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Mondo Candido – Gualtiero Jacopetti, Franco Prosperi

Creato il 25 novembre 2015 da Maxscorda @MaxScorda

25 novembre 2015 Lascia un commento

Mondo Candido
E’ il 1975, anno in cui il duo Gualtiero Jacopetti / Franco Prosperi esce dalla serie "mondo" e dirige un film vero e proprio. Ma e’ proprio cosi’?
S’intuisce dal titolo che Voltaire c’entri qualcosa e si tratta infatti di una rivisitazione, un adeguamento forse o una riscrittura, una parafrasi, una trasposizione aggiornata nel tempo del suo "Candido".
Parlare di trasposizione e’ sicuramente eccessivo, non lo e’ invece nel senso e nel contenuto, un’analisi spietata del "migliore dei mondi possibili" contro il quale Voltaire prima, Jacopetti poi, si scagliano con violenza e disprezzo.
Con grandi differenze la trama e’ la stessa: Candido e’ un giovane nobile di buon cuore che il destino portera’ lontano dal Barone suo protettore ma soprattutto dalla figlia Cunegonda della quale e’ innamorato.
Arruolato suo malgrado, riuscira’ a scappare scoprendo che la corte del Barone e’ stata decimata ma Cunegonda e’ viva, scatta percio’ la ricerca che lo condurra’ negli Stati Uniti, Irlanda e Israele.
Film a dir poco spiazzante, inaccessibile a chiunque non contestualizzi epoca e situazione.
Jacopetti approccia uno stile postmoderno che enfatizza il messaggio attraverso la commistione di epoche e contenuti, una rivisitazione dei "migliori mondi possibili" che ovviamente da Voltaire a oggi, sono molto diversi tipologicamente ma non topologicamente. Percio’ il nuovo Eldorado altro non puo’ essere che gli USA, i post sessantottini i nuovi barbari e i vetusti hippies una manica di barboni decerebrati, tutti quanti campioni di una societa’ a pezzi senza piu’ riferimenti etici e culturali. In cio’ il "candido" si presta benissimo a raccontare l’attualita’ di allora e di oggi purtroppo.
Visivamente e’ bellissimo perche’ non bisogna mai, mai dimenticare che Jacopetti fu anche un regista straordinario oltreche’ cronista di un’epoca e basta vedere i suoi film, tutti i suoi film, per comprenderlo.
Spiazza il mescolarsi di film in costume con la modernita’, si vive del resto ancora sull’onda lunga della serie "mondo" ma anche del "pecoreccio" iniziato col padre nobile "Brancaleone", passando per i pasoliniani "Medea" e "Il Decameron" e proprio la fotografia di Guarnieri per l’opera di Euripide ad essere un buon paragone di immagine. Penso anche a "Evviva la liberta’" di Klein, vicina nel caustico antimperialismo ma ancora di piu’ lo e’ Ken Russell e sara’ lo Zeitgeist, se ne esce proprio quell’anno con "Liztomania" e come dire, con tanti padri o epigoni nobili, il film non e’ secondo a nessuno. Certo, invecchiato e’ invecchiatissimo ma solo nella sintassi non nel messaggio.
Serve molta pazienza nel guardarlo, contestualizzare nudita’ e ammennicoli che appartenevano molto a quell’epoca e poco alla nostra. E’ complicato fare proprio un linguaggio cosi’ distante e non confonderlo coi tanti film del periodo nati col solo scopo di mostrare tette al vento ma superato il primo impatto, diviene chiarissimo dove Jacopetti e Prosperi volevano andare a parare e s’inizia ad apprezzare lo sforzo.
Film da non sottovalutare, figlio di un’epoca nient’affatto lontana, un messaggio ancora piu’ valido oggi che allora.

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