Magazine Diario personale

mi presento come un curioso

Da Sushit

Io sono un cane, sono un animale, sono curioso, sono un ficcanaso, devo toccare devo guardre devo sapere devo riempire un altro bagaglio e infilarlo nel portaoggetti personale. Devo mettere la mano sul fuoco per sapere che una fiamma davvero mi fa bruciare; devo provare una grata per strada e constatare se ci si può cadere, devo strusciare le dita su un muro e sapere se il colore può attaccare. Mi fermo sui tombini tra i bambini tra gli specchi dei camerini per vedere com’è la mia immagine da migliaia di punti visivi e partecipo allo spettacolo dei burattini perché sono metafora leggera del modo in cui vivi. E ti guardo e ti fisso e so come cammini e inseguo le persone e fotografo persone perché le persone sono in divenire quindi, sempre nuove. Ascolto il silenzio e vado a tempo con il caos e penso che sia labile il confine tra rumore e canzone. Mi fermo a parlare con i matti che acoltano, e questa è una citazione; mi affascinano gitani, mendicanti, i nomadi del deserto e i viandanti con la loro condizione di cittadini di nessun luogo e perché ridono nonostante gli stenti. Seguirei una carovana e userei un rametto per lavarmi i denti, mi lancerei con il paracadute e mangerei serpenti, pregherei davanti un masso e mediterei nei templi. Vorrei imparare tutto sui nodi, quelli che tengono fermi e quelli che ti fanno andare misurando i venti. Vorrei essere l’uomo che sussurra agli elefanti. Voglio fare i documentari viaggiando e scrivere diari di bordo. Cerco di leggere il più possibile fino a quando non arriva il sonno e a 22 anni ho letto la Bibbia fino in fondo e ieri sera ho letto i principi chimici dello sgrassatore da forno ma il problema che molte cose non me le ricordo. Costantemente annuso perché credo che ogni cosa abbia un odore, ripetutamente mi sono illuso credendo in fate folletti topi della notte e babbi natale in cui continuo a sperare. Guardo le biciclette e sono convinto che ognuna abbia storie da raccontare e le invidio perché nella loro natura c’è l’esigenza di viaggiare. Mi interesso a chi ha qualcosa da dire, sono arrogante con chi ha la presunzione di sapere. Applaudo “chi” sa cosa vuol dire comunicare.mi presento come un curioso


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