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#Mind the gap: cronache di una palermitana a Londra

Creato il 21 dicembre 2012 da Abattoir

venerdì 21 dicembre 2012 di

- Italiani Vs londra -

 

#Mind the gap: cronache di una palermitana a Londra
Sono mesi che li osservo, che ne studio i comportamenti, gli atteggiamenti e le pose. Di cosa sto parlando? Ma degli italiani a Londra! Dovete sapere che l’italiano a Londra è come un panda deportato al polo nord: manca di punti di riferimento, fatica ad arrangiarsi e a ritrovare se stesso. Intanto, a giudicare dal suo abbigliamento, crede di essere in Alaska: cappello di lana, giubbotto super ultra imbottito stile omino Michelin, guanti a doppio strato e sciarpone d’ordinanza. Insomma, sembra pronto per la settimana bianca più che per una visita turistica. E poi sono tanti, ma tanti, e li riconosci a un chilometro di distanza, impossibile sbagliarsi. Quando si avvicinano qualsiasi dubbio si dilegua perchè gli italiani ci tengono a far sapere al resto del mondo che sono italiani, e per farlo urlano. Urlano in metro, urlano nei camerini (donne, non fatelo, è terribile): ”Giussyyy ma secooondo te questo vestito fucsia mi sta bene o è meglio quello blu???!”. Il tutto urlato nel silenzio più totale! Potrete ben capire l’enorme imbarazzo della sottoscritta che si trova a dover fingere di essere ugandese piuttosto che palesare le sue origini italiote.

Ebbene sì, odio gli italiani a Londra, odio le scolaresche di sgallettate che entrano in metro stile mandria di cavalli, che vanno nei musei e urlano (anche lì) incuranti del fatto che si trovano in un posto che esige silenzio e tranquillità. Non parliamo di quando devono ordinare qualcosa, lì si raggiunge il massimo della mia idiosincrasia.  Cari italiani, se andate da Starbucks evitate il caffè, perchè non sarà mai come il nostro, e soprattutto, se v’incaponite al punto di prenderlo, evitate i commenti post primo sorso: “Ma che schifo… questo caffè lo chiamano? Ah come lo facciamo noi…”. Alt ferma, ferma… siamo a Londra non a Roma, qua il caffè fa schifo! Fattene una ragione, pigliati un thè e non rompere il cazzo!  Anche sul cibo gli italiani sono noiosi, Dio se sono noiosi! Confesso che una volta sono andata a cena dai Fratelli la bufala, a Leicester Square, non per mia espressa volontà, s’intende. Sono, ahimè, incappata nel classico italiano che all’estero ricerca disperatamente cibi che gli ricordino il Paese natio. I miei tentativi di indirizzarlo verso altro sono andati a vuoto, inoltre, pioveva e non potevamo disquisire su quanto la cucina inglese facesse schifo. Per farla breve, una volta messo piede in quel posto sono stata investita da un vociare familare: erano tutti italiani, camerieri compresi, è stato stranissimo,  era come trovarsi in una bolla spazio temporale: fuori c’era Londra, lì dentro eravamo a Napoli, a Roma, Palermo. Orribile, come la pizza d’altronde.

Ora mi chiedo, cosa spinge te italiano a prendere un aereo, prenotare un hotel, decidere di andare in un Paese straniero, se poi una volta lì vuoi che la gente ti capisca se parli uno pseudo inglese, vuoi mangiare spaghetti o bere un buon caffè? Cosa? Dimmelo ti prego, perchè io non ci arrivo.  Ah, parliamo dell’inglese maccheronico di noi italiani! La pretesa dell’italiano di farsi capire anche quando parla una lingua che non è nè italiano nè inglese, è pari alla sua convinzione che ciò che sta balbettando sia giusto. Nel 90% dei casi non lo è mai. Una volta un tizio mi chiese un’indicazione per andare al Tate:  ”This is the good direction to go to Tate?”. Non gli ho riso in faccia per ritegno. Ora non voglio fare la spocchiosa perchè il mio inglese è ancora vacillante e in fasce, ma subito gli ho chiesto: “Italiani?”. Il sollievo nel suo viso era più che visibile, si aspettava di dover star lì a decifrare parole sconosciute e invece ha trovato me.

Altra roba che gli inglesi detestano e gli italiani sistematicamente dimenticano: no, thank you – yes, please. Gli italiani ordinano e basta, dicono sì o no (quando capiscono una domanda) e mai un grazie o un per favore. MAI. Sappiate che ci fate la figura dei cafoni, perchè st’inglesi sono formali fino al midollo e noi dobbiamo adeguarci e tentare di imparare a dire almeno quelle due paroline magiche tanto care al britannico di turno. Infine, caro italiano a Londra, quando sei sulle scale mobili non puoi bivaccare come te pare a te, devi stare sulla destra, altrimenti chi c’ha fretta ti travolgerà e ti prenderà a parolacce e tu zitto e mosca, non devi protestare, perchè hai torto marcio, e piantala di dire “Noi italiani così, noi italiani cosà, gli inglesi freddi blablabla”… Who’s care? A nessuno, caro italiano, non frega niente a nessuno.  Si è capito che vorrei un mondo senza italiani in vacanza?


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