Magazine

Mistica: una preghiera che danza sulle punte della conoscenza.

Creato il 25 settembre 2012 da Pasquale Allegro

Fabrizio Basciano – “Le vie mistiche. Gurdjieff, Rumi e altre connessioni possibili
Mistica: una preghiera che danza sulle punte della conoscenza.
di Pasquale Allegro
“Uno cerco, Uno conosco, Uno canto, Uno contemplo!”È la voce di un poeta mistico della letteratura arabo-persiana, questa che poco sopra canta le linee di un verso spirituale, disincagliato dall’opprimente materia e sussurrato leggero oltre ogni ordine di cielo costituito: tale Jalal al-Din Rumi, meglio detto Mewlana, ovvero “uno dei massimi rappresentanti del sufismo”. Il virgolettato qui è necessario, in quanto si riferisce ad un’affermazione tratta dal libro “Le vie mistiche.Gurdjieff, Rumi e altre connessioni possibili” di Fabrizio Basciano, giovane lametino, classe 1982, particolarmente dotato di intraprendenza culturale, di uno spiccato entusiasmo artistico e di un’infaticabile volontà di ricerca nello studio. Laureato in DAMS e Musicologia e Beni Musicali presso l'Università di Roma La Sapienza, attualmente affianca infatti alla sua attività musicale un’inarrestabile propensione ad avviare iniziative, tramite l'associazione culturale della quale è egli stesso fondatore, la "Lante Arte".Ebbene, su questa pagina oggi riportiamo righe di riflessioni in cui Basciano desidera soprattutto esprimere ciò che, filosoficamente e dottrinalmente, accumuna le rivelazioni del sufismo alle disquisizioni inziatiche di Gurdjieff: “Obiettivo di questo libro – si legge nell’introduzione - è quello di realizzare un fruttuoso confronto fra due maestri spirituali e le loro rispettive discipline o vie iniziatiche: la Quarta via di George I. Gurdjieff  e l’antica tradizione del sufismo rappresentata dal poeta mistico Jalal al-Din Rumi.”Occidente e oriente a confronto. Un rapporto d’intenti e di progetti che si realizza lungo un cammino che porta dritto dritto all’uomo nuovo, nondimeno prendendo atto che si tratta di considerare “due modalità di sviluppo interiore dell’umana essenza” che, per tragitti a volte anche scoscesi, desiderano comunemente raggiungere “lo sviluppo dell’individuo che ciascuno di noi conserva embrionalmente dentro sé”.Il volumetto, agile e compiutamente concentrato, dedica una prima parte al maestro spirituale Gurdjieff, nonché filosofo e scrittore, “al fine di poter tramandare a più persone possibili gran parte delle sue conoscenze”. Fondatore del gruppo dei Cercatori di Verità e del primo Istituto per lo Sviluppo Armonico dell’Uomo, Gurdjieff s’iscrive fra coloro i quali  dedicano la propria vita alla ricerca forsennata della verità in una condizione spirituale di raggiunta unità, quella in cui “l’uomo mette in accordo tutte le parti che lo compongono al fine di poter sviluppare potere decisionale sulla propria esistenza”. Primo e fondamentale punto d’incontro con il pensiero delle confraternite sufi, molte delle quali vennero a contatto con Gurdjieff durante i suoi innumerevoli viaggi, è proprio l’importanza prestata alla dimensione anche pragmatica delle esperienze del miglioramento di sé. E Basciano ci dice anche di più, inanellando tra i riferimenti e le evocazioni altre esperienze di ricerca del divino: “La Quarta Via di Gurdjieff si presenta come una sintesi [...] delle tre principali vie orientali di ascesi (le vie del fachiro, del monaco e dello yogin)”, sottoscrive.Anche il sufismo stesso, spiega l’autore, altro non è che un compendio di incontri speciali, di percorsi filosofici e di tradizioni che si rifanno alla mistica espressa nei periodi precedenti. Ed è come se si riversasse tutta la propria persona in un continuo provare e riprovare, come se ci si ritrovasse ad affrontare un lungo e faticoso viaggio in cui comunque imboccare viottoli e inerpicare mondi, perché “la conoscenza è qualcosa di assolutamente esperienziale e non puramente intellettuale”: non è solo un dono suscettibile di straordinario miglioramento, ma è anche un intramontabile invito a perlustrare l’altro e l’altrove. E poi, come già accennato, si giunge a pagine in cui Fabrizio Basciano approfondisce la figura del poeta mistico Rumi, della sua ricerca attenta a compenetrare la bellezza del creato, del suo dispiegare in versi la propria capacità di conversare con il divino amore. A tal proposito due sono le sue opere maggiori di Rumi: il Canzoniere, una lode all’Essere Unico, e il Mathnavì, immensa opera in versi di cui il giovane studioso lametino tesse particolarmente le lodi: “Il Mathnavì rappresenta uno dei capolavori dell’arte islamica, per alcuni secondo soltanto al Corano – dichiara con trasportata convinzione - ed è un’opera morale e didattica scritta per tutti gli allievi e discepoli del sufismo”.Sono sguardi, quelli di Rumi, che catturano, in una supplica e in un lamento lieve, tutto l’amore per quella presenza divina che alberga intimamente nell’uomo, in un effluvio di sensibilità che può sconcertare l’aridità di colui che s’illude di bastare a se stesso; si legge anche solo in queste poche righe che il Canzoniere non riesce a trattenere: “Se ho passato in vita mia un sol giorno senza te, / io mi pento della vita, per quel giorno e per quell'ora!”.Sono parole che danzano e cantano di un’ora cara alla tradizione mistica occidentale come a quella orientale, cristiana come quella islamica, in un contrasto di visioni che comunque combaciano in un’espressione estatica ed estetica. “Il canto e le danze come fossero preghiere”, i corpi fluttuanti come in una temerario sogno di perfezione, e voci tendenti ad una soave e corale intraprendenza; perché le luci degli uomini sono fioche rispetto all’abbagliante promessa della presenza di Dio, ma il suono e la carne appartengono alla Terra e non agli angeli. Se pertanto, come confessa anche a se stesso Basciano - eclettico e talentuoso polistrumentista -, “la musica tra le varie arti, è il principale veicolo di comunione con la sfera del sacro”, la danza d’altro canto si riveste di “un’importanza cruciale nel processo di armonizzazione dell’individuo”.Gurdjieff e Jalal al-Din Rumi amavano la danza, in un turbinio di sfaccettature che ne differenziavano le procedure, ma giammai le intenzioni. Perché si trattava sempre di contemplare in equilibrio e in armonia, volteggiando e intonando una lode che non fosse composta solo di parole vacue e sfumate, ma anche di ricerca del sempre eterno che brucia e riscalda, dell’amore che in un continuo divenire attira tutto a sé, irresistibilmente:“O amante! Non sei da meno della falena:/quando mai la falena si astiene dal fuoco?”.  
 da "Il Lametino", luglio 2012Autore: Fabrizio BascianoTitolo:Le vie mistiche.Gurdjieff, rumi e altre connessioni possibili.Editore:  Irfan (collana Al-Qantara)2012, 80 pagine, 10 euro 

  


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :