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Forse la cosa vi sorprenderà, ma non sono un fan della trasmissione “Mistero” di Italia 1. Vedere sprazzi di realtà annegati in un racconto che ha un formato pseudo scientifico mi annoia parecchio e mi irrita altrettanto.
La settimana scorsa, tuttavia, "Mistero" è venuto sul lago d’Orta con un servizio dedicato ai draghi. Così non ho potuto, per dovere professionale, diciamo così, non vedere il video, che trovate a questo link
Evidentemente non ha senso entrare nel merito delle affermazioni di un servizio costruito sulla filosofia “a noi piace pensare che…”, tuttavia, visto che si parla del lago d’Orta e di San Giulio, vorrei soffermarmi su alcune affermazioni un po’ troppo fantasiose.
Il “drago” del lago d’Orta. Secondo la tradizione sull’isola esistevano molti draghi, non uno solo. E nelle raffigurazioni sono presentati più come grossi serpenti che come mostri immensi.
San Giulio santo e “guerriero”. Da quanto sappiamo, san Giulio (che secondo la tradizione venne sul Lago d’Orta alla fine del IV secolo), non era un guerriero, ma piuttosto un esorcista, oltre che un valente costruttore di chiese. Il suo compito era quello di distruggere i luoghi di culto pagani e costruire al loro posto delle chiese cristiane.
La vertebra del drago. Nella Sacristia della Basilica sta appeso un osso arrivato chissà come sull’isola. Secondo alcuni sarebbe stato rinvenuto nel “Bus de l’orchera” una piccola grotta sulla penisola di Orta. Così ne parla il Cotta, che scrive alla fine del Seicento: «Tra i progenitori di quella razza pensano alcuni che si ritrovassero bestie di corporatura uguale ad un uomo, e ne deducono l’argomento dalla proporzione di un osso (questo è un nodo del dorso) il quale appeso al cielo della sagrestia, si mostra a’ creduli curiosi, con asserirglielo avanzo di quei brutti animali.»
Secondo uno studio pubblicato nel 2007 su Antiquarium medionovarese si tratta di una vertebra di Balenottera comune del Mediterraneo. Un individuo giovane, probabilmente spiaggiatosi, e macellato, come risulta dalle tracce lasciate sull’osso. Anche le dimensioni sono ridotte (circa 25 x 30 cm), non certo il metro di cui si parla nel servizio.
I legami con il Loch Ness. Ad un certo punto nel servizio si dice che il lago di Santa Croce (ma il discorso varrebbe anche per il lago d’Orta) avrebbe un legame con il famoso Loch Ness per essersi formato alla fine dell’era glaciale. Caratteristica questa condivisa con migliaia di altri laghi di origine glaciale, peraltro…
I pescatori del lago d’Orta giurano di aver visto affiorare qualcosa dal lago. Sebbene i pescatori non siano, notoriamente, tra i testimoni più attendibili quando si tratta di cose venute fuori dall'acqua (soprattutto dopo qualche bicchierino) vorrei aggiungere in questo caso la testimonianza di Caronte, evidentemente sfuggita alla redazione di Mistero.
Più in generale, se avete interesse ad approfondire la questione dei draghi del lago d’Orta, vi rimando ad una serie di post scritti tempo addietro.
L’aspetto a mio avviso più inquietante del servizio, però, è ciò che non viene detto. Il Lago di Santa Croce è sbarrato da una diga, costruita nel 1913, da una società successivamente acquisita dalla SADE. La stessa, per intenderci, che costruì la diga del Vajont.
Forse, piuttosto che attribuire i tremori ai draghi, sarebbe meglio cercare di capire, con una certa urgenza, cosa stia succedendo esattamente nelle profondità della terra, sotto quel lago…
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