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moneyball

Creato il 26 novembre 2011 da Albertogallo

MONEYBALL (Usa 2011)

TFF29

Questo film è stato presentato in anteprima per l’Italia al XXIX Torino Film Festival, nella sezione Festa Mobile.

E così inizia un altro Torino Film Festival, il ventinovesimo. Ieri sera ho anche avuto il privilegio di assistere alla serata d’apertura. Privilegio, poi, relativamente, dal momento che come tutti sanno le cerimonie inaugurali dei festival sono generalmente delle gran rotture di scatole fatte di “siamo tanto orgogliosi”, “quant’è bella questa città”, “quest’anno la programmazione è particolarmente ricca” e via dicendo. Nondimeno la serata ha riservato alcuni motivi di interesse, primo fra tutti il fatto che non s’era mai vista, in questa manifestazione che ha sempre messo al primo posto tra le sue prerogative una sobrietà molto sabauda e un po’ snob, una simile parata di star del cinema nazionale e internazionale: al Teatro Regio ieri sera c’erano, in ordine casuale, Sergio Castellitto, Carolina Crescentini, Laura Morante (“madrina” del festival, qualunque cosa ciò voglia dire), Emile Hirsch (quello di Into the wild), Charlotte Rampling, Luciana Littizzetto, il direttore Gianni Amelio e – rullo di tamburi – la splendida Penelope Cruz, impegnata a Torino proprio in questi giorni nelle riprese del film di Castellitto. L’atmosfera è rimasta comunque piuttosto informale: niente smoking, paparazzi, vestiti estroversi di Armani o Dolce & Gabbana, fan in delirio o cose del genere. Io, per esempio, sono arrivato con tutta calma verso le 20, non ho fatto code, non mi sono stati chiesti documenti ed ero vestito nel mio solito modo di tutti i giorni, con tanto di borsa a tracolla tutta sbrindellata visto che venivo dritto dritto da lavoro – roba che a Cannes o a Venezia non mi avrebbero nemmeno fatto entrare. Anche la cerimonia, nonostante tutti i divi e divetti, è risultata piuttosto improvvisata, e come sempre mi è sembrato che il cinema sia stato messo al primo posto. Bene così.

Veniamo al film, Moneyball, che in Italia verrà distribuito con l’orrendo titolo o sottotitolo L’arte di vincere. Regista è quel Bennett Miller che nel 2005 fece parlare molto bene di sé con Truman Capote – A sangue freddo; protagonista è un Brad Pitt piuttosto convincente e sopra le righe, accanto al quale, zitto zitto, Philip Seymour Hoffman si è visto assegnare un ruolo secondario al quale ha saputo comunque dare la forza e la consistenza necessarie. Co-protagonista è lo sconosciuto nerd-ciccione Jonah Hill, bravo e divertente nei suoi siparietti con il biondo superdivo.
Moneyball racconta la storia vera di Billy Beane e del suo assistente Peter Brand, dirigenti degli Oakland Athletics che una decina d’anni fa rivoluzionarono il mercato del baseball americano cominciando ad acquistare i giocatori in base allo studio di complicate statistiche di rendimento. Ecco, il limite di questo film – che, nonostante sia stato girato con stile sobrio e un po’ freddo, è una buona pellicola, elegante e non banale – sta tutto nell’argomento: il baseball. Sport che ho sempre trovato abbastanza noioso (fattore soggettivo) e che comunque richiede, per essere capito, una dose di conoscenze tecniche (fattore oggettivo) che probabilmente molti cinefili, soprattutto non americani, non possiedono. Ammetto di essermi un po’ perso tra i vari inning, strike, bunt, ruoli mai sentiti e via dicendo. Un film per appassionati di baseball, insomma, che tende un po’ a escludere dal divertimento tutti gli altri – mentre invece Il maledetto United, che un paio d’anni fa raccontava una storia simile ambientata però nel mondo del calcio, era decisamente più coinvolgente.
Noiosetti e stiracchiati il finale e i tanti pre-finali: nei 130 minuti totali di pellicola almeno 15 sono di troppo.

Alberto Gallo



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