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Momenti di vita comunitaria

Da Andrea_cusati

La persona con cui ho più difficoltà in assoluto a convivere sono io


Foto che mi raffigura in lacrime

Dolore

Quando sognavo di vivere nella comunità di Tempo di Vivere, per quanto cercassi di vederne con realismo anche le difficoltà, mi immaginavo molte rose e fiori.
Vivere questa realtà mi sta insegnando ogni giorno la difficoltà del rapporto con me stesso e di conseguenza con li altri.
Molte persone che leggono i nostri annunci e racconti nel web o che ci sentono parlare dal vivo e vengono a conoscerci, si aspettano di trovare la comunità del Mulino Bianco.
Così come chi mi conosce ora o chi pensa di conoscermi da una vita non può comprendere e vedere le gioie e le difficoltà che vivo in me ogni giorno.
Vengo etichettato paranoico, pensieroso, incazzoso, poco sorridente e chi più ne ha più ne metta.
Ma che ne sanno gli altri dell'impegno, dello sforzo che ogni giorno faccio per comprendermi un pò di più, per accettarmi un pò di più, per convivere con me stesso e con chi ho intorno?
Come si può da un momento, da una frase, da una giornata storta o dritta decidere com'è fatta una persona e catalogarla come pessimista o ottimista, come vitale o spenta?
Diverso tempo fa scrissi un post in cui mi mettevo a nudo, voglio andare oltre in questo.
Non è stato facile raccontare il mio sentito e i miei passaggi durante la separazione da mia moglie e mi è difficile pubblicare foto di un momento di sofferenza interiore e di lacrime che mi riguarda direttamente.
La mia scelta di farlo è perché in questo blog ho deciso di imparare ad aprirmi al mondo, come cerco di fare ogni giorno con impegno nella vita reale.
Facile mettere solo foto con lo sguardo da duro o con un bel sorriso, provate ad aprirvi e concedervi di piangere e di farvi abbracciare da chi avete intorno.
Tante volte l'ho fatto, tante altre volte l'ho represso.
Sto imparando.
Non è facile lasciare uscire le mie emozioni spiacevoli davanti a me stesso e "guardarle negli occhi", né di fronte ai miei comunardi, né nel gruppo della scuola di couseling che frequentavo, né davanti ai miei genitori.
A volte vorrei lasciarmi andare invece di mascherare l'emozione spiacevole con la rabbia aggressiva che allontana.
A volte vorrei scappare da tutto e tutti e fare l'eremita.
Vorrei dire che fatica sto facendo a fidarmi degli amici cui ho deciso di affidare la mia vita e il mio futuro e com'è difficile spesso fidarmi di me stesso.

Foto che mi ritrae con qualche lacrima

Lacrime

Vorrei dire che ho paura, vorrei dire quanto mi sento inadeguato e insicuro, vorrei dire quanto a volte mi senta abbandonato e tradito, quanto mi senta invisibile e non riconosciuto, a volte impotente.
Vorrei avere la forza e il tempo per raccontare di me, di come mi sento e ascoltare gli altri fare lo stesso, vorrei abbracci e sorrisi, vorrei dire quanta paura ho che ci stiamo perdendo noi stessi in tutto il lavoro concreto che abbiamo da fare.
Vorrei ma non posso... o non voglio... o non mi concedo... o non accetto me.
Solo su una collina a piangere, facendo uscire tutti questi pensieri, tutte queste emozioni, sforzandomi di amarmi, di abbracciarmi, di accogliermi.
Accettarmi in tutta la mia fragilità, la mia incongruenza, la mia incapacità di stare in gruppo, la mia imperfezione, la mia umanità.
Questo sono qui a fare.
Questo voglio fare.
Questa è vita.
Il dolore ci sarà sempre, così come ci sarà sempre la gioia di molti momenti.
Momenti inaspettati, come la cena dopo una serata ad annoiarsi sentendo parlare un politico per un'ora, come il ritorno al buio fra cerbiatti che attraversano la strada e si fermano a guardarti, come il sorriso e l'affetto di Isotta al mattino, come l'armonia di una colazione serena, persino come le lacrime di amore e dolore che ancora adesso mentre scrivo bagnano la tastiera.
E' bello anche questo... e non è questione di masochismo, è questione che quando mi concedo di far uscire ciò che provo e di amarmi anche nel dolore, tutto è armonia, tutto trova un suo senso, tutto è più umano e pieno di vita.
Comprendere cosa farmene di tutto questo è una cosa che poi sceglierò io.

"Già vivere è difficile... mettici davanti il "CON""! (Paolo Migone)

               Scritto da Andrea Cusati venerdì, 14 novembre, 2014


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