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Minzolini, chiesti 2 anni di reclusione. I giudici lo assolvono

Creato il 15 febbraio 2013 da Ilkomboloi @IlKomboloi

Accusato di peculato, il pm Dovinola aveva chiesto 2 anni di reclusione. I giudici romani lo assolvono e viene meno l’ipotesi di “impresentabile” nelle liste Pdl.

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Il pm di Roma, Dovinola, a conclusione della requisitoria che ha visto imputato Augusto Minzolini, ha chiesto 2 anni di reclusione per l’accusa di peculato. All’ex direttore del TG1 si contesta l’uso improprio della carta di credito aziendale della quale avrebbe usufruito proprio quando ricopriva tale carica. Ma nella giornata di ieri, i giudici della VI sezione del tribunale penale collegiale di Roma hanno disposto l’assoluzione con la formula ”perché il fatto non costituisce reato”.

Minzolini era stato rinviato a giudizio nel 2011 con l’accusa di avere sforato, in 14 mesi, il budget a sua disposizione per circa 65 mila euro spesi tra banchetti e soggiorni utilizzando la carta di credito aziendale. Emergono, tra le note di spesa, week end in giro per il mondo. Il giornalista ha poi restituito la somma alla tv pubblica. Minzolini si difende: “Le spese sostenute a partire dal 2009 con la carta di credito della Rai sono state solo in funzione del mio lavoro”.

La carta in questione gli fu concessa quando assunse l’incarico nel 2009 dopo una trattativa fatta con il direttore generaleMauro Masi che aveva provveduto a svolgere le procedure per la sua assunzione alla Rai. “Per 18 mesi -ha ricordato Minzolini- tutto si svolse tranquillamente e le spese sostenute con la carta di credito venivano poi giustificate con le ricevute regolarmente attestanti la spesa ma senza indicare le persone con le quali mi ero incontrato. Dopo 18 mesi l’azienda mi rese noto che non era più giustificato l’uso di quella carta di credito e che le note spese da me presentate non andavano bene. Provvidi a restituire le somme in contestazione”.

Nel giudizio è costituita parte civile la Rai e rispondendo alle domande dell’avvocato Maurizio Bellacosa, Minzolini ha ribadito di non aver commesso alcun illecito e di aver utilizzato la carta secondo gli accordi intervenuti. “Alla Rai non ho fatto spendere nulla -ha detto ad un certo punto Minzolini- e per alcuni servizi ho usato i miei soldi”.

La cosa strana è che una persona che ritiene di essere in buona fede non propone di restituire la somma contestata per risolvere la faccenda, ma agisce con la massima tranquillità affinché venga provata la sua innocenza.

Ma oltre al problema personale e giudiziario, in caso di condanna si sarebbe alzato un polverone relativo al ruolo che ha assunto Minzolini in questo periodo: il capolista del Pdl in Liguria al posto dell’ex ministro Scajola; in caso di condanna, Minzolini, sarebbe diventato un impresentabile a pochi giorni dalle elezioni. Come avrebbe reagito il Pdl e quali misure avrebbe adottato il partito? E soprattutto, la gente che vota  Pdl si sarebbe posta il problema di “impresentabilità sfiorata”? Ancora una volta il sistema elettorale, così come è incentrato, delegittima il voto del cittadino che non ha la possibilità di scegliere se “premiare” o meno un candidato. Forse uno dei primi punti che dovrebbero essere toccati dal prossimo Governo per dimostrare che si vuole intraprendere la strada del cambiamento, riavvicinando la gente alla politica, è proprio quello relativo alla legge elettorale.

L’ex direttore del TG1, a quanto pare, non è visto di buon occhio dai Liguri, ma per accattivarsi le attenzioni dei cittadini ha dichiarato: ”Prenderò subito casa in Liguria. Capisco le riserve sulla mia candidatura, ma per venti anni ho lavorato alla Stampa, che qui è molto letta.” 

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Minzolini negli anni 90 è stato additato come l’ideatore di un nuovo modo di fare giornalismo: ”basarsi sulla raccolta di dichiarazioni anche informali di uomini politici, senza alcuna verifica delle informazioni raccolte”, questo modo di fare ha preso il nome di “minzolinismo”, gli addetti ai lavori ritengono questo tipo di giornalismo un sinonimo di giornalismo servile. Come non ricordare i servizi del 2011, quando in merito alle interviste di Silvio Berlusconi in prime time durante la campagna elettorale, l’AgCom “ha ritenuto che le interviste, tutte contenenti opinioni e valutazioni politiche sui temi della campagna elettorale, ed omologhe per modalità di esposizione mediatica, abbiano determinato una violazione dei regolamenti elettorali emanati dalla Commissione parlamentare di Vigilanza e dall’Agcom. La Commissione ha pertanto deliberato, a maggioranza, di comminare a TG1 e TG4 la sanzione nella misura massima prevista dalla legge (258.230 euro), in quanto recidivi.”

Il 13 dicembre 2011 Minzolini è stato rimosso dalla direzione del TG1 e sostituito ad interim dal direttore del TGR Alberto Maccari, ma nel maggio 2012 è stato nominato Direttore della Direzione Corrispondenti Esteri.



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