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Minotauro part-time

Da Ilgrandemarziano
Minotauro part-timeOltre 700 km di autostrade e una via crucis di cantieri monumentali che sembra debbano ricostruirci le piramidi (ma grosse il doppio) mi separano da Brema a quella che è una tappa un po' speciale del mio lungo viaggio teutonico, essendo l'ultima prima del rientro sul mio pianeta. Così mi pregusto una dolce e tranquilla giornata per distendere le mie antenne nella natura della Foresta Nera di cui Friburgo (in Brisgovia), mia méta finale, è la capitale regionale. E mentre l'automobile corre (mica tanto) verso sud, mi è facile fantasticare di boschi incontaminati, montagne selvagge, un'accogliente cittadina caratteristica e dei bei menù a base di piatti tradizionali. Ci potrebbe essere modo migliore per mettere il sigillo a un viaggio bello, ma - ammettiamolo - per nulla rilassante come questo? Tuttavia non è andata proprio così. Del resto, quando mai va così?
Minotauro part-timeInnanzitutto Friburgo (in Brisgovia) non è l'accogliente cittadina caratteristica che mi aspettavo, bensì è di giorno una teoria infinita di negozi e centri commerciali degni della più selvaggia globalizzazione, mentre di notte diventa (inaspettatamente) l'anticamera di un'alcova, con locali notturni da imbarazzo della scelta, professioniste in attesa di clienti e dilettanti a caccia in supertiro. A onor del vero, va detto che l'aspetto che forse maggiormente caratterizza Friburgo (in Brisgovia) è la fitta rete di bächle, piccoli ruscelletti di acqua limpida proveniente dalla Foresta Nera che, incanalati nelle strade parallelamente ai marciapiedi, solcano tutto il centro, come piccole e singolari arterie di freschezza. Un tempo erano utilizzati contro i frequenti incendi, oggi sono un refrigerio per i residenti d'estate, un motivo di gioco per i bambini, e una terribile doppia minaccia per i turisti. Doppia perché innanzitutto il rischio di finirci a mollo è a ogni passo, in secondo luogo perché la tradizione vuole che se ci metti il piede dentro ti sposerai un/una del posto e ti fermerai a Friburgo per sempre. Va da sé che a camminare nel centro di Friburgo (in Brisgovia) si finisce con lo stare sempre un po' col cuore in gola. Insomma, per farla breve, nel complesso ci sono sì belle strade, una grande piazza con la cattedrale e un'accogliente zona pedonale. Ma dalla capitale della Foresta Nera mi aspettavo - chissà perché - qualcosa di più "montano", ovvero di meno "metropolitano". E si sa, avere aspettative nella vita è cosa assai pericolosa.
Ma - e qui veniamo alla nota dolente - se andiamo a vedere, Friburgo (in Brisgovia) non è neanche una città. Nossignore. È un labirinto. Complice infatti anche un (altro!) cantiere che devasta un'intera arteria cittadina principale rendendola quindi di fatto inservibile in entrambi i sensi di marcia, e costringendo così a una gimcana di vie, viuzze, inversioni e svolte obbligatorie, mi è risultata impresa impossibile, dopo la serata trascorsa in centro, ritornare all'hotel, essendo la stessa via dell'andata perduta per sempre. Vicoli ciechi. Altre svolte obbligatorie. Indicazioni mancanti. Zone a traffico limitato. Sensi unici a tradimento. Mappa inservibile. Nomi delle strade (quando si degnano di esserci) scritti ostinatamente con quel tipico carattere gotico che sembra ci voglia una macchina Enigma per comprenderli.
Minotauro part-timeDunque ormai sono le dieci di sera e qualcuno avrà avvistato un marziano che vaga per la città come un autentico idiota. Io che mai mi sono perso in vita mia, nemmeno quando sono andato fin su Alpha Centauri, in quel momento mi si rievoca lo spettro della mentalità tedesca, quella che non ha bisogno di indicazioni, di istruzioni o di regole. E che se ne frega bellamente delle esigenze o delle difficoltà di chi arriva da fuori. Me ne accorgo una volta di più quando d'improvviso un flash mi illumina a giorno, al punto che le mie antenne rattrappiscono impaurite (non potete capire i brividi). In un millisecondo ho mangiato la foglia. Guardo il cruscotto. La lancetta del tachimetro balla intorno ai 45 km/h. «Ma che cazzo di limite c'è qui per far scattare l'autovelox?» Lo scopro dieci metri dopo: 30 km/h. Dico trentachilometriallora! Se questo non bastasse, scopro che il divieto vale solo dalle 22 alle 6 del mattino. E, manco a dirlo, le 22 sono passate da soli dieci minuti. Nonostante ciò non ho neanche il tempo di svalvolare in pace, perché ho sempre il problema di ritrovare la maledetta strada per l'hotel. E intorno a me è un oceano di nulla in una notte di nuvole. Punti di riferimento manco l'ombra. Palazzi tutti uguali. Strade tutte uguali. Incroci tutti uguali. E pensare di provare a chiedere informazioni in inglese in questo momento mi pare roba da fuori di testa. Sono costretto - extrema-ratio - a seguire l'indicazione per l'autostrada, uscire alla medesima ausfahrt con cui sono giunto qui, e rifare la stessa strada del pomeriggio.
Minotauro part-timeCi impiego solo un'ora, in tutto, per tornare all'hotel. E dire che saranno stati sì e no quattro chilometri. L'indomani mi aspetta l'escursione alla Foresta Nera vera e propria, che scoprirò labirintica pure lei. Arrivare dove mi ero ripromesso di andare, ovvero sullo Schauinsland il monte alto 1284 m che domina Friburgo (in Brisgovia) e da cui si gode una visuale incantevole di tutta la pianura del Reno, sarà solo un puro accidente del caso (leggi: botta-di-culo-spaziale), giacché anche lì le indicazioni sono totalmente assenti, per lo meno in uscita dalla città. La Foresta (Nera) poi disattende le aspettative, benché mantenga promesse di estetica e natura. Non trovo infatti una montagna aspra, incombente su di me, bensì una collinona verde smeraldo, prati ondulati e boschi di pini molto tedeschi. E un ininterrotto tapis-roulant di frutti di bosco che farebbe la goduria di un orso. Bello ugualmente. E alla fine riesco a stemperare la tensione della serata precedente, pregustando, stavolta davvero, il ritorno sul mio pianeta. In fondo è anche questo il bello di un viaggio, no? Che ti faccia venire una voglia matta di tornare a casa.
/fine

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