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MICHELE ZAGARELLA, un poeta a … 360 gradi

Creato il 31 maggio 2014 da Goodmorningsicilia
Michele Zagarella

Michele Zagarella

Nato a Caltanissetta,dove tuttora vive. Già redattore nisseno dell’Eco dell’Arte, ha al suo attivo diverse pubblicazioni di raccolte di poesie e riconoscimenti.
Tra le sue poesie”Foglie del tempo”(Ed.S:E:L:ROMA1996); Tra le rughe”(Ed:Fernandea,Catania 2001); Vuci di strata”(Ed.S.E.L.,ROMA2002):”Dalla mia valle ” (Ed.Ass.Pi.De.,Caltanissetta2007). Della poesia e del talento di Michele Zagarella si sono interessati le pagine culturali di molti giornali come:La Torre;Il Giornale di Calabria; Oggi Futuro; Altirpinia AV;L’Eco dell’Arte; Il Corriere del Sud; Gazzettino del Lazio; Il Mulino Letterario; Nordraach,Germania; L’Inchiesta FR; Fernandea Notizie; La Sicilia; COVASA Sicilia; Giornale di Sicilia. Certamente Michele Zagarella è apprezzato da lettori di tutte le età che, nelle sue poesie, ritrovano parte della loro anima.
Quali sono i poeti del passato che hanno influenzato al sua poesia?

“Zagarella risponde deciso: “Ungaretti e Montale”.
Eugenio Montale per la sua poetica distinta che, con grande sensibilità artistica ha interpretato i valori umani sotto il simbolo di una visione della vita priva di illusioni. Ricordiamo che Eugenio Montale e’ stato Premio Nobel per la Letteratura nel 1975.

Ungaretti,  invece,per il suo “Ermetismo d’autore”,per l sua poesia “pura”.
Il “MALE DI VIVERE” che si evince dale sue poesie sentite come proprie da tante generazioni di lettori che vedevano in Lui che chiaramente esprimeva una delle sensazioni umane che piu’ fanno paura.Ricordiamo che a Giuseppe Ungaretti,poeta del’Era Fascista, fu negato il Premio Nobel che invece fu assegnato a Salvatore Quasimodo”.
Quale e’ il suo concetto filosoico ed artistico di vita?
“La poesia è  la voce della bellezza”, la poesia è la capacita’ di elaborare le proprie emozioni staccandosi da esse per porle sul piano della irrealtà.
La poesia e’ la capacita’ di filtrare gli input esterni secondo i propri schemi mentali, in un processo che va dal “particolare”al “generale” cosi che,per esempio, un clacson diventi non più  un “rumore”, ma  la “voce” di una città  che “vibra”,una bancarella di frutta non più  un negozio commerciale, ma una natura morta,
le fusa di un gatto non un automatismo, ma una dolce nenia.Questo perché il concetto di poesia precede la sua messa in atto…Se poi esiste la capacità di universalizzare tutto quanto con la parola, creando un concetto di partecipazione dando voce chi voce non ha, allora non si sarà vissuto invano ed il poeta avrà espletato al meglio la sua opera.”

Quali sono i suoi progetti futuri?”

“Spero di dare alle stampe un altra mia raccolta miscellanea dal titolo provvisorio di ZAGARELLARIO”.

CHIARA FICI


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