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Mia – Cornonstipicum (1978)

Creato il 25 marzo 2014 da The Book Of Saturday

Front

Il desiderio di ascoltare qualcos’altro, sicuramente mai sentito prima. Può essere questo uno degli stimoli ad approcciare i M.I.A. Uso solo questa volta i puntini di abbreviazione, perché quello che potrebbe sembrare un semplice nome della band è in realtà l’acronimo di “Músicos Independientes Asociados”, letteralmente Musicisti Indipendenti Associati. Mia. È stato un gruppo di musicisti, scenografi, tecnici del suono e delle luci (in tutto 21 artisti) argentino, e che diede vita sul finire degli anni ’70 a questo esperimento interamente indipendente.

STORIA. Tutto ruota attorno a Lito Vitale e Liliana Vitale, il primo uno degli artisti più famosi e stimati in assoluto in Argentina. Principalmente tastierista ma anche chitarrista noto soprattutto per le sue produzioni solistiche. La seconda una mezzo soprano che incanta con i suoi controcanti, spesso arricciati su accordi intricatissimi e molto ricercati. Cornonstipicum è il loro lavoro. A detta di molti il capolavoro della loro non immensa produzione.

IMPORTANZA. per certi versi (sarà per l’acronimo…) è stato da molti accostato al progressive italiano di matrice Pfm. Energia e poesia si mescolano in un disco che alterna lunghe tracce a scampoli di schizofrenia. Purtroppo, a parte la nicchia progressive, i Mia non uscirono mai del tutto dall’alveo del pubblico sudamericano. E questo è un grande peccato, perché si tratta senz’altro di una di quelle band capaci di partire dal prog e arrivare a un linguaggio di più ampio respiro che mescola jazz, suggestioni orchestrali e influenze latine.

SENSAZIONI. La loro musica è un complesso rock sinfonico con sicura influenza popolare argentino / latino con più coralli e voce splendidamente in contrasto con le tastiere e un grande suono di chitarra su una forte sezione ritmica. Purtroppo la qualità sonora risente dei tempi e dell’auto produzione, ma non date nulla per scontato. Cornonstipicum vi sorprenderà comunque. Un album che definirei diviso in due grandi parti: la prima, più essenzialmente aggrappata alla tecnica e alla bravura compositiva di Lito Vitale. È quella in cui, grazie all’utilizzo dei sintetizzatori, emerge il lato più progressive della band. Ma dalla settima traccia (Melusina) in poi, la seconda parte si regge quasi esclusivamente (ad eccezione del brano di chiusura, una ballad swingata dal titolo Los Gatos De Zully) sulle due chitarre spagnole di Daniel Curto e Alberto Munoz, probabilmente con l’inserimento di una terza chitarra suonata dallo stesso Vitale. È la parte di album che gli amanti del prog citano meno ma per chi ama la chitarra flamenca, è senz’altro anche questa parte di disco interessante e allo stesso modo fruibile. Anche se non si intuisce bene la volontà artistica di dividere quasi a cesura due movimenti uguali e contrari in un solo album.

CURIOSITA’. Cornonstipicum è l’apice di un esperimento, il primo in Argentina, di un gruppo autogestito. Furono fondati nel 1975 da Lito Vitale, assieme a Liliana Vitale sotto forma di cooperativa. L’album fu finanziato interamente grazie al denaro anticipato da 4.000 fan, oltre a Conciertos, l’ultima opera della band, che rappresenta il primo triplo LP della storia del rock argentino.



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