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mio salmone domestico

Creato il 30 gennaio 2016 da Inbassoadestra

In questo giorno uggioso di merla e di piazze ingombre di nulla me molto innamoratissima di salmone:
“Il popolo ha fame, dico a mio salmone mentre stira la sua mascherina nera da supereroe. Il popolo si lamenta che non abbiamo mai storie, si lamenta che manca il filo narrativo e che si stava meglio quando si stava peggio. Il popolo vuole ridere, vuole vederti scivolare sulla buccia di banana e non vuole sentire drammi esistenziali di te che sei depresso e piangi nella tua cassettina di fragole e bevi cocktail al tamarindo prima di dormire. Il popolo vuole intrecci e colpi di scena, non vuole sapere di Medusa, a meno che Medusa non sia sposata con un marito che la picchia e che tra lei e te non ci sia una storia torbida segnata da una tremenda differenza d’età di ottantacinque anni e un rapimento e una morte consumata al centro del central park, in autunno, in mezzo al calpestìo delle oche. Capito? Hai capito salmone? Gli dico scuotendolo per le spalle. Dove sono le pistole, i cowboy? Dov’è il sesso? E soprattutto dov’è quel reticolo metaletterario di citazioni omeriche che fa sempre piacere ai maniaci delle soap opera che vergognandosi di esserlo nascondono le loro inclinazioni con una laurea umanistica e quando leggono salmone pensano di leggere qualcosa di altro da salmone? Noi dobbiamo farglielo credere, che ci sia dell’altro.”
{Emmanuela Carbé, “Mio salmone domestico – manuale per la costruzione di un mondo, completo di tavole per esercitazioni a casa”, Laterza 2013}

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