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Mondiali ciclismo: nella crono bis della Arndt

Creato il 18 settembre 2012 da Olimpiazzurra Federicomilitello @olimpiazzurra

Anche una cronometro può essere spettacolare, quando si sfidano le più grandi atlete del mondo senza una “cannibale” che ammazzi la corsa già in partenza. In effetti, il livellamento del tic-tac femminile iridato categoria élite è stato davvero interessante, perlomeno nella prima parte dei 24.1 km molto mossi tra Eijsden e Valkenburg. Poi, nel finale, una straordinaria Judith Arndt ha fatto la differenza, con un Cauberg affrontato a tutta e il tratto finale pianeggiante rigorosamente col rapporto più duro. La trentaseienne del Brandeburgo, che in questi Mondiali è all’ultima avventura della carriera, stacca il tempo di 32’26”, ad una media di 44.6 m/h.

Per la tedesca si tratta della nona medaglia iridata, la settima ottenuta contro il tempo, disciplina nella quale si riconferma campionessa dopo il successo di Copenaghen. Alle sue spalle, la californiana Evelyn Stevens, autrice di una grande prova che le vale la medaglia d’argento a 34” dalla vincitrice; bronzo per la neozelandese di origini danesi Linda Villumsen, distanziata di 40”, pochi secondi meglio della britannica Pooley e dell’olandese Van Dijk.

In casa Italia si può guardare con soddisfazione alla gara di Elisa Longo Borghini, quindicesima a 2’20” dalla medaglia d’oro, dopo essere stata per alcuni tratti sul podio virtuale: l’ossolana ha dimostrato di apprezzare particolarmente le difficoltà della prima parte del percorso, dove ha staccato tempi leggermente migliori rispetto al finale. Un po’ più indietro la giovanissima Rossella Ratto, ventottesima a 3’29”: ad ogni modo, in una disciplina dove le azzurre non sono certo di casa, sono arrivati segnali discreti da due delle ragazze su cui Edoardo Salvoldi punterà maggiormente non solo nella gara in linea di sabato, ma anche nel prossimo futuro.

Domani il programma iridato prosegue con la cronometro maschile, dove Marco Pinotti e Adriano Malori sfideranno il resto del mondo.

foto tratta da curvemag.com

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OA | Marco Regazzoni

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