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MILANO: THE TRANSPARENT DREAM | Per un’economia di qualità Project economART a cura di Anna D’Ambrosio | Amy-d Arte Spazio

Creato il 28 maggio 2014 da Amedit Magazine @Amedit_Sicilia

THE TRANSPARENT DREAM

Per un’economia di qualità

Project economART a cura di Anna D’Ambrosio

OPENING: 29 maggio ore 18.30

dal 29 maggio al 21 giugno 2014

Invito1

È malleabile, resistente, leggero ma densissimo, trasparente. Soprattutto duttile e incredibilmente versatile. Per quale motivo l’ho scelto?

Perché il graphene somiglia a me”.

Le parole di Rachid Khadiri che da immigrato marocchino si laurea a Torino in ingegneria civile sono state fatte mie in questo nuovo progetto / sogno che segna l’inizio per il 2014 di una nuova sperimentazione artistica di Amy-d Arte Spazio e della piattaforma economART per un’economia di qualità.

Il sogno è l’introduzione inedita e mai sperimentata in Arte Contemporanea di un nuovo materiale, definito dalla comunità scientifica il nuovo “Santo Graal”, materiale delle meraviglie e / o del futuro; uno strato spesso solo un atomo, composto di carbonio di dimensioni nanoscopiche.

E pensare che tutto è nato da un rotolo di scotch e una matita.

Ottenere nuove generazioni di super-materiali diventa possibile grazie alla scoperta di una “farfalla” nota con il nome di farfalla di Hofstadter; il primo a sperimentare questa possibilità è il graphene, il materiale più resistente e sottile del mondo, la cui scoperta è stata premiata con il Nobel per la Fisica nel 2010 assegnato ai russi Andre Geim e Konstantin Novoselov prestati all’Università di Manchester.

La gestazione di “The Transparent Dream”, frutto di un lungo lavoro di circa due anni, ha richiesto la – mobilitazione – di tutti i contatti istituzionali che potevano aiutarmi a comprendere la complessità dell’operazione che volevo effettuare e le infinite potenzialità del nuovo materiale.

In un’epoca dominata dalla tecnica in cui l’innovazione non risponde soltanto ad esigenze umane o personali ma crea procedure, modalità, nuovi bisogni, l’arte può generare una “destabilizzazione virtuosa” concependo l’operazione artistica come don-azione. Con il superamento del mito dell’artista “genio” l’artista contemporaneo deve saper condividere la propria esperienza con gli altri all’interno di una rete di conoscenze complementari tra loro (arte relazionale e artista plurale).

L’opera d’arte trae oggi linfa di ambiti disciplinari diversissimi e lontani come la fisica quantistica, la robotica, l’ingegneria genetica, la neurologia, l’esplorazione spaziale, elaborando sul piano espressivo e comunicativo le innovazioni tecnologiche e trasformandole in un nuovo linguaggio in cui al dato va restituito un valore, non solo economico, ma “esperienziale” ed “emozionale”.

Rimando potente a creazioni come: “Stati d’entropia”di Arcangelo Sassolino del 2005 o “On Space Time Foam” del 2013 di Thomas Saraceno.

L’impegno e la sfida è far… camminare di pari passo la tecnologia e l’invenzione scientifica con la creazione artistica e per questo motivo il nostro progetto espositivo non si qualifica con mostra d’arte ma come incubatore; ricerca e sintesi di un percorso pioneristico dalle applicazioni infinite ed esclusive.

THE TRANSPARENT DREAM è quindi una scommessa per il futuro di un certo – tipo – di Arte Contemporanea, quello che si aspetta qualcosa di realmente nuovo da un potenziale artistico ormai dirompente.

“… diamogli un nuovo linguaggio all’Arte se Vuole dire e creare delle meraviglie”.

L’obiettivo di AMY D Arte Spazio con “The Transparent Dream” è testare il grafene sotto forma di fogli, inchiostri, polveri, aerogel grazie a un gruppo di artisti selezionati che declineranno il materiale a creazioni artistiche.

Il materiale e l’opera sono e diventano entità inscindibili; la stessa decisione sul materiale da impiegare, trascende l’estetica e si addentra in un territorio complesso, inscindibile dalla natura e dal rispetto per la materia.

Durante la serata di presentazione della nuova piattaforma con in mostra “NOBODY” 2013 di Mattia Novello (ri-assemblaggio di due biliardi scomposti) il materiale sarà consegnato con un’investitura (atto del dono).

Questo sarà l’inizio di un percorso (inteso come piano strategico) che si specializzerà in mostre, laboratori e performance sugli smart materiali (silicene, aerogel, nanocellulosa), in cui le opere avranno dei referenti dell’industria e della ricerca e che traghetterà il progetto economART sul grafene all’Expo per “un’economia di qualità”.

Richard Feynman in una lettera del 1959 che segnava l’inizio delle Nanotecnologie diceva: “c’è ancora un sacco di spazio là in fondo”.

“Bellezza” è il nome del Festival della Scienza di Genova ha dato all’undicesima edizione 2013 nella meraviglia della scoperta, nella potenza dei fenomeni, nell’eleganza di una teoria: la bellezza colora il nostro stupore e ci accompagna verso nuove sfide”.

È un viaggio nella conoscenza e nell’invisibile con la libertà di sbagliare, dove si fondono percorsi di interconnessione consapevole delle intelligenze con la sensibilità creativa; il viaggio alla nanoscala accresce non solo la conoscenza, ma anche il senso di meraviglia, di mistero e di rispetto che si può provare davanti a un fiore.

Noi di Amy-d Arte Spazio, lo faremo con l’Arte e ad Arte.

Testo critico

JACQUELINE CERESOLI

Graphene1

Partnership

Festival della Scienza di GE    (presid. Manuela Arata ) e Chiara Quartero

Prof. Gaetano Guerra    Unisa Salerno

Prof. Maurizio  Galimberti    Politecnico di Milano

Prof. Emilio Parisini    Politecnico di Milano  

Prof. Vittorio Pellegrini    ITT Genova

Ing. Carlo Leardini    Pentachem

Francesco Bertocchi    Nanesa  s.r.l

Alberto Donelli    AMA Composites  S.r.l

Massimiliano Piazzolla    Picotech  s.r.l

Caldara Stefano    Italfim s.r.l

Daniele Franzi    Kubo effetti speciali

L’Unione Europea ha scelto proprio il progetto Graphene (insieme a quello sullo Human Brain) con un finanziamento record di un miliardo di euro per i prossimi dieci anni stanziati come iniziativa di punta per costruire il futuro della tecnologia e dell’innovazione, lanciando la Graphene Flagship, iniziativa coordinata di ricerca di proporzioni senza precedenti.

Il nuovo materiale futuristico ha spopolato all’ufficio brevetti con migliaia di registrazioni negli ultimi anni.

Prima la Cina con 2.204 brevetti, a seguire gli Stati Uniti e la Corea; il grafene è la terra promessa della scienza destinato a diventare il materiale – miracolo – del XXI secolo, come lo è stata la plastica nel secolo precedente. Samsung ha registrato 407 brevetti che ruotano attorno al grafene ma anche la Nokia e Ibm non sono da meno. In Italia la DirectaPlus è una startup nanotecnologica che con il progetto ATANOR si occupa di depurazione delle acque, rinforzo delle gomme per auto e biciclette, applicazioni tessili e di riproduzione del rumore.

Mattia Novello

Mattia Novello

IMMAGINATE un materiale capace di condurre elettricità meglio del rame, trasparente come il vetro, ultrasottile e più resistente dell’acciaio (200 volte di più). Immaginate poi di poterlo piegare come se fosse plastica e realizzare così schermi touchscreen da arrotolare e potarvi in tasca.

Un metro quadro di grafene, tanto per dare un’idea, pesa meno di un milligrammo, possiede straordinarie proprietà elettriche, ottiche, termiche e magnetiche, che apriranno la strada a una gran massa di applicazioni: dall’aviazione alla scienza dei materiali, dalle biotecnologie ai semiconduttori, la rimozione dell’arsenico dell’acqua potabile e la creazione di fonti energetiche alternative.

Ad Andrea Ferrari, neo direttore del primo “Graphene Center” inaugurato a Cambridge parlare di materiale delle meraviglie piace poco.

“Direi piuttosto che è l’uovo  di Colombo. Grazie alle sue caratteristiche così speciali è una piattaforma tecnologica con applicazioni quasi illimitate”.

“Gli ostacoli da superare sono la produzione del materiale, a partire dai costi e la competitività con altre tecnologie”.

Mattia Novello

Mattia Novello

Nota di Lome Lanning:

“Un mezzo tecnico, o un nuovo materiale anche se di altissimo livello non dà automaticamente le capacità al suo possessore di essere un artista.

Gli uomini primitivi usavano il carbone e la terra per dipingere e le loro immagini sono quanto di più spettacolare sia mai stato fatto, perché la pulsione alla rappresentazione figurativa è la forma più antica di comunicazione. Semplicemente sono cambiati i mezzi e cambieranno ancora, ma l’animo umano avrà sempre la capacità di percepire e rielaborare i messaggi che gli giungono se l’artista saprà lasciar fluire il suo mondo attraverso la sua opera…”.

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