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Mondiali 2014: Argentina in finale trascinata da Romero

Creato il 10 luglio 2014 da Simo785

Argentina-Olanda 4-2 rig. (0-0)

L’ennesimo sogno orange s’infrange sui guantoni di Romero, portiere eroe dell’Argentina, che respinge le conclusioni dal dischetto di Vlaar e Snejider, condannando la cicala Olanda alla finalina di consolazione con il Brasile.

Nemmeno il carisma di Van Gaal ha saputo cambiare il destino di una squadra tanto brillante e forte negli anni  (si ricordi la versione ’74, sconfitta in finale dalla Germania) quanto sfortunata e scialacquatrice di talento puro.

Non era certo questo il caso, con tre soli campioni nell’undici titolare, Robben, Van Persie e Snejider, contornati comunque da un degno cast di supporto, che in un colpo solo poteva vendicarsi delle tre avversarie in altrettante finali passate (con l’Argentina, la Spagna e la Germania).

Così non è stato perché, in capo a una partita bloccata tatticamente e con rarissime occasioni, l’albiceleste è stata più fredda nella lotteria finale dei rigori, andando sempre a segno, e costruendo la qualificazione sulle imprese del suo estremo difensore Romero.

Prima, la partita si era svolta su un binario di assoluto equilibrio, con la preminenza delle difese: riconosciuta quella argentina, sorprendente quella olandese, dove il solo Martins Indi faticava a prendere le misure di un pungente Lavezzi.

Sabella

Sabella, il ct

De Vrji e Vlaart da una parte, De Michelis e Garay dall’altra, avevano sempre la meglio sui diretti avversari, e quando si creava un’occasione, come quella nitidissima di Robben alla fine dei tempi regolamentari (non vi ricorda il palo di Rensembrink nella finale ’78?), era Robben stesso a sciupare allungandosi la sfera e facendosi rimontare in scivolata disperata da un grande Mascherano.

Già orfana di Di Maria e di Aguero, l’Argentina non trovava spunti degni di nota da Messi, ancora una volta talento inespresso in nazionale; sul versante opposto Robben faceva il suo, spalleggiato da un ottimo Snejider, mentre Van Persie pareva aver smarrito l’ispirazione al bellissimo gol in volo contro la Spagna.

La partita languiva per larghi tratti e il finale dei rigori ne era inevitabile epilogo.

Van Gaal stavolta teneva in campo Cillessen (l’ultima sostituzione aveva portato in campo Huntelaar), confidando forse nello scatto d’orgoglio del giovanissimo portiere dell’Ajax, che lo ripagava invece fallendo tutti e 4 gli interventi, opponendosi soltanto a Maxi Rodriguez col pallone che s’infilava comunque in rete.

Gli argentini invece non tremavano; Messi, Garay, Aguero e Maxi insaccavano il pallone della finale tanto desiderata, contro la Germania dopo 24 anni, ma soprattutto nella terra degli acerrimi rivali brasiliani.


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