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La mummificazione animale portò alla creazione di una vera e propria industria legata a questo genere di artefatti, prodotti in numeri tali da favorire l'estinzione di alcune specie viventi. Parte di questi artefatti son ora esposti in un'esibizione al National Museum of Natural History di Washington, D.C.
Sebbene alcuni animali mummificati siano morti per cause naturali, la maggior parte di essi venivano allevati con il preciso scopo di produrre mummie. "Diverse divinità avevano specifici animali totem" spiega Melinda Zeder, direttrice del programma di archeobiologia allo Smithsonian Institution's National Museum of Natural History. "I sacerdoti che gestivano i templi di queste divinità offrivano un servizio in cui le persone potevano acquistare un animale mummificato e piazzarlo in una catacomba".
La tradizione degli animali mummificati ebbe inizio intorno al 3000 a.C. e raggiunse il suo apice tra il 650 a.C. e il 200 d.C. "Milioni di animali, come cani e gatti, vennero allevati dai sacerdoti e mummificati. Questa pratica si estese agli animali selvatici, come l'ibis sacro e il babbuino, e potrebbero aver contribuito all'estinzione di questi animali in Egitto".
Ibis e babbuini, sebbene selvatici e quindi più difficili da ottenere, vennero catturati a milioni e mummificati come offerta votiva a Thot, il dio della sapienza, della scrittura e della magia. Ma l'animale mummificato che andava per la maggiore era il gatto, sacro a Bastet e molto più "pratico" per la mummificazione considerando la sua abbondanza e le sue dimensioni.
In Egitto, non c'era una casa che non contasse la presenza di un gatto, servito e riverito come in epoca moderna. Il gatto era protetto dalla legge: non poteva essere trasportato fuori dalle terre del faraone (c'era un fiorente contrabbando di gatti operato dai fenici) e la morte del gatto di casa rappresentava un vero e proprio lutto di famiglia.
Durante il periodo della produzione più massiccia di mummie animali in Egitto, vennero create milioni di mummie di gatto, che oltre 2 millenni dopo, nel tardo 1800, furono addirittura acquistate a centinaia di migliaia per fare fertilizante.
Questa pratica portò letteralmente all'estinzione di alcune specie in Egitto: babbuini e ibis iniziarono a sparire, ma la richiesta di animali mummificati fece nascere un mercato di falsi che solo oggi, con le moderne apparecchiature di scanning, siamo in grado di distinguere dalle mummie originali.
La mummificazione animale contemplava anche specie molto più grandi di un felino domestico, come maiali e ippopotami. "I maiali e gli ippopotami erano associati al dio Seth. Nella tarda storia egizia, quando la mummificazione animale divenne sempre più popolare, Seth era meno considerato di altre divinità" spiega Salima Ikram, professoressa di Egittologia alla American University del Cairo.
Siamo in possesso anche di una rarissima mummia di toro, completa di corna e occhi di cartapesta, risalente ad un periodo compreso tra il 300 a.C. e il 400 d.C.
Anche il toro era un animale sacro, e quelli identificati come tori di Apis erano considerati l'incarnazione stessa di Ptah o di Osiride. Venivano allevati con estrema cura e quotidianamente massaggiati e coccolati, tanto da poter vivere oltre 20 anni. "La provenienza originale del toro è poco chiara, e potrebbe non essere un toro di Apis. Ma siamo certi che sia stato allevato e venerato dai sacerdoti per essere mummificato dopo la morte" spiega Zeder.
Animals Mummified by the Millions in Ancient Egypt
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