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Menù da "Il pranzo di Babette" di Karen Blixen

Da Patiba @patiba1

 

Quando uscì nel 1987, il film "Il pranzo di Babette (Babette's Feast)", ottenne un successo così clamoroso da assicurarsi l'Oscar. Non tanto clamoroso, però, quanto fu quello ottenuto nel 1958 dal racconto di Karen Blixen, l'autrice de "La mia Africa" e una delle massime scrittrici del Novecento, verso cui personaggi come Ernest Hemingway e Orson Welles nutrivano un'autentica devozione. Babette, la misteriosa donna che le due sorelle accettano in casa come domestica, è in realtà una chef e lo dimostrerà con un pranzo delle meraviglie che allestisce a proprie spese, e grazie al quale una comunità lacerata, luterana e chiusa, riscoprirà la gioia di vivere. Una sorta di rovesciamento miracoloso dell'Ultima Cena, il pranzo cabalistico di Babette ha un posto riservato per tutti i gourmet della grande letteratura.
www.lafeltrinelli.it/products

In un piccolo paese norvegese, alla fine del XIX secolo, un Reverendo fonda una propria comunità di seguaci e alleva con purezza e riserbo due figlie ricche di qualità e doti. Le due giovani donne non rimangono inosservate, due visitatori del villaggio infatti si innamorano di loro, per dover però rinunciare al loro sogno di fronte alla impossibilità di entrare e di essere accettati fino in fondo nel loro mondo. Il riserbo e l'educazione rigorosa che le due hanno ricevuto dal reverendo hanno ridotto e frenato la realizzazione dei loro desideri e delle loro aspirazioni. Passano così 35 anni di vita quando una lettera di uno dei due uomini introduce in scena il personaggio di Babette, che costretta ad andarsene da Parigi (ricercata dalla polizia dopo i giorni della Comune di Parigi) vorrebbe trovare rifugio nel piccolo villaggio.
L'arrivo di Babette sarà la forza scatenante che andrà a muovere la stagnante energia del villaggio. Assunta come governante dalle due donne, Babette scopre di aver vinto alla lotteria. Decide allora di organizzare un grande pranzo in onore della ricorrenza del compleanno del defunto Reverendo, ormai diventato una guida spirituale per tutto il paese. La sola idea del pranzo scatena stupore ed inquitudine ma nessuna osa chiedere nulla a proposito.
Babette introduce la gioia di una vincita, ma non solo. Lascia che emozioni e meraviglia irrompano nelle restrizioni e nella quotidianità anestetizzata dalle grandi emozioni. Non solo. Il pranzo che Babette organizzerà sarà al di fuori di ogni abitudine sensoriale ed emozionale per gli abitanti del villaggio. Babette per l'occasione ha infatti ordinato il cibo più raffinato, le salse, le spezie, le tovaglie di lino, i piatti di ceramica direttamente da Parigi. Un'invasione di colori, di bellezza, di armonia, di piacere e di gusti raffinati squarciano il velo dell' umile e modesto stile di vita del paese che aveva impedito alle due donne di cogliere il gusto della vita, di coltivare la loro arte o i loro amori.
In un mondo di moralismi e di regole controllate, dove i desideri e gli istinti venivano controllati e compressi nel minimo necessario, Babette introduce la passione, le emozioni e il gusto per il bello attraverso un pranzo che cambierà il destino del villaggio e dei suoi abitanti. I personaggi sembrano infatti liberarsi da una
sorta di qualche catena che li lega da 35 anni: cominciano a rivelarsi cose mai dette prima e una nuova linfa vitale sembra pervadere nuovamente i rapporti tra le persone.
culturaspettacolovenezia.it


Il delizioso racconto è stato successivamente trasformato in un film delicato ed emozionante (diretto da Gabriel Axel), vincitore del premio Oscar come miglior film straniero nel 1988.

  "La biancheria da tavola e l'argenteria erano state magistralmente stirate e lucìcidate, e caraffe e  bicchieri erano arrivati solo Babette sapeva da dove..." Menù
Brodo di tartaruga

Blinis Dermidoff (grano saraceno con caviale e panna acida)
Quaglie in crosta con salsa Périgourdine (foie gras e salsa al tartufo)
Insalata mista
Formaggi francsesi
Savarin al rum
Frutta mista
Caffè
Friandises (piccola pasticceria): pinolate, frollini, amaretti
Vini Amontillado Clos de Vougeot 1845 Champagne Veuve Clicquot 1860   ***

Soupe à la tortue Brodo di tartaruga

"Il generale Loewenhielm, che sospettava un poco di quel vino, ne bevve un sorsetto, sussultò, sollevò il bicchiere prima all'altezza del naso e poi degli  occhi, e lo posò poi, sbalordito. "Che strano!" Pensò. "Amontillado! e del miglior Amontillado che mai abbia assaggiato."Dopo un attimo, per mettere alla prova le reazioni del suo gusto, prese una mezza cucchiaiata di minestra, poi una cucchiaiata piena, e posò il cucchiaio. "E' veramente strano!" disse a se stesso, "perchè sto certamente bevendo brodo di tartaruga... e che brodo di tartaruga!" Fu preso da uno strano panico e si vuotò il bicchiere."

Blinis Dermidoff

500 gr. di latte, 150 gr. di farina 00, 25 gr. di lievito di birra.

Fare lievitare 30 minuti.
Aggiungere: 200 gr. di farina di grano saraceno, 120 gr. di burro, 2 tuorli,  3 albumi a neve, sale.
Sciogliere il burro, unirlo ai tuorli, sale incorporarli nell'impasto lievitato, addensare con la farina di grano saraceno. Fare lievitare 30minuti. Incorporare 3 albumi a neve deve risultare un composto fluido come quello delle crepes. Ungere una padella piccola anti aderente con burro e preparare delle crepes spesse.
Accompagnare i blinis con: Salsa Smetana, erba cipollina o aneto o cetriolo, caviale, salmone affumicato, bottarga, arringa affumicata.

"Il generale Loewenhielm, che doveva dominare la conversazione alla mensa, riferì che la raccolta dei sermoni del decano era il libro prediletto della regina. Ma quando fu servita una nuova pietanza rimase in silenzio. "Inaudito!" disse a se stesso, "qyuesto è Blinis Demidoff!". Si guardò attorno, osservò i suoi compagni di tavola. Mangiavano tutti calmi calmi il loro Blinis Demidoff, senza dar mai segno di stupore o di approvazione, come se lo avessero mangiato ogni giorno per trent'anni di fila."

Salsa Smetana
500 gr. di panna da montare, 60 gr. di Yogurt naturale, 3 gocce di limone.Mescolare gli ingredienti e lasciare maturare coperto per 2 giorni a temperatura ambiente. Filtrare, montare con le fruste, condire con sale, pepe, limone. E' pronta quando il cucchiaio resta in piedi.
Vini: Vodka ghiacciata, Champagne, Arnesi Blangè di Ceretto

Cailles en sarcophage
Quaglie in crosta

Per 4 persone
4 Quaglie disossate, tartufo nero,2 cucchiai di Madera, brodo, 4 vol au vent,
Per il paté
75 gr. Fegatini di pollo, 50 gr. di champignons  tritati, 12 scalogno tritato, 60 gr. di lardo a cubetti, 4 fettine di lardo,
50 gr. di burro,  sale, pepe, timo, vino bianco.
Rosolate il lardo nel burro, toglierlo e nel fondo rosolare i fegatini, riaggiungere il lardo gli champignons lo scalogno timo sale pepe e saltare tutto per 2 minuti. Togliere i fegatini e sfumare col vino bianco poi passare tutto al mixer aggiungendo burro. Mettere in frigorifero. Riempire le quaglie col patè mettervi sopra una lamella di tartufo e avvolgere con la fetta di pancetta. Cuocere in pirofila con burro a 200°C per 1518 minuti. Togliere le quaglie e diluire il fondo con madera e brodo. Mettere le quaglie nei vol au vent, nappare col fondo e infornare per 5 minuti.
Vino: Barbaresco, Chianti, Inferno, Sassella
"Il generale Loewenhielm smise di mangiare e si fece immobile, Era nuovamente riportato indietro nel tempo, al pranzo di Parigi che gli era ritornato alla memoria sulla slitta. un piatto incredibilmente ricercato e gustoso era stato servito quella sera, egli ne aveva chiesto il nome al suo vicino, il colonnello Galliffet, e il colonnello gli aveva detto, sorridendo, che si chiamava Cailles en sarcophage. Gli aveva, poi, spiegato che quel piatto era stato inventato dal cuoco dello stesso café in cui stavano pranzando, persona nota  in tutta Parigi come il più grande genio culinario dell'epoca, e - tanto più sorprendente - quel cuocoo era una donna! "Infatti," diceva il colonnello Galliffet, " questa donna sta ora trasformando un pranzo al Café Anglais in una specie di avventura amorosa - una di quelle avventure amorose nobili e romantiche in cui si distingue più tra la fame, o la sazietà, del corpo e quella dello spirito!" Salade Insalata mista Radicchio belga e noci in vinaigrette. Savarin au rhum avec des fruits glacé Savarin al rum con frutta glassata Ricetta del Savarin di Pellegrino Artusi (leggi)

Frutta mista

Uva, pesche, papaia, ananas e melograne

"Il generale Loewenhielm non si stupì più di nulla. Quando pochi minuti dopo, si vide davanti uva, pesche e fichi freschi, rise guardando il commensale che gli stava di fronte e osservò: "Che splendida uva !" Il vicino rispose: "E scesero fino al ruscello di Escol e spaccarono un ramo con un grappolo d'uva. E lo portarono in due infilato su un palo". Allora il generale sentì che era giunto il momento di pronunciare un discorso."

Champagne Veuve Clicquot

"Il ragazzo colmò di nuovo i bicchieri. Questa volta i Fratelli e le Sorelle capirono che quanto era loro dato da bere non era vino, perchè spumeggiava. Doveva essere una specie di limonata. La limonata conveniva al loro stato d'animo esaltato e sembrava sollevarli da terra fino a una sfera più alta e più pura.
Il generale Loewenhielm posò di nuovo il bicchiere, si rivolse al suo vicino di destra e gli disse: " Ma questo è certamente Veuve Clicquot 1860!". Il vicino lo guardò cortesemente, gli sorrise e fece un'osservazione sul tempo"

Amontillado bianco ambra

Semi-dry Sherry: Vino liquoroso spagnolo.

"Il generale Loewenhielm, che sospettava un poco di quel vino, ne bevve un sorsetto, sussultò, sollevò il bicchiere prima all'altezza del naso e poi degli  occhi, e lo posò poi, sbalordito. "Che strano!" Pensò. "Amontillado! e del miglior Amontillado che mai abbia assaggiato."

Guarda i video

Leggi il post

  • Zuppa di pane e birra norvegese - Norsk Øl Suppe
*** Incipit del libro Capricci del destino (Anecdotes of destiny) - Il Pranzo di Babette (Feltrinelli, 1984)
"In Norvegia c’è un fiordo – un braccio di mare lungo e stretto chiuso tra alte montagne – che si chiama Berlevaag Fjord. AI piedi di quelle montagne il paese di Berlevaag sembra un paese in miniatura, composto da casine di legno tinte di grigio, di giallo, di rosa e di tanti altri colori. Sessantacinque anni fa, in una delle casine gialle, vivevano due anziane signore. A quell’epoca altre signore portavano il busto, e le due sorelle avrebbero potuto portarlo con altrettanta grazia, perché erano alte e flessuose. Ma non avevano mai posseduto un oggetto di moda, e per tutta la vita si erano vestite dimessamente, di grigio o di nero. Erano state battezzate col nome di Martina e di Filippa, in onore di Lutero e del suo amico Filippo Melantone. Il loro padre era stato decano e profeta, fondatore di una setta o di un pio partito ecclesiastico noto e riverito in tutta la nazione norvegese. I suoi accoliti rinunciavano ai piaceri del mondo, perché la terra e tutto quanto essa offriva era per loro soltanto una specie di illusione, e la vera realtà era la Nuova Gerusalemme verso la quale essi aspiravano. Non facevano voti, ma comunicavano tra loro con un sì sì o un no no, e si chiamavano Fratello e Sorella."

Brano tratto da Capricci del destino - Il Pranzo di Babette (Feltrinelli, 1984)

Dopo un pezzo le guardò fissamente e disse: "Una volta ero cuoca al Café Anglais."Martina ripetè: "L'hanno pensato tutti che era un ottimo pranzo." E siccome Babette non rispondeva una parola, soggiunse: "Ricorderemo tutti questa serata quando voi sarete tornata a Parigi, Babette."
Babette disse: "Non torno a Parigi."
"Non tornate a Parigi?" Sono andati tutti, li ho persi tutti, mesdames."(..)
(..) Alla fine di un altro lungo silenzio Babette fece all'improvviso un sorrisetto, e disse:
" E come potrei tornare a Parigi, mesdames? Io non ho danaro."
" Non avete danaro?" gridarono le sorelle, come con una bocca sola. "No," disse Babette.
" Ma i diecimila franchi?" chiesero le sorelle, ansimando inorridite.
" I diecimila franchi sono stati spesi, mesdames, " disse Babette.
Le sorelle si misero a sedere. Per un intero minuto non riuscirono a parlare.
" Ma diecimila franchi?" sussurrò lentamente Martina.
" Che volete, mesdames," disse Babette, con grande dignità.
« Un pranzo» per dodici al Café Anglais costerebbe diecimila franchi.....
"Cara Babette," disse con dolcezza, " non dovevate dar via tutto quanto avevate per noi".
Babette avvolse le sue padrone in uno sguardo profondo,
uno strano sguardo: non v'era, in fondo ad esso, pietà e forse scherno?
"Per voi?" replicò. "No. Per me."
Si alzò dal ceppo e si fermò davanti alle sorelle, ritta. "Io sono una grande artista," disse. Aspettò un momento, poi ripetè: "Sono una grande artista, mesdames."
Poi, per un pezzo, vi fu in cucina un profondo silenzio.
Allora Martina disse:"E adesso sarete povera per tutta la vita, Babette?"
"Povera?" disse Babette. Sorrise come a se stessa. "No.
Non sarò mai povera. Ho detto che sono una grande artista.
Un grande artista, mesdames, non è mai povero. Abbiamo qualcosa, mesdames, di cui gli altri non sanno nulla."

***


Karen Blixen, al secolo Karen Christence Dinesen, nasce nel 1885 a Rungstedlund, in Danimarca. Figlia di un proprietario terriero anche dedito alla politica, divise la prima parte della sua esistenza tra la serena routine della residenza di campagna del padre e gli agi e le mollezze mondane della vicina della vicina capitale Copenaghen. Dimostra fin da subito un carattere originale e indipendente, sposando il cugino svedese, il barone Bror von Blixen-Finecke, nel 1913 e decidendo di trasferirsi con lui in Kenya per acquistare una fattoria. Annoiata dalle banalità dei salotti europei, da ampio sfogo alla personalità romantica e ribelle costruendosi una nuova vita: successivamente al matrimonio a Mombasa nel 1914, si trasferisce nei pressi di Nairobi all’interno di una grande piantagione di caffè. Anche se l’idillio con Bros termina nel giro di pochi anni (lui tornerà in Europa dopo il divorzio nel 1921), Karen resta nella sua piantagione, dirigendola con passione e oculatezza per ben diciassette anni.
culturaspettacolovenezia.it

 

Quando uscì nel 1987, il film "Il pranzo di Babette (Babette's Feast)", ottenne un successo così clamoroso da assicurarsi l'Oscar. Non tanto clamoroso, però, quanto fu quello ottenuto nel 1958 dal racconto di Karen Blixen, l'autrice de "La mia Africa" e una delle massime scrittrici del Novecento, verso cui personaggi come Ernest Hemingway e Orson Welles nutrivano un'autentica devozione. Babette, la misteriosa donna che le due sorelle accettano in casa come domestica, è in realtà una chef e lo dimostrerà con un pranzo delle meraviglie che allestisce a proprie spese, e grazie al quale una comunità lacerata, luterana e chiusa, riscoprirà la gioia di vivere. Una sorta di rovesciamento miracoloso dell'Ultima Cena, il pranzo cabalistico di Babette ha un posto riservato per tutti i gourmet della grande letteratura.
www.lafeltrinelli.it/products

In un piccolo paese norvegese, alla fine del XIX secolo, un Reverendo fonda una propria comunità di seguaci e alleva con purezza e riserbo due figlie ricche di qualità e doti. Le due giovani donne non rimangono inosservate, due visitatori del villaggio infatti si innamorano di loro, per dover però rinunciare al loro sogno di fronte alla impossibilità di entrare e di essere accettati fino in fondo nel loro mondo. Il riserbo e l'educazione rigorosa che le due hanno ricevuto dal reverendo hanno ridotto e frenato la realizzazione dei loro desideri e delle loro aspirazioni. Passano così 35 anni di vita quando una lettera di uno dei due uomini introduce in scena il personaggio di Babette, che costretta ad andarsene da Parigi (ricercata dalla polizia dopo i giorni della Comune di Parigi) vorrebbe trovare rifugio nel piccolo villaggio.
L'arrivo di Babette sarà la forza scatenante che andrà a muovere la stagnante energia del villaggio. Assunta come governante dalle due donne, Babette scopre di aver vinto alla lotteria. Decide allora di organizzare un grande pranzo in onore della ricorrenza del compleanno del defunto Reverendo, ormai diventato una guida spirituale per tutto il paese. La sola idea del pranzo scatena stupore ed inquitudine ma nessuna osa chiedere nulla a proposito.
Babette introduce la gioia di una vincita, ma non solo. Lascia che emozioni e meraviglia irrompano nelle restrizioni e nella quotidianità anestetizzata dalle grandi emozioni. Non solo. Il pranzo che Babette organizzerà sarà al di fuori di ogni abitudine sensoriale ed emozionale per gli abitanti del villaggio. Babette per l'occasione ha infatti ordinato il cibo più raffinato, le salse, le spezie, le tovaglie di lino, i piatti di ceramica direttamente da Parigi. Un'invasione di colori, di bellezza, di armonia, di piacere e di gusti raffinati squarciano il velo dell' umile e modesto stile di vita del paese che aveva impedito alle due donne di cogliere il gusto della vita, di coltivare la loro arte o i loro amori.
In un mondo di moralismi e di regole controllate, dove i desideri e gli istinti venivano controllati e compressi nel minimo necessario, Babette introduce la passione, le emozioni e il gusto per il bello attraverso un pranzo che cambierà il destino del villaggio e dei suoi abitanti. I personaggi sembrano infatti liberarsi da una
sorta di qualche catena che li lega da 35 anni: cominciano a rivelarsi cose mai dette prima e una nuova linfa vitale sembra pervadere nuovamente i rapporti tra le persone.
culturaspettacolovenezia.it


Il delizioso racconto è stato successivamente trasformato in un film delicato ed emozionante (diretto da Gabriel Axel), vincitore del premio Oscar come miglior film straniero nel 1988.

  "La biancheria da tavola e l'argenteria erano state magistralmente stirate e lucìcidate, e caraffe e  bicchieri erano arrivati solo Babette sapeva da dove..." Menù
Brodo di tartaruga

Blinis Dermidoff (grano saraceno con caviale e panna acida)
Quaglie in crosta con salsa Périgourdine (foie gras e salsa al tartufo)
Insalata mista
Formaggi francsesi
Savarin al rum
Frutta mista
Caffè
Friandises (piccola pasticceria): pinolate, frollini, amaretti
Vini Amontillado Clos de Vougeot 1845 Champagne Veuve Clicquot 1860   ***

Soupe à la tortue Brodo di tartaruga

"Il generale Loewenhielm, che sospettava un poco di quel vino, ne bevve un sorsetto, sussultò, sollevò il bicchiere prima all'altezza del naso e poi degli  occhi, e lo posò poi, sbalordito. "Che strano!" Pensò. "Amontillado! e del miglior Amontillado che mai abbia assaggiato."Dopo un attimo, per mettere alla prova le reazioni del suo gusto, prese una mezza cucchiaiata di minestra, poi una cucchiaiata piena, e posò il cucchiaio. "E' veramente strano!" disse a se stesso, "perchè sto certamente bevendo brodo di tartaruga... e che brodo di tartaruga!" Fu preso da uno strano panico e si vuotò il bicchiere."

Blinis Dermidoff

500 gr. di latte, 150 gr. di farina 00, 25 gr. di lievito di birra.

Fare lievitare 30 minuti.
Aggiungere: 200 gr. di farina di grano saraceno, 120 gr. di burro, 2 tuorli,  3 albumi a neve, sale.
Sciogliere il burro, unirlo ai tuorli, sale incorporarli nell'impasto lievitato, addensare con la farina di grano saraceno. Fare lievitare 30minuti. Incorporare 3 albumi a neve deve risultare un composto fluido come quello delle crepes. Ungere una padella piccola anti aderente con burro e preparare delle crepes spesse.
Accompagnare i blinis con: Salsa Smetana, erba cipollina o aneto o cetriolo, caviale, salmone affumicato, bottarga, arringa affumicata.

"Il generale Loewenhielm, che doveva dominare la conversazione alla mensa, riferì che la raccolta dei sermoni del decano era il libro prediletto della regina. Ma quando fu servita una nuova pietanza rimase in silenzio. "Inaudito!" disse a se stesso, "qyuesto è Blinis Demidoff!". Si guardò attorno, osservò i suoi compagni di tavola. Mangiavano tutti calmi calmi il loro Blinis Demidoff, senza dar mai segno di stupore o di approvazione, come se lo avessero mangiato ogni giorno per trent'anni di fila."

Salsa Smetana
500 gr. di panna da montare, 60 gr. di Yogurt naturale, 3 gocce di limone.Mescolare gli ingredienti e lasciare maturare coperto per 2 giorni a temperatura ambiente. Filtrare, montare con le fruste, condire con sale, pepe, limone. E' pronta quando il cucchiaio resta in piedi.
Vini: Vodka ghiacciata, Champagne, Arnesi Blangè di Ceretto

Cailles en sarcophage
Quaglie in crosta

Per 4 persone
4 Quaglie disossate, tartufo nero,2 cucchiai di Madera, brodo, 4 vol au vent,
Per il paté
75 gr. Fegatini di pollo, 50 gr. di champignons  tritati, 12 scalogno tritato, 60 gr. di lardo a cubetti, 4 fettine di lardo,
50 gr. di burro,  sale, pepe, timo, vino bianco.
Rosolate il lardo nel burro, toglierlo e nel fondo rosolare i fegatini, riaggiungere il lardo gli champignons lo scalogno timo sale pepe e saltare tutto per 2 minuti. Togliere i fegatini e sfumare col vino bianco poi passare tutto al mixer aggiungendo burro. Mettere in frigorifero. Riempire le quaglie col patè mettervi sopra una lamella di tartufo e avvolgere con la fetta di pancetta. Cuocere in pirofila con burro a 200°C per 1518 minuti. Togliere le quaglie e diluire il fondo con madera e brodo. Mettere le quaglie nei vol au vent, nappare col fondo e infornare per 5 minuti.
Vino: Barbaresco, Chianti, Inferno, Sassella
"Il generale Loewenhielm smise di mangiare e si fece immobile, Era nuovamente riportato indietro nel tempo, al pranzo di Parigi che gli era ritornato alla memoria sulla slitta. un piatto incredibilmente ricercato e gustoso era stato servito quella sera, egli ne aveva chiesto il nome al suo vicino, il colonnello Galliffet, e il colonnello gli aveva detto, sorridendo, che si chiamava Cailles en sarcophage. Gli aveva, poi, spiegato che quel piatto era stato inventato dal cuoco dello stesso café in cui stavano pranzando, persona nota  in tutta Parigi come il più grande genio culinario dell'epoca, e - tanto più sorprendente - quel cuocoo era una donna! "Infatti," diceva il colonnello Galliffet, " questa donna sta ora trasformando un pranzo al Café Anglais in una specie di avventura amorosa - una di quelle avventure amorose nobili e romantiche in cui si distingue più tra la fame, o la sazietà, del corpo e quella dello spirito!" Salade Insalata mista Radicchio belga e noci in vinaigrette. Savarin au rhum avec des fruits glacé Savarin al rum con frutta glassata Ricetta del Savarin di Pellegrino Artusi (leggi)

Frutta mista

Uva, pesche, papaia, ananas e melograne

"Il generale Loewenhielm non si stupì più di nulla. Quando pochi minuti dopo, si vide davanti uva, pesche e fichi freschi, rise guardando il commensale che gli stava di fronte e osservò: "Che splendida uva !" Il vicino rispose: "E scesero fino al ruscello di Escol e spaccarono un ramo con un grappolo d'uva. E lo portarono in due infilato su un palo". Allora il generale sentì che era giunto il momento di pronunciare un discorso."

Champagne Veuve Clicquot

"Il ragazzo colmò di nuovo i bicchieri. Questa volta i Fratelli e le Sorelle capirono che quanto era loro dato da bere non era vino, perchè spumeggiava. Doveva essere una specie di limonata. La limonata conveniva al loro stato d'animo esaltato e sembrava sollevarli da terra fino a una sfera più alta e più pura.
Il generale Loewenhielm posò di nuovo il bicchiere, si rivolse al suo vicino di destra e gli disse: " Ma questo è certamente Veuve Clicquot 1860!". Il vicino lo guardò cortesemente, gli sorrise e fece un'osservazione sul tempo"

Amontillado bianco ambra

Semi-dry Sherry: Vino liquoroso spagnolo.

"Il generale Loewenhielm, che sospettava un poco di quel vino, ne bevve un sorsetto, sussultò, sollevò il bicchiere prima all'altezza del naso e poi degli  occhi, e lo posò poi, sbalordito. "Che strano!" Pensò. "Amontillado! e del miglior Amontillado che mai abbia assaggiato."

Guarda i video
  • Arrivano gli ingredienti di Babette
  • Preparazione e pranzo
  • Blinis Dermidoff
  • Cailles en sarcophage

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  • Zuppa di pane e birra norvegese - Norsk Øl Suppe
*** Incipit del libro Capricci del destino (Anecdotes of destiny) - Il Pranzo di Babette (Feltrinelli, 1984)
"In Norvegia c’è un fiordo – un braccio di mare lungo e stretto chiuso tra alte montagne – che si chiama Berlevaag Fjord. AI piedi di quelle montagne il paese di Berlevaag sembra un paese in miniatura, composto da casine di legno tinte di grigio, di giallo, di rosa e di tanti altri colori. Sessantacinque anni fa, in una delle casine gialle, vivevano due anziane signore. A quell’epoca altre signore portavano il busto, e le due sorelle avrebbero potuto portarlo con altrettanta grazia, perché erano alte e flessuose. Ma non avevano mai posseduto un oggetto di moda, e per tutta la vita si erano vestite dimessamente, di grigio o di nero. Erano state battezzate col nome di Martina e di Filippa, in onore di Lutero e del suo amico Filippo Melantone. Il loro padre era stato decano e profeta, fondatore di una setta o di un pio partito ecclesiastico noto e riverito in tutta la nazione norvegese. I suoi accoliti rinunciavano ai piaceri del mondo, perché la terra e tutto quanto essa offriva era per loro soltanto una specie di illusione, e la vera realtà era la Nuova Gerusalemme verso la quale essi aspiravano. Non facevano voti, ma comunicavano tra loro con un sì sì o un no no, e si chiamavano Fratello e Sorella."

Brano tratto da Capricci del destino - Il Pranzo di Babette (Feltrinelli, 1984)

Dopo un pezzo le guardò fissamente e disse: "Una volta ero cuoca al Café Anglais."Martina ripetè: "L'hanno pensato tutti che era un ottimo pranzo." E siccome Babette non rispondeva una parola, soggiunse: "Ricorderemo tutti questa serata quando voi sarete tornata a Parigi, Babette."
Babette disse: "Non torno a Parigi."
"Non tornate a Parigi?" Sono andati tutti, li ho persi tutti, mesdames."(..)
(..) Alla fine di un altro lungo silenzio Babette fece all'improvviso un sorrisetto, e disse:
" E come potrei tornare a Parigi, mesdames? Io non ho danaro."
" Non avete danaro?" gridarono le sorelle, come con una bocca sola. "No," disse Babette.
" Ma i diecimila franchi?" chiesero le sorelle, ansimando inorridite.
" I diecimila franchi sono stati spesi, mesdames, " disse Babette.
Le sorelle si misero a sedere. Per un intero minuto non riuscirono a parlare.
" Ma diecimila franchi?" sussurrò lentamente Martina.
" Che volete, mesdames," disse Babette, con grande dignità.
« Un pranzo» per dodici al Café Anglais costerebbe diecimila franchi.....
"Cara Babette," disse con dolcezza, " non dovevate dar via tutto quanto avevate per noi".
Babette avvolse le sue padrone in uno sguardo profondo,
uno strano sguardo: non v'era, in fondo ad esso, pietà e forse scherno?
"Per voi?" replicò. "No. Per me."
Si alzò dal ceppo e si fermò davanti alle sorelle, ritta. "Io sono una grande artista," disse. Aspettò un momento, poi ripetè: "Sono una grande artista, mesdames."
Poi, per un pezzo, vi fu in cucina un profondo silenzio.
Allora Martina disse:"E adesso sarete povera per tutta la vita, Babette?"
"Povera?" disse Babette. Sorrise come a se stessa. "No.
Non sarò mai povera. Ho detto che sono una grande artista.
Un grande artista, mesdames, non è mai povero. Abbiamo qualcosa, mesdames, di cui gli altri non sanno nulla."

***


Karen Blixen, al secolo Karen Christence Dinesen, nasce nel 1885 a Rungstedlund, in Danimarca. Figlia di un proprietario terriero anche dedito alla politica, divise la prima parte della sua esistenza tra la serena routine della residenza di campagna del padre e gli agi e le mollezze mondane della vicina della vicina capitale Copenaghen. Dimostra fin da subito un carattere originale e indipendente, sposando il cugino svedese, il barone Bror von Blixen-Finecke, nel 1913 e decidendo di trasferirsi con lui in Kenya per acquistare una fattoria. Annoiata dalle banalità dei salotti europei, da ampio sfogo alla personalità romantica e ribelle costruendosi una nuova vita: successivamente al matrimonio a Mombasa nel 1914, si trasferisce nei pressi di Nairobi all’interno di una grande piantagione di caffè. Anche se l’idillio con Bros termina nel giro di pochi anni (lui tornerà in Europa dopo il divorzio nel 1921), Karen resta nella sua piantagione, dirigendola con passione e oculatezza per ben diciassette anni.
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COMMENTI (2)

Da patiba
Inviato il 04 agosto a 16:52
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Ti ringrazio per l'apprezzamento. Per quanto riguarda la zuppa di birra, nel libro è solo citata (vedi quanto ho trascritto al riguardo), ma io, che sono un po' pefettina, volevo rendere anche tramite le ricette la differenza tra le sorelle e Babette. Ho voluto quindi raccontare com'è questa zuppa tradizionale norvegese: sono andata a gironzolare nei siti del posto e l' ho postata (tra l'altro è simile a quella bavarese). Mi è sembrato un lavoro più completo! Prometti che quando la preparerai se vorrai, mi lascerai un commento nel blog?! Così lo aggiungiamo al mio post. Ringraziandoti ancora, vado a leggere la tua recensione al film. Ciao, roberto,spero a presto..mmhh...verso Natale diciamo? (Sei a PA e forse prima di allora il "dolce e caldo sole di Sicilia" non vi darà tregua!!!), Ciao ciao.

Da  Spaceoddity
Inviato il 02 agosto a 21:21
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Ottimo pezzo... e finalmente ho compreso come si chiamavano tutti quei piatti: tra l'altro, appena viene il freddo (sono a Palermo e ci vorrà ancora molto, ahimè!) vorrei proprio fare la zuppa di pane e birra di cui parli nell'altro post, anche se dal film avevo capito una ricetta diversa (più semplice). Ho recensito il film, se vuoi leggi la recensione: http://das-kabarett.blogspot.it/2012/08/il-pranzo-di-babette-di-gabriel-axel.html A presto, Roberto