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Moltek Coffee

Da Gianluca Dotti @Gianluca_Dotti

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Ci sono mattine in cui ti svegli con l’irrefrenabile curiosità di sapere in quanti luoghi a Trieste puoi acquistare un caffè. Certo, non pretendi di conoscere il numero esatto, saresti già soddisfatto di avere una buona stima. D’altronde lo sanno tutti, i posti in cui comprare un caffè spuntano come funghi, e altrettanto rapidamente spariscono.

Poi è ovvio, sarebbe banale andare a cercare i dati già pronti e confezionati, così come sarebbe un po’ troppo faticoso fare del shoe-leather reporting. È molto più divertente ricavare questa stima con pianto e stridore di denti.

La situazione diventa più giustificabile se la curiosità non è nata per caso, magari ti è stata stimolata da qualche docente che voleva metterti alla prova. E che – prima di tutto – richiede che il problema sia formulato in modo comprensibile. Per rendere questa stima un problema “ben posto”, ci saranno un po’ di assunzioni da fare.

Detto tra parentesi, io il caffè non lo bevo, al massimo mangio qualche Pocket Coffee quando proprio non se ne può fare a meno. Ma, a quanto pare, qui a Trieste bere il caffè va di moda, quindi l’argomento è di interesse pubblico.

Bando alle ciance, cerchiamo di essere seri e di illustrare formalmente il problema: si richiede di stimare il numero di luoghi in cui, nel Comune di Trieste, è possibile bere un caffè, a pagamento. Questo esclude le abitazioni private, ma include bar, ristoranti, distributori automatici, e persino i night club.

Unico dato a disposizione, il numero di abitanti di Trieste: in rete si legge 205.000, facciamo 200.000 per arrotondare.  Teniamo presente che  tutti gli studenti “pendolari” che studiano all’Università non rientrano in questo dato, e sicuramente sono grandi consumatori di caffè.

Dati i 200.000 abitanti di partenza, possiamo immaginare che i 2/3 della popolazione bevano caffè. Stiamo escludendo bambini, anziani, cardiopatici e quei pochi adulti che – come il sottoscritto – non fanno abitualmente uso di caffeina. Rimangono quindi 130.000 consumatori di caffè, con una frequenza media di circa 3 caffè a testa al giorno. Questo ci porta a ritenere che nella città di Trieste vengano  versate qualcosa come 390.000 tazzine al giorno, diciamo 400.000 per fare un conto pari. Da queste dobbiamo sottrarre i caffè che sono consumati nelle abitazioni private. Assumiamo che la metà dei caffè della colazione siano preparati in casa (sono quindi 65.000 circa, considerando le 130.00 colazioni a base di caffè), e che una frazione minore di quelli consumati nel resto della giornata gorgogli tra le mura domestiche. Stimo quest’ultimo numero in 1 ogni 4 consumatori di caffè, quindi sottraiamo altri 30.000 caffè circa.

Di conseguenza, dei 400.000 caffè iniziali ne vengono effettivamente acquistati circa 305.000, che ri-arrotondiamo a 300.000. Ora rimane solamente da dividere questo valore per il numero medio di caffè acquistati per ciascun punto vendita. Stimiamo questo numero in 250, che è ragionevole per un’attività media, ma è una sovrastima per un bar di periferia o una macchinetta del caffè. Tuttavia, possiamo considerare come un unico punto vendita tutte le macchinette collocate in uno stesso edificio.

Otteniamo perciò 1200 luoghi a Trieste in cui si può acquistare un caffè, ovvero 6 punti caffè ogni 1000 abitanti. O, se preferite, un punto vendita ogni 170 persone.

Fatta questa stima, tentiamo di confrontarla con qualche dato nazionale: in Italia sono venduti al giorno 80 milioni di caffè. Facendo una proporzione con gli abitanti di Trieste, avremmo un numero di caffè triestini venduti al giorno di 266.000, da confrontare con il 300.000 stimato. Sembra ragionevole perché, vista la tradizione triestina del caffè, ci possiamo aspettare dei valori un po’ più alti della media.

Ovviamente il passaggio più contestabile del processo logico è il numero di caffè acquistati in ciascun punto vendita. Certo, 250 caffè possono sembrare un po’ tanti, vista la famosa crisi. Ma se consideriamo la SISSA come un solo punto caffè, quella da sola alza parecchio la media.


Filed under: Se la vogliamo chiamare scienza Tagged: caffè, fisici, hardscience, stima, trieste

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