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Mi chiamo Bloody Mary di Emiliana De Vico

Creato il 17 luglio 2014 da Junerossblog
TRAMA
Mi chiamo Bloody Mary di Emiliana De VicoAlice guarda il mondo attraverso il cristallo di un calice sempre torbido. Giovane alcolista arranca tra serate di sballo fatte di sesso e alcol, e crolli emotivi. Solo quando viene costretta a frequentare un gruppo di terapia di alcolisti in trattamento si rende conto di quanto è profonda la sua dipendenza. Quello che non sa è l’importanza della condivisione, di avere una spalla a cui appoggiarsi. Trova un sostegno nello psichiatra che segue la terapia, fino a che la sua presenza non diventa qualcosa che va oltre il semplice aiuto. Alice sperimenta il senso di inadeguatezza, il sapore amaro delle ricadute e il sollievo della sobrietà. Il tutto attraverso gli occhi di Andrea. Scoprirà, così, qual è la sua vera dipendenza: l’amore.
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Direttamente dalla scrivania di Lullibi e Libera.
SpecialGuest Emiliana De Vico


Mi chiamo Bloody Mary di Emiliana De VicoSBAM! Cavolo! L'inizio è come una legnata che ti sbatte in testa, la descrizione dell'amplesso (per non utilizzare il termine volgare) già nell'incipit ti coinvolge (anzi sconvolge) e destabilizza. Non c'è nulla di romantico. Ma tutto del personaggio della protagonista, disadattata e alcolizzata, dipendente dal sesso.

E' un racconto per cuori e stomaci forti.
Mi è piaciuto già alla prima frase, e l'ho persino proclamato alle mie due Compagne di Merende Libera e Juneross, anzi ho preteso che lo leggesse la GrandBefBossRoss. Non ce l'ha fatta. Mollusca che non è altro! (PRRRRRRRR, da parte della GrandBefBossRoss)
Le scene sono forti, crude, persino al limite della nausea, per gli animi sensibili. Me lo sono divorato.
Non saprei proprio in quale genere classificare questa storia. Erotico? Sì ci sono diverse scene hot, anzi hard, ma non è solo questo. Un Romance? Beh... alcune caratteristiche le ha. Un Women Fiction? Forse, ma non solo. E' una storia "sociale"? Eeehhh, penso proprio di sì, visto l'argomento. E comunque non solo.
Emiliana De Vico scrive bene. Uno stile pulito, essenziale e con l'uso di termini che ti fanno "sentire" la storia. Non ci sono descrizione prolisse per spiegare, non servono; dall'inizio alla fine ho sempre avuto presente quando a parlare era l'alcool e non la coscienza di lei.
Mi è piaciuta la storia proprio per come l'autrice è riuscita a comunicarmi l'indifferenza, la sconsideratezza e il senso di potere che prova Alice nei suoi momenti ad alto tasso alcoolico, e la fragilità, la paura di sbagliare, di non farcela nei momenti di lucidità.
Eppure... eppure, alcune note stonate le ho trovate. 
MA CHE CACCHIO DI PSICHIATRI LAVORANO IN QUEL GRUPPO DI SOSTEGNO???
Mi chiamo Bloody Mary di Emiliana De VicoInsensibili e scomprensivi(se non esiste, conio io il neologismo)
Mi chiamo Bloody Mary di Emiliana De VicoA me sembra più sballato lui di lei! Forse è disorientato, non so, ma la deontologia permette quel tipo di comportamento?
E il collega? Diamine, pure io, nota gaffeuse, avrei saputo come comportarmi e intervenire!
Mi chiamo Bloody Mary di Emiliana De VicoAh! forse bisogna aggiungere anche idiota/i
Mi chiamo Bloody Mary di Emiliana De VicoQuindi, ci siamo consultate (wow, sembra di stare nel Consiglio dei Ministri) e abbiamo convenuto che Libera doveva andare in perlustrazione presso la De Vico per avere alcune risposte. Finisco il mio intervento facendo i complimenti alla nostra bella e brava Silvia Basile (sembro un po' lecchina? Ma è la verità!) per la copertina, elegante e per niente volgare.
Mi chiamo Bloody Mary di Emiliana De VicoE infatti alcune situazioni non convincevano anche me, allora sono andata alla fonte chiedendo a Emiliana qualche chiarimento. Lei è stata gentile e disponibile, ma vi avviso che ci sono degli SPOILER, necessari per comprendere alcuni passaggi.
Ciao Emiliana. Lo so che siamo molto precisine e rompiscatole, ma quando un racconto merita, e il tuo merita tanti complimenti, dobbiamo andare a fondo.
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a cura di Libera
Abbiamo qualche dubbio sul comportamento di Andrea. Sei sicura che sia scevro di conflitti deontologici?
Accidenti, quanto siete profonde nell'analisi. Andrea passa il caso a un suo collega quando si accorge che ha superato il limite imposto tra dottore e paziente. La sua presenza al gruppo è in funzione di supervisore. In genere è così che si fa nei club degli alcolisti in trattamento. Quello è un intervento di terapia sociale. E' la dottoressa che conduce il gruppo a dover essere imparziale. Durante le assenze del collega deve, comunque compensare con la sua presenza ma Alice è seguita terapeuticamente da un altro.

E quindi neanche "la spalla" ha limiti o divieti nei rapporti?

Nei club degli alcolisti in trattamento i membri sono paritetici, partecipano famiglie insieme. La spalla è un appoggio emotivo a cui far riferimento quando si è in crisi. E' un approccio diverso dagli anonimi dove partecipano solo quelli che bevono. Qui il gruppo è aperto a tutto il nucleo. L'unica a dover essere imparziale e a rivestire un ruolo Up è il conduttore. Io lo sono stata per alcuni anni. Non è raro che i singoli trovino dei corrispondenti amorosi all'interno del gruppo stesso. Si chiama Metodo Hudolin.

Non ci sarebbe dovuto essere qualche preservativo nella storia?

Ora che ci penso sì, il profilattico è necessario. Ho dato per scontato che avesse delle protezioni dato che assume l'Antabuse ed è nocivo in gravidanza. Come rimedio? Posso chiedere la modifica al Amazon?
Tieni presente poi che un alcolista cronico non se li pone questi problemi. Quando è ubriaco non ci sono freni inibitori che tengano.

Per quanto riguarda Amazon se non sbaglio puoi sostituire il file. OK per l'alcolista... ma un dottore? Un uomo non alcolizzato?

E un uomo arrabbiato?

E questo mi porta all'altro punto nebbioso, più che oscuro. I due psichiatri hanno fatto molti errori. Uno per gelosia e uno per stupidità. Sono realmente così?
Non credo che Andrea abbia fatto degli errori. Camilli, sì, l'ha fatto sbandierando l'alcolismo di Alice dinanzi a tutti.
Io direi anche Andrea, abbandonandola durante la caduta. Va bene la rabbia come fidanzato, ma come dottore e spalla non avrebbe dovuto. Poi sbaglia anche per gelosia sul cofano dell'auto... Era partito come quegli psichiatri che sanno essere muri di gomma, peccando di calma e freddezza e poi...
E sotto questa luce penso anche che abbiate ragione voi...

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