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#MilanoDaLeggere: come la vedeva Giorgio Scerbanenco?

Creato il 01 luglio 2015 da Maryandthebooks @MaryTraf
#MilanoDaLeggere: come la vedeva Giorgio Scerbanenco?

#MilanoDaLeggere: come la vedeva Giorgio Scerbanenco?Devo ringraziare il mio blog e questa rubrica se finalmente mi sono decisa a leggere un libro come quello di cui vi parlo oggi in #MilanoDaLeggere . Perchè, devo essere sincera, non è il genere di storie che amo, troppo crude, troppo dure. Ma avevo deciso di raccontare la città attraverso i libri ambientati a Milano e non potevo farlo senza passare, prima o poi, da un maestro. Giorgio Scerbanenco. Lo scrittore nato a Kiev ma milanese dall'età di 16 anni, colui che ha " inventato" un genere e dato ispirazione a tutta una generazione di scrittori di noir. Non potevo scrivere di #MilanoDaLeggere senza scrivere di lui. E allora sono andata in biblioteca ed ho preso un classico, "I milanesi ammazzano al sabato (edizione Garzanti Elefanti)".
La storia è dura, punteggiata di un politically "uncorrect" che oggi dubito sarebbe possibile, ed è di quelle che se ti concentri e non hai l'animo cinico, come pare non averlo neanche Duca Lamberti, il medico-investigatore protagonista anche in questo libro di Scerbanenco, ti strappa senza dubbio il cuore. Donatella Berzaghi, bella e imponente ragazza bionda di ventotto anni ma con forti problemi mentali, scompare dall'appartamento in cui il padre Amanzio, ex camionista vedovo, la tiene chiusa tra bambole e vecchi dischi. La ragazza viene trovata morta sulla vecchia via Emilia, via di cascine e campi che sta volgendo al tramonto offuscata dalla nuova autostrada del sole. E la pista appare subito quella della prostituzione. Ecco dunque che l'azione parte alla scoperta di Milano, tra bordelli d'alto bordo in austeri palazzi ottocenteschi, bar di quasi periferia, vecchi appartamenti.
Che Milano è dunque quella che si svela pian piano attraverso le pagine de I Milanesi ammazzano al sabato di Giorgio Scerbanenco?

E' una Milano rarefatta, pochi gli indirizzi precisi, l'epicentro rimane viale Tunisia 15, l'appartamento dei Berzaghi. E poi via Ferrante Aporti 86 dove si consuma il massacro finale

"Quello stesso sabato, Amanzio Berzaghi, poco dopo le dieci del mattino, schiacciava il bottone bianco sporco del campanello di una porta senza alcuna targhetta al settimo piano di via Ferrante Aporti 86. Udì nettamente il ronzio del campanello. Veniva a parlare con la signorina Concetta Giarzone"

E' una Milano che sa di case d'appuntamento e negligè e scene di film anni '70

"La casa era nelle vicinanze di via Manzoni, avrebbero potuto andarci a piedi. Livia bloccò la macchina davanti al portone, un vecchio, nobile, dignitoso stabile, che faceva molto Milano '800 e scapigliatura, chi avrebbe potuto mai immaginare?

E' una Milano di personaggi in lupetto e giacca di velluto e colli di pelliccia
"Ricominciò a pensarci dopo le sette, immediatamente appena si svegliò, forse per qualche rumore d'auto venuto da piazza Leonardo da Vinci. Accese il lume, la sveglia batteva sonoramente"
E' una Milano dove dare del terrone a qualcuno offende ma è ancora consuetudine
E' una Milano dove ancora ci si stupisce quando manca la nebbia e l'autunno è mite

"Mascaranti guidava, vicino a lui stava Duca Lamberti, la grossa Alfa andava piano, nell'ancor tiepida sera dei primi di ottobre, il cielo era stellato su una Milano che non aveva alcun segno di autunno, nè vento, nè umido, nè cadere di foglie dai pochi alberi che la rivestono, poteva sembrare una freschina serata di agosto, anche per la totale e incredibile limpidezza dell'atmosfera senza neppure il sentore della nebbia".

La trovate, la Milano di Giorgio Scerbanenco, come sempre, anche sulla #mappaletteraria di Cityteller, che naturalmente è pronta ad accogliere anche le vostre citazioni, che ne dite?


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