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Milano 2715. Il mistero dell'Uomo Impagliato (di Michele Serra)

Creato il 15 novembre 2015 da Tafanus

Scarpe rialzate, capelli bituminati. Secondo alcune improbabili ipotesi, sarebbe un politico che veniva esposto ai comizi anche dopo la sua morte (di Michele Serra - l'Espresso)

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Milano, Novembre 2715 - Il mondo scientifico è in subbuglio dopo il ritrovamento, in un magazzino abbandonato del quartiere cinese, del cosiddetto Uomo Impagliato. Dopo la Mummia di Similaun, siamo probabilmente di fronte al più importante reperto a disposizione della paleoantropologia.
L'ASPETTO -  Si tratta di un maschio caucasico di età imprecisabile (potrebbe avere dai 30 ai 95 anni), di statura modesta nonostante gli strani calzari rinforzati, perfettamente conservato grazie a una raffinata impagliatura interna, l'accurata bitumazione della calotta cranica e la ceramizzazione del volto e delle parti visibili di epidermide. È vestito con un doppiopetto blu scuro tipico della classe dirigente occidentale del ventunesimo secolo: un abbigliamento oggi considerato ridicolo ma allora molto in auge, accoppiato a un laccio colorato stretto al collo detto "cravatta", che oggi figura nei musei dell'abbigliamento accanto al corsetto costrittivo delle dame del 1700 e alle ossa foranaso delle popolazioni precolombiane. La postura è eretta. Il braccio destro è levato in alto, secondo alcuni in un gesto di saluto, secondo altri per chiamare un taxi. Ma questa seconda ipotesi è smentita dal sorriso che l'Uomo Impagliato ha stampato sul volto: nel ventunesimo secolo, in Italia, chiunque volesse chiamare un taxi avrebbe avuto un'espressione furibonda perché era impossibile trovarne uno.

L'ENIGMA - Ma chi era davvero l'Uomo Impagliato? Che ruolo sociale ricopriva? Per quali funzioni rituali veniva impiegato? La sola certezza degli scienziati è che la ceramizzazione del volto è avvenuta quando il soggetto era ancora in vita. Al momento del ritrovamento i lineamenti molto stilizzati avevano fatto pensare a una maschera funebre, simile a quelle applicate sulle mummie egiziane. Un successivo esame permetteva di scoprire che quel volto, contro ogni evidenza, apparteneva a un vivente. Il sorriso non era frutto del rigor mortis. Pare che all'epoca la ceramizzazione della faccia, ma anche di altre parti del corpo, fosse una pratica abbastanza usuale. Raggiungere la fissità definitiva dell'espressione era considerato un segno di grande autodisciplina, come per il fachiro sdraiarsi sui chiodi e per Giorgia Meloni non parlare in romanesco. Ma perché non è stato deposto, dopo la morte, su un feretro? Nel caso (probabile) sia stato un dignitario o un uomo importante, perché impagliarlo in piedi, come se la sua funzione gli imponesse di rimanere eretto, sorridente, con la mano che saluta gli astanti? Chi è davvero l'Uomo Impagliato, quale mistero nasconde, perché non ha potuto trovare riposo nemmeno dopo la morte?
LE IPOTESI VEROSIMILI - In quel periodo erano molto in voga le installazioni artistiche. Venivano esposti cavalli in formalina e massaie americane con il carrello della spesa. L'Uomo Impagliato potrebbe essere una di queste opere iperrealiste, forse la donazione di un miliardario eccentrico, forse lo stesso miliardario eccentrico che si sarebbe fatto impagliare per potersi mettere in mostra anche dopo il decesso. Secondo altri si tratterebbe - molto più banalmente - di un reperto del Museo Egizio di Torino, una mummia come tante altre, rivestita con giacca e cravatta per fare uno scherzo alla sovrintendente e poi smarrita durante un trasloco.
L'IPOTESI INVEROSIMILE - È avanzata solamente da pochissimi studiosi: l'Uomo Impagliato sarebbe un importante leader politico dell'epoca che veniva esposto durante i comizi anche molti anni dopo la sua scomparsa dalla scena, e addirittura dopo la sua morte, avvenuta in età avanzatissima. Ma è un'ipotesi priva di qualunque ragionevolezza scientifica, che non regge a nessuna delle controdeduzioni possibili: se era caduto da tempo in disgrazia, perché esibirlo nei comizi, con il rischio di contrariare la folla? Chi avrebbe avuto interesse a mostrarsi al fianco dell'Uomo Impagliato, oramai solo un feticcio del passato? E perché leader politici sicuramente molto più giovani e energici di lui avrebbero dovuto subire, nella loro stessa piazza e sul loro stesso palco, la presenza di un così malinconico reperto, tornato utile solo oggi, sette secoli dopo, per gli studiosi di antropologia?

Michele Serra


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