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Memoria episodica: funzioni e significati

Da Psychomer
by Tatiana Porcelli on marzo 16, 2012

Avete mai sentito parlare di memoria episodica? Essa fa riferimento alla rievocazione consapevole di fatti personali appartenenti al passato. Le informazioni relative a questi eventi sono quindi, ancorate a determinate coordinate spazio-temporali. Essa porta alla costruzione dei “self-schemas” ovvero rappresentazioni valutative di se stessi, che a loro volta filtrano e valutano gli eventi presenti, reinterpretano quelli passati e influenzano i progetti futuri sulla base di una “coerenza del sé”.

I ricordi autobiografici rappresentano quindi il fondamento del sé per diversi motivi:

è stato notato che le informazioni coerenti con l’idea che si ha di sé sono ricordate in modo più dettagliato e sono più facilmente accessibili rispetto alle informazioni discrepanti (self-reference effect – Wagar e Cohen, 2003). Nella costruzione dell’identità, l’individuo integra informazioni già possedute con informazioni nuove, rendendo fondamentale la partecipazione della memoria di lavoro (Conway e Pleydell-Pierce, 2000). Recenti studi hanno inoltre messo in evidenza che lo stato del proprio umore esercita un’influenza sul ricordo degli eventi. È stato infatti notato che le persone depresse, confrontate con soggetti non depressi, oltre a ricordare più parole negative e ad avere una maggiore attivazione corticale con termini negativi, ricordano un maggior numero di episodi negativi del proprio passato.

Particolare rilevanza assumono poi, i ricordi con valenza negativa nel disturbo post-traumatico da stress (DPTS); in questo disturbo si verifica che i pensieri e/o ricordi spiacevoli irrompono nella normale attività in modo rapido e spontaneo (Brewin, Reynolds e Tata, 1998) causando un’intensa rivisualizzazione delle scene traumatiche (flashback) accompagnate da attivazione fisiologica (sudorazione, battito cardiaco accelerato): l’esperienza traumantica viene rivissuta attraverso ricordi frammentari e disorganizzati.

La memoria episodica è quindi un sistema fondamentale e delicato della nostra identità ed al tempo stesso precocemente deteriorabile. Le persone anziane infatti ricordano informazioni semantiche, ma hanno difficoltà a richiamare la fonte; presentano ricordi meno vividi, ma con maggiore ricchezza elaborativa per l’inserimento di interpretazioni e sentimenti personali ed utilizzano rievocazioni meno ricche di particolari episodici e più focalizzate sugli aspetti semantici. I giovani, differentemente, si focalizzano su particolari legati a luoghi, immagini e emozioni (Levine et al. 2002).

Questo dimostra quanto l’esperienza soggettiva sia significativa nella vita di ciascuno e quanto lo sia altrettanto il processo di memorizzazione ad essa connesso; tale da influenzare, in relazione all’età, significati, vissuti e struttura del sé.


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