Magazine Fai da te

"moda" e upcycle...

Da Artefatticlod
io che nel mio blog parlo di "moda"...mi viene da ridere...non sono mai stata alla "moda" né da giovane né adesso!anzi con il passare del tempo ho capito anche il motivo per cui essere "alla moda" non mi ha mai interessato...
ho smesso di comprarmi cose da quando ho cominciato qualche anno fa a frequentarei corsi di Sartoria creativa ed emotiva di Stefania Peste Pelloni e non perchè poi mi facessi chissà che cosa da sola... non sono ancora a quel livello o per lo meno non mi ci sono ancora messa,ma perchè mi hanno riempito tanto l'animo le cose che facevo con le mie maniche il mio comprare per colmare dei vuoti si è andato via via placando...
(all'opera in sartoria a Ravenna!)
in più se aggiungiamo il barattoecco ciò che mi compro è veramente poco!
peròperòc'è sempre un però...
comprare qualcosa da indossare (se proprio non riesco a raffazzonare qualcosa del mio armadio)a volte è necessario e per me non è proprio facile...
(io e Gloria all'opera in sartoria!)più spuntano catene più mi irrigidisco e più il prezzo è basso più penso a chi l'hanno fatto cucire, alle materie prime che sono state utilizzate,a dove l'hanno prodotto...
è vero al momento non è che potrei permettermi chissà che...sono lontani i tempi con cui con mia mamma, il sabato mattina,anzichè fare pulizie a casa, si usciva a fare compere...pagava lei, era più facile e soprattutto non c'era nemmeno l'idea che le cose potessero precipitare così!
oggi se dovessi comprare dell'abbigliamento, così come cerco di fare con il cibo,mi butterei sulla moda etica:
Commercio equo e solidale per prodotti provenienti dall'esterooppure sartine, artigiane, stiliste italianeche utilizzino stoffe certificate, che si riforniscano dei materiali a km 0 , che tengano conto della sostenibilità non solo ambientale ma anche umana, nel rispetto della persona che lavora...
tra le tante proposte che si possono trovareMade for change, ad esempio, è un marchio italiano fondato nel 2011 da due giovani stiliste di modache hanno deciso dopo la Scuola di Fashion and Textile design di creare un marchio d'abbigliamento bio
ci vuole del coraggio e loro ce l'hanno decisamente!come vedete scelta etica ed estestica possono tranquillamente girare a braccetto!
nelle loro collezioni Carlotta e Simona,utilizzano tessuti bio come cotone, lane, fibre di bambù, fibre di cerealiper rendere i loro abiti ancora più morbidi al tatto!
non è un caso che queste due pulzelle abbiano vinto nel 2012 il premio come impresa eco-innovativa!
in più hanno cominciato anche a lavorare con l'upcycling ovvero con il recupero creativotrasformando vecchi jeans in giubbetti e corpetti super-personalizzati!

lo so alla fine questa scelta costa di più,ma io preferisco comprarmi una cosa ogni 4 anni che una ogni tre mesi sapendoche è un prodotto che nasce dallo sfruttamento di qualcosa o di qualcuno!
e poi è da lì che viene l'energia,dal fare artigiano, da mani esperti, dalla cura, dall'attenzione ai particolari, dalla qualità dei processi lavorativied è da questi capi che poi si trasferisce a noi,ne sono certa 
e voi? che scelte fate?e per i vostri figli... è ancora più difficile perchè loro crescono e hanno bisogno continuamente di abiti!
nel prossimo post vi parlerò di un'altra giovane stilista di abiti per bambini con cuiho cominciato a collaborare...alla prossima domenica ebuona settimana a tutte!!
                                                                                                                                          a presto, ciao Claudia

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