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Misteri Eleusini: dalla tradizione alla letteratura.

Da Marialuisapesce @marialuisapesce
Tra Settembre e Ottobre, poco prima della semina, nel Santuario di Eleusi si celebravano i Mysteria, riti sacri in onore di Demetra e Core, la Madre e la Figlia, nei quali probabilmente venivano utilizzate sostanze psicotrope (una variante di segale cornuta) per facilitare l'apertura della Visione interiore a coloro che facevano richiesta di essere iniziati .Dalle testimonianze che ci sono state tramandate, i questulanti ricevevano risposte sulla vita dopo la morte, esperienza che li liberava completamente dalla paura, aprendo un canale per una personale connessione con le dimensioni del sacro.Si accedeva al rito, come ci viene narrato, dopo un processo di purificazione che comprendeva il digiuno e il raccoglimento, perchè non bisognava mai giungere impreparati dinanzi ai Misteri, che richiedono un'adeguata preparazione del corpo e della mente.Da quanto ci viene trasmesso, pur nelle ombre che necessariamente gli antichi spargevano intorno al Sacro per preservarlo da occhi contaminati, si trattava di un rito di tipo sciamanico, in cui l'iniziato riceveva la sua personale rivelazione, capace di dare un senso al resto della sua esistenza.I Misteri Eleusini si celebravano in primavera nella piccola forma e in autunno in quella grande presso la città di Eleusi, dove si diceva che la Dea Madre fosse giunta per riposarsi dalla ricerca della Figlia perduta, ma le probabili origini di questo rito sono anatoliche.Ecco perché inserisco qui una versione di come si sarebbero potuti svolgere i Misteri tratta dall'acuta penna di Marion Zimmer Bradley nel suo celeberrimo romanzo "La Torcia", il quale racconta la guerra di Troia vista dagli occhi della principessa Cassandra.Nel libro la fanciulla, dotata del dono della Vista sin da piccolissima, viene inviata con le Amazzoni a compiere il suo addestramento e, guidata dalla regina Pentesilea, sua parente, giunge in Colchide.E' qui che, al calare delle stelle d'autunno, ella riceve la sua iniziazione alla Madre Serpente, secondo un rito che deve essere stato il progenitore di quelli che ogni anno si sono celebrati ad Eleusi fino a quando il tempio non venne distrutta ad opera dei Visigoti, nell'anno 396 d.C .

Misteri Eleusini: dalla tradizione alla letteratura.
Condividi con la Figlia della Terra la discesa nelle Tenebre...  Una voce la guidava da lontano e non sapeva se fosse reale oppure no.A una a una devi abbandonare tutte le cose di questa terra che ti sono care, perchè non ti apparterranno più.Cassandra scoprì che adesso portava le proprie armi, anche se sarebbe stata pronta a giurare di averle lasciate nella stanza di Andromaca quella mattina. Tra i rulli dei tamburi la voce ritornò.Questa è la prima delle porte degli Inferi: qui devi rinunciare a ciò che ti lega alla Terra e ai regni della Luce.Cassandrà slacciò la cintura ingemmata che reggeva la spada e la corta lancia. Ricordò che Ecuba l'aveva ammonita di portare sempre con onore quelle armi... ma era avvenuto in un luogo molto lontano dalla grotta buia. Anche Pentesilea si era presentata a quella soglia tenebrosa e aveva rinuciato alle sue armi? Sentì la spada e la lancia scivolare sul pavimento e cadere con un suono metallico, tra il rullio dei tamburi.Perchè le sue mani si muovevano tanto lentamente... seppure si erano mosse? Era tutta un'illusione, oppure era ancora accosciata nel cerchio oscuro mentre avanzava audacemente nella galleria, avvolta nella lunga veste sciolta di Andromaca che, per quanto fosse inspiegabile, non la faceva inciampare?Chissà dove, c'era un occhio di fuoco. Fiamme sotto di lei? Oppure guardava la fessura dell'occhio del serpente?Questa è la seconda porta degli Inferi, dove dovrai abbandonare le tue paure e tutto ciò che ti impedisce di di addentrarti in questo regno come una di coloro i cui piedi conoscono e percorrono la Via, seguendo le mie orme.Ora l'occhio del serpente era vicino. Si muoveva, l'accarezzava...E in un palpito della memoria ricordò quando, forse secoli prima, forse in un'altra vita, aveva accarezzato i serpenti nella casa del Signore del Sole, li aveva abbracciati senza paura. Era come se li abbracciasse di nuovo..., e l'occhio si faceva più vicino, sempre più vicino. Il mondo si ristrinse fino a quando non rimase più nulla con lei nel buio, se non l'abbraccio del serpente. Un dolore la trafisse, le diede la sensazione di stare morendo... E lei si abbandonò alla morte quasi con sollievo. Ma non era morta: procedeva solo nella tenebra ardente.C'era una voce che risuonava più forte del rullo dei tamburi e le echeggiava nella mente.Ora sei nel mio regno e questa è la terza e ultima porta degli Inferi. Non ti è rimasto altro che la tua vita. Rinuncerai anche a quella per servirmi? Cassandra pensò disperatamente: Non so a che potrebbe servirle la mia vita, ma sono giunta fin qui e ormai non tornerò più indietro. Aveva l'impressione di parlare a voce alta, ma una parte della sua mente inisisteva a dirle che non emetteva il minimo suono, che la favella era un'illusione come tutto ciò che le accadeva in quel viaggio... se pure era un viaggio e non un sogno bizzarro. Non tornerò indietro ora, anche se ne va della mia vita. Ho rinunciato a tutto il resto. Prendi anche quella, Signora delle Tenebre. Rimase liberata nel buio, trafitta dal fuoco, circondata dal fremito di ali precipitose.Dea, se devo morire per te, lascia che veda il tuo Viso almeno una volta!L'oscurità si rischiarò lievemente; davanti agli occhi scorse un pallore turbinante dal quale emersono a poco a poco un paio di occhi scuri, un volto esangue. Aveva già visto quel volto, riflesso in un ruscello... era il suo. Una voce vicinissima le sussurrò tra il rullo di tamburi e il gemito dei flauti: Non sai ancora che tu sei me e io sono te?Poi le ali travolsero e cancellarono ogni cosa. Le ali e i venti d'uragano la sollevavano, la sollevavavno verso la luce mentre lei protestava: Ci sono tante altre cose da conoscere...I venti la dilaniavano; un lampo rivelò occhi e rostri crudeli che laceravano... era come se qualcosa di alieno scorresse in lei, la saturasse come un'acqua scura e profonda e scacciasse la coscienza e il pensiero. Da un'altezza immane vedeva qualcuna che era lei e nello stesso tempo non lo era: e sapeva di scorgere il viso della Dea. Poi la fragile presa sulla coscienza si spezzò: e, mentre ancora protestava, precipitò in un infinito abisso silenzioso di luce abbacinante. Qualcuno le toccava delicatamente il viso: "Apri gli occhi, figlia mia."Cassandra si sentiva nauseata e debole, ma aprì gli occhi nel silenzio e nell'aria fresca e umida. Era ritornata nella grotta... l'aveva mai lasciata?
Tratto da "La torcia" di Marion Zimmer Bradley

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