Magazine Cultura

Mistress Eliselle cerca un fidanzato in affitto!

Creato il 19 gennaio 2011 da Iannozzigiuseppe @iannozzi

a cura di Iannozzi Giuseppe

Mistress Eliselle cerca un fidanzato in affitto!

1. Tu, Eliselle, timida e sottomessa, uguale a Cristal?
Nel tuo ultimo romanzo “Fidanzato in affitto”, edito da Newton & Compton, la protagonista appare, per lo meno all’inizio, più come una totale imbranata che non come una possibile femme fatale.
Quale necessità ti ha spinta ad affrontare il mondo fetish, tra dominatori, mistress, slaves e quant’altro?

Timida sì, sottomessa no. Cristal è un personaggio dedicato alle ragazze “che amano troppo”, quelle che sono disposte a tutto pur di compiacere il proprio uomo, anche a scapito di se stesse. E per questo motivo perdono di vista i propri bisogni. L’ho calata in un mondo, quello del fetish e dei rapporti tra dominatrici e schiavi, per far nascere il contrasto e le contraddizioni che ha dentro di sé, e poi diciamocelo: è un mondo molto affascinante.

2. Ho trovato che il mondo da te descritto nel romanzo sia quasi tutto basato su dei cliché, per altro abbastanza edulcorati, quando è invece risaputo che le pratiche sadomaso sono piuttosto crudeli ed estreme, e in alcuni casi pericolose se non addirittura letali. Cristal invece, nonostante i consigli delle amiche, non diventa crudele fino in fondo: rimane fedele a sé stessa, solo un po’ più dispettosa, come una bambina che ha scoperto che giocare a tagliare le code alle lucertole può essere divertente.

È un mondo edulcorato quello che ho descritto, ma è stata una scelta voluta e ponderata: ho voluto dare una chiave di lettura ironica e molto personale che si discostasse da altri libri che ho letto sull’argomento e che ho trovato addirittura più “omologati” del mio, in cui abbondavano veramente i luoghi comuni. Cristal si cala in questo mondo da scettica e non abbandona mai la propria titubanza, ma durante il suo percorso personale scopre che è cresciuta interiormente, ha trovato dei punti di forza caratteriali che credeva di non avere: non è necessario diventare crudeli per maturare, quel che è necessario è fare i conti con se stessi.

3. Cristal viene mollata dal fidanzato in un ristorante di lusso. In meno di un minuto solleva un disastro, per cui le vengono richiesti quasi 10.000 € di danni. Ovviamente Cristal è una eterna precaria, senza il becco di un quattrino; ma c’è che deve pagare i danni, o per lei saranno guai ben peggiori. Ha tre mesi di tempo per far fronte al debito contratto. Non sa come fare per rimediare i soldi necessari. Ma poi incontra una vecchia amicizia che le suggerisce di prendersi uno “schiavo”.
Tu, Eliselle, sei mai stata schiava di qualcuno? Ed ancora: hai mai pensato di prenderti uno “schiavo” che ti lecchi le scarpe, ad esempio?

Schiava in senso stretto o in senso lato? Perché anche io, come credo il 90% delle donne, ho vissuto un amore che mi ha fatto soffrire e col senno di poi ho capito che ero schiava (mentalmente) di quel rapporto e di quella persona. Schiava come gioco erotico o come esplorazione della mia sessualità no, se mi chiedessero di scegliere un ruolo, sceglierei quello della padrona, mi si addice di più. E sì, ho pensato di prendermi uno schiavo che mi regali tante scarpe! Ma quale donna non lo vorrebbe?!

4. Cristal è lo stereotipo della tipica ragazza imbranata, incapace di stare con un uomo, per il semplice fatto che la relazione con Max, suo ex fidanzato, era di pura sottomissione. Ha 25 anni e una paura boia di guardare il mondo per quel che è realmente: spietato. Lei non vorrebbe essere spietata – e con tutta probabilità non ce l’ha in seno la cattiveria per farsi strada in una società sempre più maschilista -, ma alla fine accetta di prendere con sé uno schiavo, Dorian. Dorian è apparentemente sottomesso, un perfetto adone, il sogno di tutto le ragazze o quasi. E’ bello, è alto, è biondo, ha gli occhi azzurri, è obbediente: non fosse per il fatto che ama essere sotto Padrona, lo si potrebbe disegnare come la controfigura del vizioso Dorian Gray. Chi è il Dorian di “Fidanzato in affitto”? Come è nato? E’ solo il frutto della tua immaginazione?

Il “mio” Dorian è lo schiavo ideale, ed è nato attraverso tre fasi principali: grazie a contatti virtuali con schiavi che mi hanno raccontato le proprie esperienze, grazie a letture specifiche sull’argomento che contenevano testimonianze dirette e, infine, grazie alla visione di vere e proprie performance fetish in cui sul palcoscenico si esibivano padrone e schiavi. Questo ha creato una base su cui lavorare. L’immaginazione ha fatto il resto.

5. Oggi, molto più di ieri, gli uomini sono degli insicuri, in particolar modo con le donne. Ciò è dovuto in parte alle mutate condizioni sociali, difatti viviamo in una società divisa in due: ricchi da una parte e poveri dall’altra. La middle class non esiste più, di conseguenza non esiste più neanche la modesta ambizione di sposare il classico operaio Fiat, che se non altro avrebbe un posto fisso che gli durerà a vita. Una indagine sociologica ha evidenziato che le coppie scoppiano proprio perché o lui o lei è senza un lavoro fisso. Per i precari, per i disoccupati, non c’è possibilità alcuna, nemmeno quella di una relazione di coppia. Nel mondo edulcorato di “Fidanzato in affitto” si legge anche questa verità fra le righe. Vuoi approfondire?

È una realtà abbastanza triste che non permette di avere un minimo di certezze in una vita già precaria di suo. Io ne faccio parte perché il lavoro di copywriter freelance non è certo un mestiere che ti può dare stabilità, ma d’altro canto anche coi miei tentativi di cercare lavori che oggigiorno vengono considerati “più sicuri” non sono stata più fortunata, anzi: sono stata vittima delle solite trappole dei contratti a tempo determinato, a progetto, mensili, bimestrali e via dicendo, che in realtà servono solo alle aziende per avere un ricambio continuo di persone “usa e getta” e tagliare sulle spese. E sì, le relazioni di coppia in questo clima possono farsi ancora più difficili: non ho mai creduto al proverbio “due cuori e una capanna”, ma adesso come adesso non ci si può permettere nemmeno la capanna…

6. Ultimamente scambi di coppie (sul filo del rasoio), festini a base di cocktail di droghe e di sesso estremo, ma soprattutto orge in stile fetish con tanto di armamentari nazifascisti sembrano essere diventati l’ultima moda, così tanto che quasi nessuno si sconvolge più del necessario. Sicuramente avrai letto di Mistress Abi: nello scandalo troviamo coinvolti dei vip e non di certo dei morti di fame. Nel tuo romanzo accenni che sono proprio le persone che meno te lo crederesti che invece sono dei sadomaso incalliti. Tu, come te lo spieghi? “Fidanzato in affitto” vuol essere semplicemente una storia o anche una riflessione, per quanto delicata, intorno al mondo del latex e del pvc?

Credo sia una questione di ruoli a cui bisogna sottostare: chi tutti i giorni ha in mano il potere (sotto diverse forme), è più probabile che decida di concedersi una pausa dalla propria vita, in cui è abituato a decidere per gli altri, e scelga un ruolo che non interpreta mai, lasciandosi dominare. È una sorta di catarsi. “Fidanzato in affitto” è una storia ironica, ma al suo interno ci sono riflessioni sul mondo della dominazione che mettono in relazione questo sottobosco (che comunque crea ancora qualche scandalo) con la vita di tutti i giorni, quella che spesso viene considerata “normale”, ma che poi (a ben guardare) tanto normale non è. È una mia interpretazione della schiavitù intesa in senso lato: alla fine tutti siamo schiavi di qualcosa o di qualcuno, e il più delle volte lo vogliamo noi.

7. La protagonista è circondata da amiche che sono delle vere oche. Come mai? Si dice, “Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei!” Dobbiamo forse pensare a Cristal (anche) come a una potenziale oca?

Di ochette autentiche in realtà nel romanzo ce ne sono due, Amanda e la sua compagna di merende. La migliore amica di Cristal infatti la definirei più che altro una “svampita”. Morgana invece è forte ma fragile. Cristal è solo molto, molto ingenua e insicura, ma questo non significa che sia un’oca: infatti dimostra di saper tirare fuori il carattere proprio grazie al suo “percorso iniziatico”.

8. Nonostante tutte le sue imperfezioni caratteriali, nonostante tutti i guai in cui si trova impelagata di punto in bianco, Cristal esiste sempre dentro a un’ironia da situation comedy: com’è possibile?

Perché questo è lo spirito del romanzo, che vuole essere di puro intrattenimento ed evasione. Da sempre sostengo che esiste una letteratura di “compressione” e una di “decompressione”: la prima ti costringe a fermarti a riflettere e a volte è così potente che ti porta persino a rivedere la tua vita, la seconda invece ti permette di staccare il cervello e di goderti un po’ di ore in relax, senza pensare a nulla. Per me hanno entrambe importanza, io stessa alterno questo tipo di letture. Con “Fidanzato in affitto” volevo scrivere e far leggere qualcosa che fosse ironico e “distensivo”.

9. A tuo avviso che limite non si dovrebbe superare nella moralità e nel pudore, che ogni individuo si è segnato nella mente o nell’anima? Dove inizia la perversione sessuale, dove inizia l’asservimento a qualcuno o qualcosa?

La perversione inizia quando non c’è più condivisione d’intenti, quando inizia la violenza di una parte sull’altra. Per come la vedo io, la perversione è prevaricazione. L’asservimento inizia quando perdi di vista te stesso e le tue esigenze e metti davanti quelle di un’altra persona.

10. “Fidanzato in affitto”, che cos’è, l’ennesimo romanzo rosa? Mi sembra che gli scaffali delle librerie siano stracarichi da tempo di letteratura rosa (o al femminile): c’era davvero bisogno di un altro harmony leggermente più osé? Vorrei che mi spiegassi le ragioni per cui hai scritto questo romanzo, che in definitiva, stringi stringi, è una storia d’amore, o se preferisci la storia di una ragazza che viene sedotta e abbandonata.

Il bello è che il mio romanzo non è per nulla osé, anzi, è molto più casto di quei romanzi definiti “rosa” in cui c’è puntualmente la scena di sesso bollente alla pagina x del determinato capitolo. Una noia mortale. Ho volutamente evitato situazioni erotiche, visto l’argomento, perché avrei rischiato di cadere nelle banali trappole del sesso-estremo-per-vendere e ho preferito privilegiare gli aspetti psicologici e sentimentali, ma senza abusare dei cliché di genere. La ragione per cui ho scritto “Fidanzato in affitto”? In realtà è molto semplice: perché amo scrivere le storie che mi piacciono, e questa faceva parte della categoria.

11. Se dovessi attribuire un’etichetta al tuo ultimo lavoro, quale sceglieresti? Perché?

Le etichette non sono il mio forte e non le sopporto, però lo definirei una commedia: non utilizzerei il termine “femminile” perché, per assurdo, fin’ora ho ricevuto ottime critiche e pareri positivi, molto più dagli uomini che dalle donne, quindi è un libro abbastanza trasversale, che fa ridere tutti. La cosa mi fa piacere.

12. Credi nelle etichette letterarie, o sei piuttosto dell’avviso che queste siano solamente un inutile vizio della critica per parlare di un testo e magari relegarlo nell’oblio o tra i romanzetti d’appendice?

Come ti dicevo, non amo molto le etichette. Credo sviliscano i testi, soprattutto quei testi di “compressione” di cui parlavo qualche domanda fa. Forse servono più a chi vende i libri, piuttosto che alla critica letteraria: incasellare e presentare i libri in una determinata zona della libreria facilmente identificabile rende più immediato il percorso e più semplice l’acquisto. In tempi di crisi, “semplificare” la vita ai lettori è d’obbligo, no?

13. Si è fatta una gran cagnara intorno al New Italian Epic. Una domanda così, mi spiace per te, ma dovevi prevederla. Anzi, non mi dispiace, quindi mi auguro tu voglia rispondere con piena sincerità. Che cos’è il New Italian Epic per te, Eliselle? Esiste o non esiste? E’ utile o è una “baggianata” come ha decretato Carla Benedetti («È una baggianata. È solo autopropaganda» – Carla Benedetti)?
E “Fidanzato in affitto” potrebbe in qualche modo entrare a far parte del non poco arzigogolato manifesto del New Italian Epic?

Ho letto poco sull’argomento e non ho seguito il dibattito e le polemiche scaturite attorno al saggio sul New Italian Epic, ma mi pare forse eccessivo inserire il mio romanzo nella serie di titoli che sono stati citati come facenti parte di questa corrente letteraria, considerate soprattutto le finalità di “Fidanzato in affitto” (intrattenere, intrattenere, intrattenere). Poi, sinceramente, questi sono mestieri da critici letterari, cosa che io non sono.

14. Chi ti ha spinta, o aiutata, a pubblicare per i tipi Newton Compton Editore? O sei arrivata così in alto grazie alle tue capacità di seduzione?

Capacità di seduzione io? Non prendermi in giro, dai! Ho fatto quello che qualsiasi scrittore-banzai senza un agente letterario avrebbe fatto: ho preso il telefono, ho chiamato la Newton Compton e ho esclamato “ho una proposta editoriale per voi”. Loro mi hanno passato l’ufficio competente, lì mi hanno fatto qualche domanda sul testo e infine mi hanno detto “ok, lo leggiamo, spediscilo”. È piaciuto ed eccolo lì, un anno dopo, nella collana Anagramma. Una collana che ho sempre seguito. Non mi pareva vero quando mi hanno detto sì.

15. La famosa torre: tu e tre rinomati critici. Ne devi necessariamente buttare uno di sotto. Non ci sono altre strade percorribili, tranne nel caso tu voglia salvare tutt’e tre e sacrificarti buttandoti tu nel vuoto, ma così finirebbe la tua vita e anche la tua carriera di scrittrice. Tre critici dicevo: Filippo La Porta, Carla Benedetti, Antonio D’Orrico. Chi butterai giù? Per quali motivi? No, niente risposte diplomatiche, Rubina. Non questa volta. Un nome e perché.

D’Orrico. Perché dopo Faletti è stata tutta una discesa.

16. In “Fidanzato in affitto” offri una immagine non proprio esaltante del mondo maschile: o sono dei sottomessi come Dorian o sono degli arroganti come Max. Gli uomini che sono in questo tuo lavoro non godono di alcuna attenuante, quasi che l’universo femminile non sia in grado di capirli o molto più semplicemente di accettarli. Ad un certo punto la protagonista viene indicata come un’“amazzone”. Quello che ti voglio chiedere, Eliselle è: pensi che i maschi italiani siano dei mammoni, dei pavidi, degli incapaci, degli arroganti, punto e basta? Forse le donne sono anche loro colpevoli, colpevoli di aver voluto dei mammoni o degli arroganti al loro fianco: lo stereotipo della coppia moderna è quello di chi si accompagna a un arrogante o a un mammone. Non ci sono quasi mai vie di mezzo. Forse è vero che alle donne l’uomo piace soprattutto se è stronzo: non a caso, Cristal si era innamorata di uno così, e anche dopo che l’ha lasciata lei ha continuato a pensarlo, a pedinarlo addirittura.

Ennò, e Robby dove me lo metti? Lui è un cazzone ok, però è un personaggio molto positivo. E guarda un po’, è pure maschio. Le attenuanti ci sono eccome. E il termine “amazzone” è impropriamente affibbiato a Cristal dai giornalisti di cronaca (altra categoria abbastanza tartassata nel romanzo, descritta come approssimativa e a dir poco fantasiosa quando si tratta di riportare le notizie). L’amore può far fare cose stupide, come pedinare un ex che si credeva di amare o tenersi accanto un uomo che ti tratta male, ma si può guarire da queste aberrazioni: basta ritrovare il rispetto per se stesse. E poi non è vero che l’uomo piace se è stronzo: ti assicuro che conosco parecchie donne che gli stronzi li mandano a quel paese, senza passare dal via.

17. Hai mai reso qualcuno schiavo di te, deviandone inconsapevolmente il carattere?
Le donne fanno sia le pentole sia i coperchi, e dopo il Sessantotto le pentole sono diventate tutte o quasi d’acciaio inox e antiaderenti, capaci di cuocere i polli più impossibili, anche quelli di plastica e geneticamente modificati. Ad esempio tu credi che io mi sia divertito nel vedere il povero Dorian sottomesso, ridotto a mero zerbino? Credi che me la sia bevuta che il suo più grande desiderio era quello di essere adoperato proprio come uno zerbino umano? Forse hai offerto del maschio italiano una immagine un po’ – come dire…? – avvilente, che qualcuno potrebbe non perdonarti. Difenditi se ne sei capace.

Ma guarda, nemmeno io credevo che esistessero uomini come Dorian fino a quando… non ne ho conosciuto qualcuno in carne e ossa. E dovevi vedere che sguardi adoranti lanciavano alle loro legittime padrone. Gli schiavi o aspiranti tali sono una piccola parte della popolazione maschile, non certo la maggioranza, ed è impossibile che gli uomini possano sentirsi offesi dal mio romanzo o dal modo in cui ho dipinto Dorian. È una realtà minima, ma molto curiosa e interessante. E io non ho mai reso schiavo nessuno, anzi, preferisco vivere relazioni tranquille in cui non vi siano prevaricazioni né dall’una né dall’altra parte.

18. Sei una femminista?

No. In barba a chi lo pensa.

19. A chi consiglieresti di leggere “Fidanzato in affitto”? Solo alle ragazze “che amano troppo” e alle casalinghe, o è un libro adatto a tutti, anche ai tanto vituperati maschi?

È adatto a tutti e sono convinta che gli uomini si potrebbero divertire anche più delle donne, a leggerlo.

20. Quale sarebbe la colonna sonora adatta per “Fidanzato in affitto”? Che brani musicali legheresti al tuo lavoro e perché?

Sembrerà banale, ma… Madonna, da Human Nature in poi. È lei l’icona fetish per eccellenza. Ed è l’unica cinquantenne a potersi permettere di indossare gli stivali in latex fino a metà coscia senza apparire ridicola (guardare il video di Give it 2 me per credere). La odio e la ammiro per questo!

21. Sogni nel cassetto? Progetti futuri?

Sogni nel cassetto, poter continuare a scrivere. Progetti futuri, trovare un lavoro con la L maiuscola.

22. Scordatelo. Non sarò mai il tuo zerbino. Però ti auguro tanta fortuna con questo romanzo, sperando che il prossimo dia un po’ di voce in capitolo in più al maschio italiano.

E pensare che ti avrei messo volentieri davanti all’uscio di casa mia! Grazie Giuseppe per le tue domande da vero… padrone!

Fidanzato in affitto – Eliselle – Collana Anagramma – Newton Compton Editori – 320 pp – ISBN 978-88-541-1127-1 – Euro 9,90

Il blog di Eliselle: http://eliselle.splinder.com

Il sito di Eliselle: http://www.eliselle.com

Eliselle su Delirio.net: http://www.delirio.net


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :

COMMENTI (1)

Da OK MORANDO SERGIO Crocefieschi Genova Malpotremo Lesegno Italia Argentina
Inviato il 14 febbraio a 15:19
Segnala un abuso

Chissà.. ora le "datrici" di lavoro, assumeranno i maschi per poterli sottometere a loro piacimento..e facendogli venire qualche forma di cervicale..per le posizioni "di lavoro" che devono sottoporsi ..chissà se queste datrici di lavoro..nel giorno dedicato a San Valentino..si vestiranno con provocanti e sensuali vestiti fetish..da vere dominatrici mistress sia sul lavoro.. che poi in amore..