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Mine vaganti – la recensione di Sandro

Creato il 04 agosto 2010 da Soloparolesparse

Ultimo appuntamento con le vostre recensioni prima della (breve) pausa estiva.
Sandro ci parla di Mine vaganti di Ferzan Ozpetek.

Mine vaganti – la recensione di Sandro

La famiglia Cantone è proprietaria di uno dei più importanti pastifici del Salento aperto dalla nonna e dal cognato (segretamente innamorati tra loro). I due figli Tommaso (Riccardo Scamarcio) ed Antonio (Alessandro Preziosi) sono pronti al rientro del primo da Roma a succedere al capofamiglia, interpretato da Ennio Fantastichini.

Se non che i piani del pater familias e non solo vengono scombussolati: Tommaso è gay e non ne vorrebbe per nulla sapere di conti, di gestione d’impresa e di pasta. Vuole dedicarsi alla scrittura. Ma sa che sarebbe osteggiato in ogni modo dalla propria famiglia perbenista ipocrita che ha già deciso del suo futuro. Confida al fratello Antonio i propri segreti inconfessabili e decide di dire tutto alla cena che si terrà: qui verrà anticipato a sorpresa dallo stesso Antonio che confesserà la propria omosessualità facendo letteralmente collassare il padre.

 Da qui sarà un crescendo di comicità con cui si affronterà il tema dell’omosessualità nel dipanarsi della storia e nell’intreccio dei personaggi: Elena Sofia Ricci sarà una zia dedita all’alcool ed al sesso; la nonna trasgressiva ma salda nel garantire la continuità familiare; Lunetta Savino che cercherà da buona madre di mediare tra padre e figli.

Il film merita sicuramente di essere visto: tratta il tema dell’omosessualità senza volgarità, anzi ridendoci sopra e mettendo in luce quei pregiudizi che assolutamente vanno rimossi. Si dice sempre che per dire le cose serie occorre dirle ridendo: ecco in questa commedia ci si riesce benissimo, per esempio, a dire che l’omosessualità non è una malattia, ma una condizione o che gli omosessuali provano sentimenti come tutti gli esseri umani eterosessuali (sembrerà banale ma non tutti la pensano proprio così).

 


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