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Monica: traduttrice freelance in giro per l’Europa

Da Twagomagazine @lorenzomonfreg

Monica: traduttrice freelance in giro per l’EuropaCiao Monica! Iniziamo parlando di te. Qual è stato il tuo percorso di studi? Come sei arrivata a considerare la carriera di traduttore freelance?

Sono laureata in traduzione tecnico-scientifica. La mia carriera universitaria ha svolto un ruolo cruciale nella mia vita e ne serbo splendidi ricordi. Quando ho iniziato questo corso di studi, ero entusiasta. Riuscivo finalmente ad uscire da una realtà di paese chiusa e bigotta che mi era sempre stata stretta per trasferirmi in una megalopoli come Roma e mi era data l’opportunità di concentrarmi seriamente su quello che più mi interessava: la traduzione. La vedevo davvero come una grande conquista!

La passione per la traduzione mi accompagna da sempre . E’ un qualcosa di innato in me,  una parte imprescindibile del mio essere.  Sin da ragazzina,  passavo ore davanti allo stereo a cercare di tradurre le canzoni della mia band preferita e ad adattarle in modo da poterle cantare in italiano con le amiche, piuttosto che leggere i libri in  lingua con traduzione a fronte, per cercare di capire le scelte del traduttore.

Non riesco a ricordare, quindi, un momento preciso in cui mi sia fermata e abbia deciso di intraprendere questa carriera. L’ho sempre saputo di voler fare la traduttrice. L’ho sempre vista come “una tappa naturale” della mia crescita personale.

Al libero professionismo, invece, devo ammettere, sono arrivata un po’ dopo, solo di recente quando ho preso piena coscienza di quanto ami viaggiare e del valore inestimabile che abbia per me il sentirmi libera.

Mi sono spostata tanto negli ultimi tre anni, ho vissuto a Milano, poi in Germania, prima ad Heidelberg (a sud) e poi a Versmold  (a nord), per poi approdare a Londra, città in cui tuttora vivo e mi sto specializzando nella combinazione linguistica Inglese-Italiano.

Sono una persona che, se soggetta a troppi vincoli, diventa insofferente. Sento il bisogno di muovermi, di imparare cose nuove e di fare nuove esperienze. Amo gestire a pieno la mia vita ed il mio tempo, curandone i minimi dettagli, nella maniera che ritenga più funzionale all’adempimento dei miei obblighi professionali e al rispetto della mia vita privata. Le imposizioni esterne, la sola idea di dover essere soggetta a limiti spazio-temporali mi soffoca.

Sei agli inizi, ci racconti come ti muovi per cercare i contatti? Quali sono le strategie che adotti per trovare lavori freelance?

Essendomi appena affacciata  al “mercato della traduzione”, ho ancora una rete di contatti molto ristretta, per cui sto investendo veramente tanto tempo nel “marketing di me stessa”.  Sto contattando diverse agenzie di traduzione via email , chiedendo di aggiungermi ai loro database.

Mi avvalgo spesso, inoltre, di social network come Facebook o  Linkedin, così come piattaforme online quali ProZ.com, Translatorscafè e TranslationDirectory.com.

Quanto conta il “networking” per un traduttore freelance? Essere presenti nella rete, usare i social network…

Credo che oggi come oggi, la presenza massiccia in rete sia un must.

Il “networking” è indispensabile per chiunque scelga il libero professionismo, ed in modo particolare per un traduttore. E’ un modo gratuito ed efficace di farsi conoscere, incontrare nuovi clienti e rimanere in contatto con quelli attuali, confrontarsi con colleghi e professionisti del settore e non.

A mio avviso, oltre a costituire indubbiamente un potente strumento di marketing, ha il vantaggio di rendere questo lavoro un po’  meno “solitario” di quanto possa figurare nell’immaginario collettivo.

Quali sono in vantaggi e quali sono gli svantaggi di essere una giovane freelance, oggi? Molti più giovani, rispetto a prima, stanno intraprendendo la carriera da liberi professionisti, secono te quali sono le ragioni che si nascondono dietro questo cambiamento?

Indubbiamente ci sono tanti vantaggi ma non è così semplice come si crede. Vorrei precisare che il fatto di essere padroni del proprio tempo e il proprio lavoro, non significa assolutamente che si passi le giornate a far nulla o si ci svegli a mezzogiorno per far finta di lavorare un paio d’ore e poi uscire a vagabondare per la città.

Vi racconto un aneddoto, a tal proposito, che all’inizio mi faceva infuriare ma che poi col tempo ho imparato a “sopportare” e che ora mi fa anche sorridere. Spesso e volentieri da quando ho lasciato il lavoro dipendente e intrapreso la strada del libero professionismo mi capita che conoscenti, parenti e amici vari, mi chiedano preoccupati “Allora come va la ricerca di lavoro?” e io rispondo soddisfatta “Beh, sono agli inizi ma non mi posso lamentare. Ho appena finito una traduzione di un testo interessantissimo”  al che arriva la classica replica  “ Ah quindi per il lavoro ancora niente?!”

Ecco, direi che uno degli svantaggi da annoverare, è sicuramente quello di dover far capire ai non addetti che si sta lavorando a tutti gli effetti, a volte anche più sodo dei lavoratori dipendenti e se non si sta attenti si rischia di varcare quella linea di demarcazione tra lavoro e vita privata, indispensabile a salvaguardare la nostra integrità fisica e mentale.

Per quanto riguarda questa nuova tendenza dei giovani a imboccare la strada del “libero professionismo” credo che per molti rappresenti più che altro un modus vivendi, come nel mio caso, mentre per tanti, probabilmente, una “corsa ai ripari”, soprattutto in un paese come il nostro  che si trova ad attraversare un periodo così difficile.

Monica, la concorrenza tra i traduttori freelance è abbastanza alta, più alta rispetto a tanti anni fa. Quali soni i segreti del successo, secondo te, per un traduttore? Quali sono le mosse strategiche per riuscire a vivere di questo lavoro?

Sì, è vero. La concorrenza è veramente alta, ma, in tutta sincerità,  non me ne curo eccessivamente.

Ho fatto l’errore di farmi intimorire tanto da questo fattore all’inizio, avevo paura di  finire sul lastrico perché di traduttori o di gente che si spaccia tale  in giro per il Web ce ne sono davvero tanti. E allora da dove iniziare per farsi conoscere e conquistare i clienti? D’altra parte, nella maggioranza dei casi, essi si trovano da tutt’altra parte del globo e non c’è l’opportunità di vedersi o, comunque, non si ha tanto tempo a disposizione per presentarsi  o per farsi conoscere bene.

Io, personalmente, cerco di pormi per quella che sono, in maniera umile e sincera. Cerco di essere sempre professionale e di mantenere la qualità come colonna portante della mia vita professionale, rispetto le scadenze e mi metto sempre a disposizione di tutti, colleghi e clienti.

Non so se sia abbastanza. Non mi sento nella posizione di dare consigli. Ho ancora tanto da imparare. Di mio, di certo, ci metto la buona volontà, la passione e la serietà .

Ringraziamo Monica per avere preso parte a questa intervista e le facciamo un grande in bocca al lupo per la sua carriera freelance!

intervista svolta  da Roberta Martucci Schiavi

 

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