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Memorie di una Geisha

Creato il 25 agosto 2013 da Ildormiglione @ildormiglione

Questa recensione nasce in seguito ad un dibattito, con il pubblico, dopo la proiezione della pellicola all’interno del cineforum interattivo “(004)Days of summer”. 

Memorie di una GeishaLa Geisha più che essere un’artista è un’opera d’arte, perchè l’artista esprime se stesso attraverso le proprie opere, mentre nel film la Geisha è fondamentalmente capace di rinunciare al proprio io, alla propria ambizione, ed al proprio essere, pur di piacere agli altri. E’ con questa concezione che viene impostato il film, diretto dall’americano Rob Marshall che si diletta lanciando uno sguardo al lontano oriente. Missione riuscita a metà perchè la pellicola, girata a L.A, se da un lato racchiude gran parte della cultura giapponese degli anni ’30, dall’altra, a livello meramente tecnico, è davvero poco orientale essendo costruita su riprese canoniche e quasi scolastiche e troppo poco su immagini simboliche, primi piani onirici e paesaggi dove perdersi. E’ un dato di fatto quindi che il film sia americano nel midollo, stilisticamente e tecnicamente, tuttavia Rob Marshall riesce nell’impresa di avvicinarci ad un mondo lontano, come quello giapponese, spingendo, inconsapevolmente prima sulle differenze tra mondi diversi e poi sulle analogie. La somiglianza tra l’educazione della Geisha, impostata su codici rigidissimi, a volte sembra ricordare quella delle donne nel sud Italia dello stesso periodo, essendo entrambe fondate sulla sudditanza all’uomo e su una società fortemente maschilista. Una società tuttavia in cui spesso i ruoli si invertono e se formalmente l’uomo ha il potere, nella concretezza la donna riesce ad impossessarsi quando e come vuole dello “scettro”. Ma quando si parla di Giappone, sarebbe riduttivo parlare di società senza intrufolarsi nella filosofia e nell’arte, e come detto la geisha è l’incarnazione di tutto ciò. E nella scena del lago, una delle più orientali se non l’unica, c’è forse racchiuso il senso generale dell’arte e dell’artista secondo l’occidentale medio: l’arte è hobby, prostituzione. E questo è uno dei motivi per cui in Cina il film è stato fortemente censurato, oltre che per il sentimento anti-giapponese storicamente presente, essendo le protagoniste Zhang Zihy e Gong Li cittadine cinesi e considerando la Geisha e l’arte associabili entrambe alla prostituzione. Che Rob Marshall abbia voluto provocare il governo cinese e la sua repressione culturale? Non ci è dato saperlo, tuttavia un parere sulla figura dell’America, onnipresente in tutte le situazioni, si può esprimere. Se da un lato, come scritto prima, Rob Marshall sforna un’americanata, di cui va sottolineata una colonna sonora eccezionale, dall’altro gli Stati Uniti vengono dipinti in maniera estremamente folkloristica e con accezione fortemente negativa. L’invasione del turismo di massa ed il consumismo tipicamente occidentale sembrano, almeno secondo Marshall, aver distrutto l’intero senso della vita, cancellando l’arte e l’artista, e rendendo tutto molto più materiale e quindi superficiale. Ma “Memorie di una Geisha“, pur convivendo con certe convinzioni e certi stili, attraverso tanti temi come amore, invidia, amicizia, rivalità, arte, alcuni affrontati in maniera troppo pedante ed altri forse in maniera troppo superficiale, diventa fondamentale per avvicinarsi al mondo lontano del Giappone. Certo è che il lieto fine (senza spoilerare nonostante una prevedibilità occidentale da far rabbrividire) sembra costruito per strappare applausi e qualche lacrima sospirata, essendo un film di 144 minuti, eppure non cancella quanto di buono intravisto, tra l’arte della seduzione, tra l’eleganza dei modi che cattura e travia lo spettatore, tra gli elementi fortemente giapponesi come Sumo, danza, alberi di ciliegio e riservatezza dei propri sentimenti. In definitiva è un film che, nonostante l’eccessiva durata, spesso sembra dimenticarsi di tanti aspetti fondamentali. O molto più probabilmente parla di un mondo talmente affascinante e, per alcuni versi sconosciuto, che non ci sarebbe mai tempo sufficiente per raccontarlo tutto.

Voto 7-

Memorie di una Geisha
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