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Migrazioni: la memoria corta degli italiani (e la nostra solidarietà a Gianni Morandi)

Creato il 23 aprile 2015 da Tafanus

Migrazioni: la memoria corta degli italiani (e la nostra solidarietà a Gianni Morandi)Correva l'anno 2008. Era il 4 Giugno, il problema non era la Libia ma l'Albania, i numeri degli immigrati e dei rifugiati non erano quelli di oggi - ma molto più "maneggevoli", quando noi abbiamo pubblicato il post riprodotto in calce, dal titolo La memoria corta degli italiani

Oggi prendiamo spunto dal semplice post di Gianni Morandi, che riprendeva per conto suo lo stesso tema, ricordando che anche noi siamo stati un paese di "emigranti" e di "clandestini", accolto sui "social" networks (...chissà perchè si chiamano social...) da decine di migliaia di insulti, e prendiamo spunto dall'elogio che di Gianni Morandi ha fatto Michele Serra, perchè ci teniamo ad essere insultati anche noi.

Speriamo che gli insulti vengano estesi anche a Michele Serra, e a tutti i Morandi, i Serra, e - perchè no - ai tafani che non hanno ancora dimenticato di aver accompagnato, da bambini, maree di zii, cuginetti, e parenti vari, al famoso "Molo Beverello" del Porto di Napoli, dal quale "partivano i bastimenti, 'pe terre assaie luntane...". Terza classe, bliglietto comprato facendo debiti pagati per anni.

Molti non li ho mai più rivisti. Alcuni hanno fatto fortuna, altri hanno avuto una vita semplicemente dignitosa, di altri ho perso qualsiasi traccia.

Australia, Argentina, Venezuela, Stati Uniti... Gran parte dell'uscita dell'Italia dalla grande crisi del dopoguerra la dobbiamo alle famose "rimesse degli emigranti". Ma non abbiamo esportato solo braccia e menti. Abbiano esportato anche criminalità, malattie endemiche, affaristi. Eppure non siamo riusciti ad "ammazzare il mondo". Caso mai, il mondo ha aiutato (magari per egoismo) l'Italia a non affondare nella miseria irreversibile.

Vorrei che i Salvini e le Santanché queste cose non le dimenticassero mai.

(Post del 4 Giugno 2008)

Per non dimenticare. Questo post è dedicato a tutti i "non sono razzista però" che affiorano a valanga. I dati sono tratti in prevalenza da un libro di Gian Antonio Stella ("L'orda: quando gli albanesi eravamo noi"). Il libro mi è stato segnalato da Claudio, che ringrazio. Pur essendo Stella un giornalista stimatissimo, soprattutto dopo aver scritto "La Casta", questo libro precedente è stato di scarso successo. Perchè? Forse perchè La Casta è in grado di giustificare (anche se non era questo l'obiettivo) l'invettiva generalizzata, mentre "L'Orda" ci ricorda impietosamente "come eravamo", e come in generale vorremmo che non ci fosse ricordato di essere stati.

Nel 1961 c'era già il "miracolo italiano", però nel ricco Veneto dei Gentilini alcuni stentavano a vederlo, il miracolo, persino da lontano. Ecco com'erano le case venete nel 1961

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Negli anni del miracolo, un italiano su 12 era totalmente analfabeta

L'Italia non ha esportato solo Enrico Fermi e Meucci: ha esportato principalmente masse di analfabeti.
Non è vero che i maggiori serbatoi di emigrazione siano state le regioni meridinali. I dati, separati dalle opinioni, raccontano un'altra storia. Friuli, Veneto e Lombardia hanno fornito più carne da emigrazione che Sicilia, Calabria e Campania.
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Non è vero che abbiamo esportato solo piastrellisti, pizzaioli e contadini: abbiamo esportato fior di delinquenti, in quantità industriali. Questo è il numero di carcerati negli USA, solo per reati gravi, nel 1908.

Schio: prima del boom, la fame. Rara foto di una famiglia patriarcale contadina di Schio conservata alla Biblioteca Scledense. Da quelle campagne vicentine oggi operose e opulente partirono a decine di migliaia, andando incontro spesso a tragedie come quella raccontata in una lettera, raccolta da Emilio Franzina nel libro "Merica! Merica!", da Bortolo Rosolen: "Il viaggio è stato molto pesante tanto che per mio consiglio non incontrerebbe tali tribolazioni neppure il mio cane che ho lasciato in Italia. (...) Piangendo li descriverò che dopo pochi giorni si ammalò tutti i miei figli e anche le donne. Noi che abbiamo condotto 11 figli nell'America ora siamo rimasti con 5, e gli altri li abbiamo perduti. Lascio a lei considerare quale e quanta fu la nostra disperazione che se avessi avuto il potere non sarei fermato in America neppure un'ora". .

Migrazioni: la memoria corta degli italiani (e la nostra solidarietà a Gianni Morandi)
I trogloditi di Mergellina - Nella foto scattata negli anni Sessanta, l'interno di una grotta abitata da alcune famiglie povere a Mergellina. Poco o niente era cambiato dal quel 1951 in cui il sindaco Achille Lauro aveva spiegato: "secondo calcoli molto attendibili e semmai errati in difetto a Napoli si alzano ogni mattina 80.000 persone che non sanno se e in che modo potranno sfamarsi nella giornata". Il reddito italiano pro capite era allora di 235 dollari l'anno, contro i 1.453 degli Stati Uniti. Il meridione poi era così povero che il suo reddito medio (130 dollari) era inferiore a quello della Jugoslavia titina, che secondo la commissione parlamentare d'inchiesta del 1951 arrivava allora a 146.

Noi oggi siamo capaci di indignarci quando veniamo le condizioni nelle quali vivono certi immigrati. Ci indignamo con loro, come se vivere in un porcile fosse una loro scelta. Raramente ci indignamo con noi stessi, che in queste condizioni li facciamo vivere. Ah... la memoria corta... .

Migrazioni: la memoria corta degli italiani (e la nostra solidarietà a Gianni Morandi)
Gli "orfani" della frontiera - Nella foto di "Tempo illustrato" n. 7 del 1971, alcuni figli di emigranti alla "casa del fanciullo" di Domodossola. Un orfanatrofio. Ma di 120 ospiti una novantina erano "orfani di frontiera" i cui genitori lavoravano in Svizzera ma avevano per legge il divieto di portare con loro la famiglia.

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