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MondoMerlot, la classifica e alcune note a margine

Da Trentinowine
 

img_1611_1351004786_home (1)Pubblico qui di seguito la classifica stilata dai commissari del concorso enologico MondoMerlot di Aldeno (26,27,28 ottobre 2012), tralasciando ogni considerazione di merito. Che pure si potrebbe fare a proposito della scarsa visibilità assegnata alle etichette trentine, se si fa eccezzione per il monumentale Pivier IgT Dolomiti di Cesconi. Anche questo dovrebbe far riflettere sulle politiche agricole che in questi anni sono state pesantemente orientate dagli oligopoli cooperativi. Perché una bottiglia, un vino, una scuola enologica attorno ad una varietà non nascono per caso, non sono solo territorio, non sono solo il frutto del magico intervento alchemico dell’uomo in cantina. Sono, invece, il descrittore della relazione fra uomo e contesto. E il contesto non è solo rappresentato dal territorio – terreno, ma è un orizzonte più generale, che inevitabilmente risente delle scelte adottate dalla politica e dalle politiche agricole. E mi fermo qui, perché capisco che rischio una reiterazione annoiante.

Ieri ad Aldeno, comunque, mi sono permesso qualche assaggio al volo. Inutile dire, per chi mi conosce, che il mio Merlot preferito resta quello caldo, generoso e accogliente della Sicilia. Altero ed elegantissimo, e per questo intrigante, come lo sguardo immobilizzante di una femmina del sud, una Lupa, una Malena E fra questi il leggendario Merlot Planeta; che anche ad Aldeno, ieri, mi ha inebriato con i suoi frutti carichi di prugna che stemperano sin dall’inizio il carico alcolico, comunicando una sensazione insuperata di eleganza altera che si combina con una struttura che non ha pari.

Un giro anche fra i trentini.  Non mi sono fatto mancare l’appuntamento con quello che ho già definito sopra il monumentale Pivier Cesconi, caldamente minerale spalmato su una struttura decisa ma raffinata. Che mi sentirei di definire, questa volta sì, molto territoriale. Di un territorio che non teme, tuttavia, di misurarsi con esperienze altre. Altra bellissima scoperta territoriale: Empeiria Rosso del rotaliano de Vescovi Ulzbach: forse ancora in evoluzione, forse non ancora completamente compiuto – lo sapremo fra qualche tempo –, ma bello e scalpitante come le nostre montagne anche se figlio del campo rotaliano.  Ma qualcosa di Trentino e di montagna lo si intuisce, lo si sente. Finalmente. E infine il magistrale Merlot dell’Istituto di San Michele. Dico magistralle per dire che  poche volte si incontrano cose così perfette, una di quelle bottiglie che non mi stancherebbero mai, dove prevalgono potenti e piacevolissimi sentori terziari che intrigano, avviluppano e non possono non lasciare una scia di ottimismo per il futuro. Ma in questo caso è più complicato parlare di esperienza territoriale. Siamo dentro schemi molto, molto internazionalizzati.

Un’ultima considerazione, prima di passare alla classifica dei migliori Merlot d’Italia. E questa attiene a questioni legate alla comunicazione e ancora prima alla natura e alle modalità della produzione vitivinicola trentina. La pubblicità tabellare di MondoMerlot esibiva in primo piano una serie di sponsor da far invidia a Vinitaly: a piè manifesto undici marchi – ma forse erano dieci – di altrettante multinazionali della chimica mondiale. Coloro che, insieme ai monopolizzatori di sementi e ai brevettatori del genoma, stanno diventando i padroni della nostra alimentazione e i padroni dell’agricoltura mondiale. Ma qui il discorso si fa ampio e lo rinvio ad un altro post. Mi limito a dire che mi ha fatto un certo effetto, e spero lo abbia fatto anche ad altri, veder collegato uno degli eventi enologici trentini più interessanti e di maggiore visibilità internazionale, al business della chimica di sintesi mondiale. Ne scaturisce un messaggio dirompente e contraddittorio rispetto alle enunciazioni di principio circa la vocazionalità territoriale della viticoltura – e dell’agricoltura – trentine. Se il Trentino è un mercato così interessante per gli sponsor multinazionalistici della chimica sintetica, tanto da guadagnarsi posizioni da main sponsor in una manifestazione come quella di Aldeno, viene da chiedersi che senso abbia parlare di aree vocate e che senso abbia impostare, sul lato istituzionale, campagne promozionali ispirate alla mitologia semplicistica, e alla prova dei fatti manipolatoria, di un Mulino Bianco, che nella realtà viene manifestamente smentito. Sono temi che credo meritino un qualche approfondimento.

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Doc e Docg 2010 – 2011

1) “Mantus” 2010 Sant’Antimo Doc di Matè, Montalcino

2) “Fra i Broli” 2010 Colli Berici Doc Merlot di Società Agricola Piovene, Vicenza

3) ”Piave Doc Merlot” 2010 di Ca’ Corner, Venezia

Igt 2010 – 2011

1)  “Montiano” Lazio Igt Merlot 2010 di Falesco, Terni

2) “Cupinero” Maremma Toscana Igt Merlot  2010 di Col di Bacche, Grosseto

3)  “PrimoLupo” Lazio Igt Merlot 2010 di Cantine Lupo, Aprilia

Doc e Docg annate precedenti

1) “I’Rennero” Val di Cornia Suvereto Doc Merlot 2008 di Gualdo del Re, Livorno MIGLIOR MERLOT NAZIONALE

2) “Ad Nonam” Lison Pramaggiore Doc 2009 di Tenuta Mosole Sergio, Venezia

3) “Vigna Dominin” Friuli Colli Orientali Doc Merlot 2009 di Meroi Davino, Udine

3)  “Gant” Alto Adige Doc Merlot Riserva 2009ll’ di Cantina Andriano, Bolzano

Igt annate precedenti

1)  “Lamaione” Toscana Igt Merlot 2008 di Frescobaldi, fIRENZE

2) “Salici” Sicilia Igt Merlot 2007 di Baglio di Pianetto

3) “Albertus”, Toscana IGT Merlot 2008 di Fattoria Castel Pietraio, Siena

3) “Fenermerlano” Troscana IGT Merlot 2007 di Castrello di Cacchiano, Siena

3) “Pivier” Vigneti delle Dolomiti Igt Merlot 2009, di Cesconi Trento – MIGLIOR MERLOT TRENTINO

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