Magazine

Momix: Alchemy

Creato il 10 marzo 2014 da Ilcirro

Assistere ad uno spettacolo dei Momix significa isolarsi dal mondo per almeno un’ora e mezza, entrare in un luogo fatto di sogni, atmosfere mistiche e ancestrali, dominato dalla luce e dal suono, dalla grazia, dalla potenza e dalla sensualità dei corpi.momix_in_alchemy_352-288

La straordinaria compagnia teatrale di ballo guidata da Moses Pendleton ha raggiunto fama mondiale grazie ad opere di eccezionale bellezza, che attraverso i temi della natura e dell’arte e l’utilizzo di musiche, suoni, luci, ombre e colori creano atmosfere di sospensione magica e di intenso coinvolgimento emotivo.

In Botanic i temi della natura sono predominanti all’interno di un viaggio di continue metamorfosi tra uomini, animali e piante, nelle quattro stagioni dell’anno, in un caleidoscopio di colori, forme mutevoli e acrobazie mozzafiato, all’insegna dell’evoluzione e del cambiamento.

Il recentissimo Alchemy tratta invece degli elementi base della vita: terra, acqua, aria, fuoco. All’apertura del sipario ci troviamo immersi sul fondo dell’oceano, nella grande barriera corallina tra gli squali; poi ecco la foresta e il fuoco che rinnova: bellissimo il drappo rosso a 6 capi che sventola furiosamente a simboleggiare la vitalità della fiamma. Poi la terra, i fossili e l’uomo, con una suggestiva evocazione delle prime forme dell’arte: i costumi di scena evocano la Dea Madre e le veneri paleolitiche in una danza magnetica e terribilmente sensuale.

Poi, dopo una parentesi tra le galassie, ecco un’autentica carezza al cuore: sulle note di Morricone (Il tema di Debora, da C’era una volta in America) una danza d’amore leggera, sospesa, eterea, tra luce e ombra.

Poi l’esplosione della vitalità corporea con il numero degli specchi, che moltiplicano il numero dei corpi sul palco proiettandoli in ogni direzione, fino al punto che l’osservatore non è più in grado di rendersi conto di quanti artisti vi siano in scena e quali siano quelli reali..

momix_pagina
Quindi un susseguirsi senza posa di forme archetipiche e mutevoli: crinoline che diventano prima valve di conchiglia, poi abiti di scena; parallelepipedi neri che acquisiscono vita, si trasformano; piramidi che si deformano a seconda dei movimenti dei corpi contenuti nel loro interno.

Il tutto giocato sempre tra chiaro e scuro, grazie a tre fonti di luce che scendono dall’alto e si spandono sul palco come drappi di pizzo.

La natura come ispirazione, il corpo come espressione.

Libertà, assoluta libertà.


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :

Dossier Paperblog