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Milano ha un cuore enorme ma servono rinforzi

Creato il 21 novembre 2014 da Basketcaffe @basketcaffe

L’EA7 Emporio Armani incassa un’altra sconfitta, la quarta in sei gare di Eurolega, e perde ancora in volata contro il Fenerbahce, come nel debutto ad Istanbul. La squadra di coach Banchi resta ampiamente in corsa per la qualificazione visti gli stop anche di Turow e Bayern Monaco che rimangono dietro (1-5 il loro record) ma la sensazione è che a questa Olimpia serve un aiuto dal mercato perchè le rotazioni, almeno per l’Europa, sono troppo corte. Per il resto sono arrivati segnali importanti, soprattutto da Marshon Brooks, e in generale si è vista una squadra viva, con grande cuore e che lotta fino alla fine. Noi di Basketcaffe.com eravamo al PalaDesio, ecco qualche spunto interessante sulla partita.

Guarda le immagini più belle della sfida tra Olimpia Milano e Fenerbahce – Foto by Simone Lucarelli

La gara inizia abbastanza bene per l’Olimpia che soprattutto in difesa riesce a spegnere le due bocche da fuoco principali del Fenerbahce: Moss è bravissimo a difendere sempre in anticipo su Goudelock e lo rincorre su tutti i blocchi per non permettergli tiri facili (reduce da 10 triple contro il Bayern) mentre Gentile è perfetto su Bogdanovic. Di là invece i turchi cambiano sistematicamente su ogni situazione, sfruttando l’atletismo dei lunghi Erden e Bjelica. Milano resta in corsa con le triple (5 su 6 al 10′).

Al PalaDesio prima della palla a due, schierate in mezzo la campo @OlimpiaEA7Mi e @fenerbahceulker #EA7FBU pic.twitter.com/X8lLMftvvt

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Nel secondo quarto però la gara gira e lì si vede la profondità del Fenerbahce. Obradovic fa alzare dalla panchina Preldzic, Hickman, Zoric e Vesely e il loro impatto fisico e atletico è devastante. Il ceco mette 9 punti nel periodo, con 3 schiacciate mostruose, mentre l’Olimpia imbarca acqua, anche perchè Hackett è l’unico a dare un po’ di sostanza mentre James si trascina per il campo senza incidere e così Banchi è costretto a riproporre subito Moss e Samuels per restare a galla. All’intervallo +7 per i turchi che nel terzo periodo allungano sul +13 (62-49 con una tripla pazzesca di Goudelock) anche perchè l’EA7 perde pure Alessandro Gentile, bloccato dalla schiena.

La situazione non è facile perchè Ragland è nullo, James non può stare in campo, Kleiza non incide e oltretutto Moss e Hackett hanno problemi di falli. Ecco che allora è Marshon Brooks, 17 punti tutti nel secondo tempo, a suonare la carica e a riportare sotto Milano con la sua improvvisazione e la sua voglia sempre di attaccare. A volte pasticcia ma con Hackett, che mette un paio di bombe, e la difesa asfisiante di Cerella, l’Olimpia arriva addirittura a -3 sul 74-71. Non va oltre e purtroppo incidono gli errori dello stesso Cerella (un comodo lay up e la tripla del potenziale -1 dall’angolo) e anche di Hackett (pure lui fallisce un facile appoggio). Finisce con la vittoria dei turchi ma, come ad Istanbul, sembra un’occasione persa per l’Olimpia.

Quello che esce da questa partita è una conferma che Milano è nettamente meno forte dell’anno scorso e decisamente più corta. Un Lawal per fare da backup a Samuels servirebbe come il pane perchè Shawn James, purtroppo, non è in grado di stare in campo, e il giamaicano, pur essendo a tutti gli effetti nell’élite dei lunghi d’Eurolega sui due lati del campo, non può giocare sempre 35 minuti tra Coppa e campionato. Melli appare involuto e Kleiza, notevolmente più dotato ad esempio di un Kangur, è timido e fuori contesto. Idem dicasi per Joe Ragland: l’ex canturino, chiamato a sostituire Jerrells, sembra essere rimbalzato dal livello maggiore della competizione. Non attacca, non ha tiro da tre affidabile, non prende iniziative e fisicamente patisce ogni avversario. Forse l’Olimpia – se davvero ci fosse stata la possibilità – avrebbe dovuto fare un pensierino a Bo McCalebb, magari al posto del play liberiano. Su Bruno Cerella non c’è molto da dire: quando viene chiamato si batte come un leone, e la sua difesa aggressiva è stata fondamentale per la rimonta contro i turchi, ma i suoi limiti offensivi sono evidenti e purtroppo Milano li ha pagati perchè l’ex di Teramo e Varese ha fallito dei tiri determinanti. Ma non è certo lui il problema.

Infine il capitolo Marshon Brooks. Pur con tutti i limiti tecnici e caratteriali, l’ex di Nets e Lakers è un giocatore che l’EA7 deve cavalcare perchè ha un talento enorme, ha tanti punti nelle mani e anche in difesa il suo atletismo e le sue braccia lunghe possono aiutare e non poco. Se Milano ha potuto giocarsi fino alla fine la gara col Fenerbahce, gran parte del merito è suo, che con la sua aggressività in attacco ha portato punti per sé e per gli altri. Da capire se con Gentile arruolabile nella ripresa avrebbe avuto lo stesso spazio ma chissenefrega, Banchi gli ha dato fiducia e questa fiducia è stata ripagata, nonostante la sconfitta.

Finisce al PalaDesio, vince il @fenerbahceulker 80-74 contro @OlimpiaEA7Mi #EA7FBU pic.twitter.com/NSHxP0nvbK

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