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Monsignore fa coming out…

Creato il 04 ottobre 2015 da Marvigar4

Monsignore Krzysztof Charamsa

“Bene, bravo, bis!”.

Monsignor Krzysztof Charamsa si è dichiarato gay; il teologo, che fa o ha fatto parte della Congregazione per la Dottrina della Fede, ha rilasciato numerose interviste scagliandosi contro la politica omofoba della Chiesa, presentando il suo compagno e un libro… Ma in questa vicenda viene da pensare che mentre Monsignor Krzysztof Charamsa ha la possibilità di esibirsi e finire sulle prime pagine dei quotidiani di tutto il mondo, sul web, in tv, gli altri, i poveri gay senz’arte né parte continuano a vivere emarginati e a non essere “calcolati” da nessuno. Questi gay “comuni” hanno già perso famiglia, amici, lavoro, visibilità, considerazione e tutto il resto. Per loro la morte sociale è la vita di tutti i giorni. Hanno avuto il coraggio di dichiararsi a suo tempo, di fare il cosiddetto coming out, si sono lanciati senza paracadute e nessuno s’è preoccupato di raccoglierli. Sono la maggioranza silenziosa.

Ben venga il Coup de théâtre di Monsignor Krzysztof Charamsa, la speranza è che serva ad aprire molte coscienze e intelligenze, però il timore resta lo stesso: tutti sono uguali, ma qualcuno è più uguale di altri. Terminato il clamore, la cappa implacabile dell’indifferenza colpirà le solite povere anime, ree di aver fatto il passo più lungo della gamba. Monsignor Krzysztof Charamsa ha detto che cambierà lavoro, non gli mancheranno le offerte, cascherà sempre in piedi…

La verità è che se vuoi fare il coming out assicurati prima di avere le spalle ben coperte, di trovare qualcuno che ti aiuti in seguito. Se non hai sponsor, puoi soltanto essere fiero del tuo coraggio, della tua sincerità donchisciottesca, nient’altro. Qui in Italia essere gay è ancora un’impresa audace e pericolosa se si decide di vivere la propria condizione alla luce del sole, senza sostegni. Non è vero che l’omofobia viene solo dalla Chiesa, è il contesto culturale italiano che la produce con la sua ignoranza, la sua ipocrisia, la sua insensibilità, la sua ignavia, e persino i gay “potenti” fanno poco o niente, o addirittura coltivano un’omofobia interiorizzata opportunistica che si allea volentieri con le forze retrive, conservatrici, discriminatrici.

mvg

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