta sia stata lasciata dalPassassino. La zona del delitto è stata contaminata: in troppi hanno camminato sulla scena del crimine una volta trovato il corpo senza vita della povera Melania".


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