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“Monopoly diseducativo:cambiare le regole del gioco!”

Creato il 22 agosto 2013 da Aurita1 @francescofilini

È apparsa sul quotidiano Corriere della Sera, e rimbalzata presto su tutti gli organi di stampa on-line ( uno su tutti: http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2013-08-22/deputati-contro-nuova-versione-115407.shtml?cq_mod=1377177520550#comments ), la lettera-gridodidolore che sei deputati – mica uno! – del Partito Democratico hanno indirizzato all’ambasciatore americano da inoltrare al presidente Obama, non appena saputo che la proprietà del famoso gioco da tavolo Monopoly aveva intenzione di rivedere alcune regole.

Varrebbe la pena leggerla tutta, ma a noi interessa aprire una riflessione sulla parte finale:

”(…) in questi giorni, e contraddicendo la chiave etica del Presidente ( Obama, che avrebbe dichiarato: “Sono necessarie nuove regole per la finanza, che correggano l’irresponsabilità sfrenata che ha generato la crisi economica…un disastro che si sarebbe potuto evitare se, non solo avessimo avuto nuove regole per Wall Street, ma avessimo avuto il coraggio di applicarle contro chi le viola.” NDR ), l’azienda statunitense Hasbro starebbe per lanciare la nuova versione dello storico gioco da tavolo “Monopoly”. Stavolta però le tradizionali proprietà immobiliari sono sostituite da pacchetti azionari di grandi multinazionali. Si passa dall’acquisto di immobili alla speculazione in Borsa e inoltre, novità decisamente preoccupante, sarebbe stata abolita la casella della “prigione”. Mentre la Casa Bianca, con realismo e saggezza, pone l’accento contro le frodi dei titoli e gli abusi degli strumenti finanziari, il “Monopoly”, gioco che da generazioni alfabetizza i giovani sui meccanismi del liberto mercato, torna ad esaltare la turbo economia che ha aperto la crisi finanziaria 2008, con il messaggio diseducativo che, in caso di violazione delle regole, non si viene neanche puniti. Contrariamente a quanto accade in realtà negli Usa dove l’illecito in Borsa è punito anche con il carcere. Per noi gli Stati Uniti rappresentano il faro sulle tutele ai consumatori ( sic! NDR ) e spesso il nostro Paese ha seguito gli Usa su battaglie sociali a protezione dei cittadini. Perciò ci permettiamo di chiederLe se non sia il caso di valutare eventuali provvedimenti delle autorità competenti o comunque una posizione critica sul nuovo Monopoly, gioco distribuito in tutto il mondo e quindi anche in Italia.”

( Firmato: Michele Anzaldi, Marina Berlinghieri, Matteo Biffoni, Luigi Bobba, Lorenza Bonaccorsi, Federico Gelli ed Ernesto Magorno )

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Riuscendo a malapena a superare il disgusto per tanta servile leccaggine nei confronti del loro faro democratico, di primo acchitto viene da domandarsi, come ha fatto giustamente un lettore a margine dei commenti apparsi sotto l’articolo riportato dal Sole24ore: “qualcuno ci può spiegare la finalità di educazione sociale ed etica dietro tutto questo”, visto che “la casella prigione nella vecchia edizione del Monopoly aveva un’ ENORME funzione di educazione sociale, poiché:
– ci si finiva per pura aleatorietà (ottenendo tre doppi valori con i dadi di seguito, pescando un cartellino, oppure finendo su una casella del tabellone).
– ci si usciva sempre PAGANDO, salvo nella malaugurata ipotesi di essere senza soldi, nel qual caso si restava in prigione o si tentava di uscirne sempre per pura aleatorietà (tirando i dadi di nuovo); di conseguenza i “facoltosi” si facevano un baffo della prigione e i “poveracci” dovevano invece restarci?

Sarebbe interessante scoprire cosa ne pensano i firmatari, se ci hanno pensato.

A dire la verità e per tornare alla lettera, per quanto mi sia piaciuto giocarci da piccino, il Monopoli l’ho sempre guardato con sospetto, per via di quella volontà malcelata dei suoi produttori nel trasformare i piccoli partecipanti in abili sfruttatori delle plusvalenze immobiliari, applicanti tassi capestro ai poveri giocatori che transitano casualmente sulle loro proprietà, mirando infine al monopolio di tutte quelle oggetto del gioco.

Girava una leggenda che voleva che il gioco fosse stato portato e distribuito in Italia dalle truppe americane, mentre risalivano la Penisola combattendo il regime fascista, proprio per “educare” le nuove generazione ad uscire dall’economia mista in cui avevano vissuto e sperimentare le regole del libero mercato capitalistico. Ma non era così: edizioni storiche del Monopoli uscirono già negli anni ’30, con le “via del Fascio” e “Corso Littorio” stampate sulla plancia.

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Dicevo quindi che considero la lettera dei magnifici sei come un’opportunità per segnalare ad eventuali altri deputati, con altri interessi oltre la prigione e le punizioni corporali da infliggere a coloro che barano in finanza ( ma che non discutono le leggi che ad essa sovrintendono ), nuove e più istruttive regole, miranti – esse sì – ad educare e formare fin da piccini i nostri bambini sul reale funzionamento delle economie di mercato dei paesi in cui viviamo.

Cosa succede nel Monopoli attuale?

Dei giocatori si mettono d’accordo ( convenzione sociale tra cittadini ) nel distribuirsi del denaro, il sangue del mercato, di partenza uguale per tutti ( insieme, a parità di condizioni, come se rappresentassero un’entità giuridica astratta … tipo lo Stato! ) e poi tirano dadi per acquistare – se lo desiderano – i terreni e le proprietà su cui capitano per caso. Ogni volta che transitano per il punto di partenza della plancia, ritirano dalla cassetta 20$ per continuare il gioco.

Senza soffermarci troppo sul senso formativo e psicologico che il gioco ha nella struttura di ogni individuo nella sua fase di crescita e nella sua vita di adulto, occorre sottolineare quello che Gregory Bateson scriveva a proposito dell’essenza del gioco, del suo essere essenzialmente metalinguaggio:”Perché un’attività ludica sia veramente tale ogni giocatore deve poter affermare: “Questo è un gioco”, cioè ci deve essere la consapevolezza che l’azione è fittizia e che “meta-comunica” questa sua finzione. La metacomunicazione, serve per rivelare la natura del “come se” del gioco, e la sua creazione di un mondo irreale in cui azioni fittizie simulano azioni reali.” ( fonte Wikipedia )

Ora, se il gioco attuale funziona così, produce indiscutibilmente una frattura psicologica tra ciò che viene vissuto e percepito durante l’irrealtà dell’azione fittizia e la sua proiezione reale – alla fine della simulazione del gioco – in quello quotidiano.

Monopoli è quindi diseducativo a prescindere.

Manca oltretutto di un giocatore fondamentale che nella vita reale si sostituisce al patto volontario e convenzionale tra i giocatori-cittadini: il banchiere.

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Propongo quindi, come ha già fatto l’amico Gianluca Monaco (https://www.facebook.com/notes/gianluca-monaco/cambiate-nottetempo-le-regole-del-monopoli/10150684690153994), non quello che inutilmente e umilmente–con-la-faccia-sempre-sotto-i –loro-piedi supplicano i magnifici sei del PD, bensì l’introduzione a scopo educativo del giocatore banchiere, il quale PRESTERA’ il denaro iniziale a tutti i giocatori ( equivalente al valore delle proprietà esistenti, di cui quindi si appropria indebitamente ) e quello che ogni volta riscuoteranno al passaggio del “VIA!” ( utili soprattutto per quelli particolarmente spendaccioni, che non sono “buoni padri di famiglia”, che “fanno il passo più lungo della gamba” comprando ogni sorta di cartellino… ); per ogni riscossione e prestito iniziale, dovranno restituire al giocatore banchiere – mettendo ipoteche sulle loro proprietà se non dispongono di liquidità – gli interessi sul capitale prestato ( voi, scaltri come acciughe, starete già pensando: “Ma quelli ancora non esistono, dove li prendiamo?? Devono essere ancora stampati/creati!”… Furbacchioni… fate debito, no? Non è così che “funziona”? )

Riassumiamo: nel gioco, nella finzione irreale della Realtà, è l’ingegno, l’abilità e l’iniziativa, unita alle capacità amministrative ( oltre che alla Fortuna, che non manca mai ) che determina la vittoria o la sconfitta. Con l’introduzione del giocatore banchiere, restituiremo ai nostri piccoli la consapevolezza della loro condizione di perenne schiavitù da insolvenza da debito, per non avere una piena sovranità monetaria, e non gli creeremo così delle false illusioni.

Il bambino a quel punto rovescerà in aria il cartellone, perché sarà a lui chiaro che alla fine solo il banchiere potrà vincere, a quelle condizioni.

Ai bambini non si dicono bugie …


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