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Migranti, verso lo sgombero della “Jungle” di Calais. Appello: “L’evacuazione non è una soluzione”

Creato il 22 febbraio 2016 da Stivalepensante @StivalePensante

Quello che verrà effettuato entro mercoledì mattina nella parte sud della cosiddetta “Jungle” dei migranti a Calais sarà uno sgombero “umanitario”. Lo dice il ministro dell’Interno francese, Bernard Cazeneuve, intervistato da La Voix du Nord. Venerdì scorso, diverse associazioni e Ong hanno depositato un ricorso al Tar di Lille per rinviare lo sgombero. 250 personalità tra politici, intellettuali e artisti francesi su “Le Monde” hanno lanciato un appello: l’evacuazione della tendopoli “non è una soluzione”. Delicata la situazione al confine tra Grecia e Macedonia, mentre è polemica tra Germania e Austria.

(independent.co.uk)

(independent.co.uk)

Anche Jude Law a Calais: “Bisogna trovare una soluzione”. Ieri l’attore britannico Jude Law – quasi irriconoscibile sotto a un cappello di lana grigio-azzurro – è arrivato nella “Jungle” insieme ad altri artisti britannici. “Bisogna trovare una soluzione, in particolare, per questi bambini – ha detto -. Dirsi che tanta gente e soprattutto centinaia di bambini non accompagnati vivono in una situazione così spaventosa tanto vicino a Parigi e Londra è scioccante. I due terzi di questo luogo verrà sgomberato e non sappiamo che fine faranno” La prefettura assicura che farà tutto il possibile “per evitare il ricorso alla forza”. Ai migranti evacuati entro mercoledì mattina vengono proposte due soluzioni, trasferirsi nel vicino centro d’accoglienza provvisorio inaugurato a gennaio che conta 1.500 posti letto all’interno di container scaldati e controllati o trasferirsi negli altri 102 centri d’accoglienza e orientamento disseminati nel resto della Francia. Ma, secondo il Secours Catholique, il numero di posti non è sufficiente per accogliere tutti. Secondo le associazioni sono oltre 3.400 i migranti che verranno espulsi dalla “Jungle” e nei vicini container ci sono appena 300 posti.

Nuovo appello su “Le Monde” contro sgombero Calais. Non riduciamo la Francia a del “filo spinato e a dei bulldozer”: questo il messaggio lanciato da oltre 250 personalità tra politici, intellettuali e artisti contro la decisione di sgomberare mercoledì mattina metà della cosiddetta “Jungle” dei migranti a Calais, nel nord della Francia. Per i firmatari del testo pubblicato oggi sul quotidiano Le Monde, l’evacuazione della tendopoli “non è una soluzione”.

Ue, frontiera tra Grecia e Macedonia è aperta. “La frontiera non è chiusa e il passaggio è ancora possibile” tra Grecia e Macedonia. Così una portavoce della Commissione Ue, affermando di “non avere le stesse informazioni” della stampa, secondo cui si sarebbe creato un collo di bottiglia in Grecia dopo lo stop ai migranti afghani deciso da Skopje. “Il meccanismo di coordinamento” dei Paesi lungo la rotta balcanica “è stato attivato durante il fine settimana” per cui “c’è stata coordinazione con uno scambio di messaggi”, ha aggiunto la portavoce, ricordando che lo stop all’approccio delle decisioni unilaterali è stato ribadito nelle conclusioni del vertice Ue dove la questione è stata affrontata.

Germania ammonisce Austria, è polemica. Scambio polemico fra i ministri dell’Interno di Germania e Austria sulla politica dei profughi. Il ministro tedesco Thomas de Maizière aveva detto con riferimento all’Austria: “Alla lunga non accetteremo che altri pensino di accollare altri pesi alla Germania”, riferendosi alle misure stabilite da Vienna di accettare 80 richieste di asilo al giorno ma di permettere quotidianamente 3.200 passaggi di migranti verso la Germania. Piccata la risposta della ministra austriaca Johanna Mikl-Leitner: “La Germania non può continuare ad assicurare ai greci una politica dei confini aperti e poi pretendere che sia l’Austria a fermare coloro che vogliono andare in Germania”, ha replicato. Il ministro tedesco aveva anche detto che “si vedrà nelle prossime due settimane se le misure caldeggiate da Angela Merkel per diminuire il flusso dei profughi avranno efficacia”, altrimenti sarà necessario “trovare altre misure, anche europee se mai possibile”. Per de Maizière non è da escludere che “eventualmente la difesa dell’area Schengen possa essere spostata su un altro confine”. Per Mikl-Leitner, i Paesi lungo la rotta balcanica “non possono fermare quel che viene trascurato al confine esterno dell’Ue”. Secondo la ministra austriaca, “la Germania invia segnali totalmente contraddittori”, ma se per Berlino 3.200 migranti al giorno sono troppi, “Vienna è pronta a discuterne”, ha concluso.

Il reportage di Pierfrancesco Citriniti e di Diego Bianchi per “Gazebo” da Calais andato in onda lo scorso 17 gennaio.


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